È un cane il co-protagonista di Clic, il primo selfiefilm della storia del cinema

Milano, 24 dicembre 2018 -Si chiama Dastan, è un meticcio di rara bellezza, incrocio tra un pastore australiano e un pastore bergamasco e accompagna il protagonista di ‘CLIC – 10 giorni guidato dal vento‘ per tutta la durata del film che è stato definito il primo selfiefilm della storia del cinema.

Un viaggio avventuroso lungo l’intero perimetro della Danimarca sferzata dal vento, un film realizzato interamente da una sola persona con tecniche di selfie estremo e 2 soli protagonisti: Paolo Goglio autore dell’impresa cinematografica e Dastan, affettuosissimo compagno di viaggio a 4 zampe.

Nell’intreccio narrativo Dastan appare sempre presente, quasi a testimoniare che anche nei momenti più drammatici la presenza di un cane significa avere accanto una importante figura affettiva che non ci lascia mai cadere nel baratro della solitudine e della disperazione.

Paolo Goglio, selfieproduttore, illustra così la storia di questo progetto apparentemente impossibile: “Sono 9 anni che realizzo il format televisivo ‘Amore con il Mondo’ e Dastan è presente fin dalla prima puntata, abbiamo scalato insieme centinaia di montagne e viaggiato in tutta Europa con la nostra capanna mobile. Ora ho voluto tentare un’impresa unica nella storia della cinematografia e realizzare un intero film da solo, mettendo a frutto l’esperienza maturata in questi anni e le tecniche per cui mi sono allenato a lungo. Io e Dastan abbiamo osservato centinaia di tramonti incantevoli e ci addormentiamo sempre vicini, la sua vicinanza mi tranquillizza e mi trasmette molta serenità, vorrei tanto che la sua presenza in questo film sia per tutti un incentivo a condividere più tempo e più spazio con queste inseparabili creature che vivono e si nutrono del nostro affetto e della nostra presenza.”

Affettuoso e giocoso come un cucciolo instancabile, Dastan, il cui nome deriva dal protagonista del film Disneyano “Il principe di Persia”, appare in quasi tutte le scene del film e la sua presenza festosa è un piacevole elemento di contrasto con la trama riflessiva e a tratti drammatica. Lo vedremo correre su spiagge deserte, sdraiarsi nell’erba e rotolarsi, scavare buche nella sabbia e viaggiare per migliaia di chilometri in paesaggi spettacolari dove il rapporto tra uomo e ambiente si rivela nel suo equilibrio di origine.

“La purezza con cui ascoltiamo e osserviamo il mondo intorno a noi determina la percezione che abbiamo della vita e quindi i nostri pensieri, lo stato d’animo e via via i desideri e i sogni, i progetti e le abitudini. La presenza di un animale al nostro fianco è molto preziosa per riflettersi in un rapporto che non prevede alterazioni o misure intermedie. Il cane è sempre festoso di fronte alla nostra presenza, sempre voglioso e bisognoso di affetto, ama giocare e non si stancherebbe mai di farlo, di fronte ad un panorama spazioso lo osserva trionfale e questo significa che anche gli animali hanno la capacità di percepire lo spazio, le dimensioni, la bellezza, l’armonia e la grandezza. Di notte, quando dormiamo nei boschi o su una spiaggia, la sua presenza mi rende tranquillo, anche se non è un cane da difesa so che lui protegge il territorio e segnala la presenza di animali o persone anche a grande distanza, ha un fiuto eccezionale e una grande prontezza di spirito, riflessi incredibili e, nonostante l’età, è ancora agile come un camoscio e si diverte tantissimo ad arrampicare sulle rocce” ha spiegato Paolo Goglio, autore e protagonista del film.

‘CLIC – 10 giorni guidato dal vento’ (www.filmclic.it) è la storia di un cammino breve ma intenso in cui due amici sono chiamati a vivere con pienezza momenti indimenticabili, un cammino profondo e toccante che culmina in una delle scene finali in cui Paolo e Dastan, davanti al fuoco, si osservano con grande dolcezza ed empatia.

“Il progetto è stato ripreso dai portali news di Mediaset e Microsoft, che hanno riconosciuto l’innovazione del mio progetto, prodotto dalla ‘Associazione Amore con il Mondo ODV’, e sto prendendo in considerazione la possibilità di farlo distribuire da grandi major, perché questo primo Selfiefilm nella storia del cinema sta dimostrando di essere qualcosa nuovo, che può fare tendenza proprio perché è….controtendenza!” ha concluso Paolo Goglio, attore, regista e produttore di Clic,

E così che la festosa corsa di un cane pastore accanto al suo amato padrone nei colori di un tramonto potrà diventare l’inizio di una nuova avventura sui grandi schermi, in un settore quale quello del cinema bisognoso di nuove idee, e di qualcosa di autentico e innovativo.

 

 

 

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Contatti stampa:

Paolo Goglio 3356342166

paologoglio@gmail.com

 

Trailer del film: https://youtu.be/6uOdfRzqBjk

Sito ufficiale:   http://filmclic.it

 

Dastan, il cane co-protagonista del primo selfilm della storia

 

Il lavoro part-time? Sì, ma non per scelta

Milano, 28 novembre 2018 – Un tempo il part-time era salutato come una vera manna dal cielo. Era così per la commessa, per la segretaria o per l’operaia che, non volendo trascurare i figli, non desideravano però nemmeno dire addio al mondo del lavoro e a un’entrata fissa. Di certo, però, il part-time non presenta dei vantaggi solo per le madri di famiglia: anche studenti e studentesse possono godere di questo particolare contratto, per pagarsi gli studi universitari e arrivare alla tanto sudata laurea, senza pesare sulle spalle dei genitori.

Insomma, a prima vista il part-time sembrerebbe la soluzione giusta per molti, moltissimi lavoratori, i quali avrebbero tante buone ragioni per ambire a questo contratto. Purtroppo, però, non è così.

«Nella maggior parte dei casi non è la disponibilità di maggior tempo libero a spingere gli italiani ad abbracciare il part time» spiega Carola Adami, CEO della società di ricerca e selezione del personale Adami&Associati «quanto invece la difficoltà nel trovare un lavoro a tempo pieno».

Il contratto a tempo parziale, dunque, sembra aver perso la sua patina originale, per diventare invece un vero e proprio ripiego, del quale è più facile vedere gli svantaggi che i benefici.

I numeri Eurostat del resto parlano chiaro: guardando ai dati del 2017, il 63,5% dei lavoratori part-time tra i 15 e i 64 anni ha dichiarato di aver accettato questo contratto per l’impossibilità di trovare un contratto full-time.

Certo, questa fetta è diminuita di quasi 2 punti percentuali rispetto al 2016, ma resta pur sempre di molto maggiore rispetto allo stesso dato del 2008: prima della crisi, infatti, il part-time era una scelta ‘obbligata’ e non voluta dal 41,3% degli intervistati. In Europa, attualmente, solo Grecia e Cipro hanno percentuali maggiori, laddove la media dei Paesi UE si ferma al 26,4%.

Lontanissima la Germania, dove solo l’11,3% degli intervistati ha accettato un part-time come ripiego. Quel che è certo è che il part-time, in Italia, non viene utilizzato per continuare gli studi: solo il 2,1% degli intervistati spiega il proprio lavorare a tempo parziale come espediente per proseguire il proprio percorso educativo, mentre nel Regno Unito si parla invece di 6 volte tanto, con una percentuale del 12,9%.

«Va peraltro sottolineato il fatto per cui l’Italia, tra tutti i membri UE, è anche il Paese in cui i lavoratori part-time sono cresciuti di più negli ultimi anni: si parla infatti di quasi 10 punti in più percentuali tra il 2002 e il 2015» ha spiegato Adami.

In un contesto in cui il part-time, sia orizzontale che verticale, viene utilizzato come ripiego, in un frangente in cui la correlazione tra tempo parziale e precariato si fa sempre più accentuata, questo fenomeno non deve passare inosservato. Tutto questo accade del resto mentre determinate aziende continuano a concedere malvolentieri il part-time.

«Per questioni puramente organizzative le realtà del manifatturiero e le piccole aziende non sono portate a concedere i part-time ai propri dipendenti, laddove invece il tempo parziale è molto comune nel pubblico» ha evidenziato infine la Adami .

 

 

Arriva la Cibor App, per vedere oltre 500 tv da tutto il mondo

Roma, 7 novembre 2018 – Dopo il successo del “Cibor decoder”, con più di 400.000 pezzi venduti in pochi mesi, il minuscolo decoder della grandezza di poco più di un dito, che permette di vedere oltre 500 tv da tutto il mondo, oggi è la volta della Cibor App, l’applicazione che trasmette i migliori canali nazionali, europei e mondiali.

Presentata lo scorso 13 ottobre 2018 all’ente fiere di Roma, durante la Maker Faire, la più importante manifestazione europea sull’innovazione tecnologica, promossa dal presidente della CCIAA di Roma, la Cibor App è la più completa applicazione che permette la visione di canali nazionali e internazionali, da qualsiasi parte del mondo.

Disponibile nell’app anche la Gil Tv, già  presente sulla Tv online di Viblix.com.

“Siamo molto contenti di far parte dell’App di Cibor App con il nostro canale principale Gil Tv, insieme ai canali Rai e Mediaset, e a breve entreremo anche con gli altri canali del gruppo, grazie al lavoro ineccepibile di Roberto Onofri e tutto il team di Italian Television” dice Marco Gilardi, CEO e fondatore di Gil Tv Group.

Un grande successo se si pensa che la Gil Tv è nata solo nel 2012.

“È stato un duro lavoro, e siamo molto contenti del risultato ottenuto. Questo è un progetto lanciato tempo fa, ma adesso stiamo lavorando a due nuove realtà che verranno lanciate nella prima metà del 2019, di cui non posso ancora dire nulla a riguardo. Posso solo anticipare che cambieranno completamente l’approccio delle persone e delle aziende a internet e al mondo” conclude Gilardi.

Attendiamo quindi il nuovo anno per conoscere la prossima dirompente iniziativa  del vulcanico fondatore della Gil Tv.

 

 

 

Cibor TV App di Gil Tv, Lorenzo Tagliavanti, con Roberto Onofri e Luana Provenzano, direttore generale di Italian Television Network.

 

 

Cibor App di Gil Tv

 

Cibor App Tv di Gil Tv

 

 

David Bowie, la fragilità del Duca Bianco tra incubi e delfini

Roma, 29 ottobre 2018 – Da Ella Fitzgerald a Sting, fino ad arrivare a Sinèad O’ Connor, Cher, Adele e David Bowie. Sono solo 36 i ritratti di grandi artisti della musica contenuti nel libro “Il tormento del talento II Pop Star Tribute” (Sovera Edizioni, Roma), scritto dal musicista e scrittore Carlo Zannetti.

Una raccolta di racconti nei quali l’autore ci svela ritratti inediti dei grandi della musica che hanno incrociato la sua vita, da quando appena dodicenne iniziò a sparare alla solitudine imbracciando la sua chitarra acustica con la foto di David Bowie appesa alla parete della sua stanzetta a Bologna.

Ed è proprio dedicato al Duca Bianco l’estratto del capitolo che segue, tratto dal libro “Il tormento del talento 2” di Zannetti:

David Bowie, il Duca Bianco: la fragilità tra gli incubi ed i suoi delfini

“Era un giorno di novembre della fine degli anni ’80. Io, allora, mi trovavo ad essere uno dei tanti giovani che camminava per le strade di Londra alla ricerca di una nuova vita e di una pace interiore mai raggiunta in Italia. La vita mi insegnò solo più tardi, che laserenità non é geografica e che l’insoddisfazione, quando c’è, è una sorta di “bagaglio a mano” che sei costretto a portare in ogni luogo con te. E’ proprio così, dovunque tu sia, il primo incontro prestabilito è sempre quello con te stesso. 

Ricordo che ero nei pressi di Oxford Street, quando vidi delle ragazze che correvano verso di me. Sembravano pazze. Io in quel momento sostavo in piedi vicino ad un semaforo e, per raccontarla tutta, essendo a quei tempi molto magro probabilmente assomigliavo al palo di ferro che lo sorreggeva. In contemporanea sopraggiungeva una rumorosa Ferrari nera che precedeva di poco quel gruppo di giovani urlanti e che, dopo qualche metro, si fermò proprio di fronte a me. I suoi occhi incrociarono i miei per un secondo, era lui, era David Bowie. Era davvero bellissimo, quasi sembrava un manichino. 

Per sua fortuna il semaforo divenne subito verde, perché stava rischiando di essere raggiunto e quindi di trovarsi qualche ospite non gradito all’interno della sua lussuosa automobile. 

Dopo pochi anni, una volta tornato in Italia, andai a suonare in un locale di Venezia per lo più frequentato da ragazzotti in gran parte gondolieri, facchini o trasportatori di laguna, i quali tra una birra e l’altra, spesso si contendevano la possibilità di fare colpo su qualche malcapitata turista straniera. Le proposte erano sempre le stesse e sempre descritte attraverso un inglese maccheronico: gite notturne in motoscafo, oppure in gondola, per vedere le meraviglie della città…

Uno di questi baldi giovani, forse il più tranquillo, mi propose alla fine del mio concertino prettamente targato rock, di seguirlo a casa sua perché doveva per forza raccontarmi una storia pazzescae farmi vedere un dipinto. Era un gondoliere molto gentile che aveva apprezzato il mio modo di cantare e suonare. Lo seguii e poco dopo mi trovai di fronte ad una parete piena di disegni che raffiguravano persone, animali e cose strane. In un angolo c’era una firma: “David”. 

In breve, mi spiegò che David Bowie aveva fatto quel grande disegno, che lui era stato a casa sua, dopo che si erano incontrati casualmente una notte in giro per Venezia. Rimasi esterrefatto quando mi disse che si era seduto proprio dov’ero seduto io. A riprova della veridicità di quanto detto mi fece vedere una foto. Era tutto vero! Ho sempre creduto che qualcosa di noi rimanga nelle cose che tocchiamo e nei luoghi nei quali ci soffermiamo. In quel momento, per la seconda volta, mi ritrovavo molto vicino a David. 

In un’intervista David Bowie dichiarò che spesso girava il mondo da solo, perché diceva che nessuno lo riconosceva. Aveva un cappello con frontino, un giubbino verde e gli occhiali da sole. 

Ma chi era realmente David Bowie?

David Robert Jones nacque a Londra l’8 gennaio del 1947, era un attore, un cantautore ed un vero giramondo. Era anche una celebrità, sotto certi aspetti, a dir poco inquietante. All’età di quindici anni prese un pugno nell’occhio sinistro che gli causò un lieve danno alla vista ed una dilatazione permanente della pupilla. Questo brutto episodio creò uno degli sguardi più particolari della storia della musica. Il cantautore britannico fu un vero camaleonte, unico nei suoi travestimenti ed allo stesso tempo misterioso nell’invenzione di strani personaggi che a volte divennero dei veri e propri suoi “alter ego”. Quanti viaggi, quante case cambiate. David nella vita ne fece di tutti i colori per raggiungere quella notorietà internazionale che sicuramente meritava. Un uomo, come già detto, molto bello, con una splendida voce, munito di una gestualità importante ed un autore di musiche meravigliose. I suoi testi personalmente li trovo quasi tutti incomprensibili. Egli collaborò con tutti: Jimmy Page, Andy Warhol, Lou Reed, Iggy Pop, Brian Eno, Robert Fripp, Pete Townshend, Freddie Mercury, Tina Turner, Mick Jagger, Annie Lennox, David Gilmour, Bing Crosby, Queen. 

La sua vera consacrazione avvenne nel 1972, con l’album “The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars”. Sempre nello stesso anno, in un’intervista, arrivò al punto di dichiarare la propria omosessualità, anche se si pensa più ad una trovata pubblicitaria piuttosto che ad una realtà della sua vita. 

Nell’aprile del 1975 si trasferì in California, in una casa sulle colline di Los Angeles, dove trascorse uno dei periodi più difficili della sua vita, ossessionato dalla passione per l’occultismo e debilitato dall’abuso di droghe pesanti. In quel contesto nacque un nuovo personaggio, il “Thin White Duke”, ovvero lo “Snello Duca Bianco”. La cronaca di quel periodo narra di vicissitudini ed affermazioni non proprio consone ad uomo così famoso come lui. Un giorno disse che la Gran Bretagna avrebbe tratto un grande beneficio dall’avvento di un leader fascista e sempre in quel periodo fu bloccato sul confine russo-polacco, dove fu segnalato dalla polizia per possesso di alcuni cimeli nazisti

David arrivò al punto di affermare in un’intervista fatta a Cameron Crowe, allora giornalista del famoso magazine “Rolling Stone”, che Hitler era stato, secondo il suo parere, una vera rockstar. 

Bowie in seguito si scusò pubblicamente per questi suoi allarmanti atteggiamenti, imputandoli alla sua dipendenza dalla cocaina ed auto-definendosi pazzo. 

Nel 1976 si trasferì in Svizzera, dopo avere acquistato una grande villa vicino a Losanna sulle colline a nord del Lago di Ginevra. In quel luogo iniziò a dipingere producendo svariate opere in stile moderno. 

Il 23 settembre del 1977 uscì “Heroes” che include il celebre brano omonimo scritto insieme a Brian Eno e registrato a Berlino

Nel 1980 uscì la meravigliosa “Ashes to Ashes” e nello stesso anno fece un’apparizione nel film tedesco “Christiane F.- Noi i ragazzi dello Zoo di Berlino” la cui colonna sonora, è composta esclusivamente dai suoi brani tratti da “Station to Station”, “Low” e “Heroes”. 

Nel 1986 scrisse il capolavoro “Absolute Beginners”, colonna sonora dell’omonimo film e dopo pochi anni tornò definitivamente ad abitare a New York, trasferendosi in un grande appartamento affacciato su Central Park. 

L’8 gennaio 2016, giorno del suo sessantanovesimo compleanno, uscì il suo ultimo album “Blackstar”. Due giorni dopo, nella notte tra il 10 e l’11 gennaio, l’artista britannico morì nel suo attico di New York in Lafayette Street, sembra a causa dell’aggravarsi di un tumore al fegato contro il quale combatteva in gran segreto da circa diciotto mesi. 

Un uomo fragile che aveva bisogno di un suo mondo purtroppo creato in modo artificiale per riuscire a vivere decentemente. Un uomo da settecento canzoni, un altro artista da 100 milioni di dischi venduti in tutto il mondo. 

“Molto presto sarai un po’ più vecchio, il tempo può cambiarmi, ma non riesco a inseguire il tempo, ho detto che il tempo può cambiarmi, ma non riesco a inseguire il tempo”. (Changes -1972) 

David Bowie, le sue trasformazioni, le sue melodie meravigliose, quelle magnifiche foto, un grande artista equilibrista costretto a camminare per tutta la vita sul filo del rasoio. “Io, io vorrei che tu sapessi nuotare, come i delfini nuotano” alcune parole della canzone “Heroes” che divenne nel 2009 la colonna sonora del film documentario premio Oscar, “The Cove”, che metteva in luce la vergogna della macellazione annuale dei delfini a Taiji in Giappone.

Bowie in quel frangente si rivelò anche essere un grande animalista, permettendo al regista di utilizzare la sua musica per una tariffa minima perché desiderava in quel modo contribuire personalmente agli sforzi per salvare i delfini. Allora pensiamolo così, David con i suoi delfini, finalmente libero di nuotare in un mare tutto vero. 

 

Murales raffigurante David Bowie (Fonte foto Wikimedia: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/f0/David_Bowie_Mural_Edited.jpg)

 

Il tormento del talento
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Boom di Instagram, è sempre più strumento di promozione per le aziende

Roma, 25 settembre 2018 – Negli ultimi tempi si parla spesso di Instagram, un social network usato da ormai ben 19 milioni di italiani contro i 14 milioni dello scorso anno, con una crescita del 36% in un solo anno. Giornalmente sono 11 milioni gli italiani che navigano tra i profili e pubblicano le proprie foto online. Un vero e proprio fenomeno di costume, che sta plagiando la vita degli stessi italiani, e delle aziende, che sempre più usano questo strumento per promuoversi.

Ma come usare Instagram per promuovere correttamente un’azienda o un proprio profilo business?

Ne parliamo con Pellegrino Bozzella, Instagram Specialist & Founder di Insta-Go.it, agenzia specializzata nella gestione di profili instagram.

Instagram è il social con maggiore crescita in Italia nell’ultimo anno, perché a suo avviso?

Instagram è una piattaforma visual. Negl’ultimi tre anni il visual marketing ha avuto un’esplosione enorme e di riflesso il social fotografico ha cavalcato indirettamente quest’onda. 

Un’immagine vale più di mille parole. Il testo diventa la cornice perfetta di un quadro fotografico che racconta storie e Instagram è diventato storytelling a 360 gradi. 

Gli adolescenti italiani hanno abbandonato Facebook per il social delle foto, cosa offre di più?

In questo caso non parlerei di offerta ma di user experience. 

Facebook è oramai una piattaforma destinata al networking e alla connessione con gli amici.

Su Instagram l’esperienza di utilizzo, la sua semplicità e immediatezza espressiva lo rendono vicino a qualsiasi tipologia di utente.  Parliamo in questo caso di connessione di Interessi, di community in cui ognuno può rappresentare la propria arte, passione o competenze attraverso una foto.

D’altro canto sono proprio i temi trattati sulle due piattaforme che pongono Facebook in una posizione di fuga. Le continue condivisioni di guerre politiche, di terrore e infinite fake news sono argomenti oramai lontani dai giovani. 

C’è bisogno di freschezza ed Instagram la rappresenta appieno.

Perché le aziende dovrebbero iniziare a sbarcare su Instagram?

Le aziende hanno già iniziato a reagire al processo di migrazione. 

Su una base di 100 brand nel mondo il 90% di loro ha un account Instagram. Un dato che parla da sé. Tuttavia, Instagram è ancora una piattaforma relativamente nuova. 

I motivi per cui converrebbe ora investire su questo social sono vari, per cui provo a sintetizzarli in 4 punti per me essenziali:

  • Vendite: Oltre 1/3 degli utenti Instagram utilizzano l’app per acquistare un prodotto online. Chi visita un profilo Instagram aziendale nel 75% delle volte visita il sito web e si informa sul brand.
  • Follower Organici: Su Instagram puoi costruire organicamente i tuoi follower. Ciò consente di instaurare un rapporto spontaneo tra il tuo marchio e i tuoi utenti fin dall’inizio senza nessuna forzatura di connessione tramite annunci a pagamento.
  • Instagram è visual: questo è gran vantaggio perché gli utenti statisticamente si ricordano più ciò che vedono e non ciò che leggono.
  • Relazioni: con IG costruisci relazioni reali e durature. Un constante aggiornamento della propria pagina aziendale garantirà una proficua brand awareness.

Come consigliate alle aziende di muoversi?

La costante ricerca, sia nel campo del marketing strategico che in quello tecnologico, è essenziale perché ci aiuta ad analizzare ed estrapolare grandi quantità di dati trasformandoli in interazioni reali. Senza un primordiale audit sul profilo aziendale sarebbe impossibile garantire qualità nei risultati.

Noi di Insta-Go ad esempio non abbiamo un target di aziende o influencer specifico su cui lavorare poiché ad oggi riusciamo a garantire una crescita dell’audience che va al di là del settore. Individuare la nicchia, il giusto hashtag e la geolocalizzazione delle interazioni sono un nostro punto di forza. 

Il tutto armonizzato ad un piano editoriale ad hoc trasformerà il profilo Instagram da veicolo di informazioni a strumento di business per promuovere la propria presenza on line.

 

 

  

 

 

 

Al Circolo dei Lettori di Torino il romanzo visionario “Città senza semafori e case con le ruote”

Torino, 12 settembre 2018 – Il 17 settembre prossimo a Torino alle ore 18.00 presso il Circolo dei Lettori a Palazzo Graneri della Roccia, Via Bogino 9 (Sala lettura) si terrà la presentazione dell’ultimo “romanzo visionario “Città senza semafori e case con le ruote” della scrittrice Barbara Appiano, a cui interverrà Interverra’ la prof.ssa Sonia Francisetti Brolin, dottore di ricerca dell’Universita’ La Sapienza Roma.

Il ricavato della serata andrà devoluto all’associazione Pengo Life Project, un progetto italiano che combatte in Africa il gravissimo problema del bracconaggio degli elefanti e dei rinoceronti.

“Città senza semafori e case con le ruote” è stato definito dall’editore Mario Luzi di Roma “un romanzo visionario“, in cui una combriccola di altrettanti visionari, tra cui il nonno dell’autrice, una terremotata dell’Aquila, i cavalieri dei Templari, Robinson Crusoe e Venerdì, visitano i luoghi dei terremoti del passato, passando per Petra che è stata la capitale del commercio dell’incenso, per poi attraversare il deserto del Gobi per incontrare il filoso Giordano Bruno e ritornare indietro in Siria per salvare una balena spiaggiata davanti al teatro della guerra.

La balena, bloccherà sine die la guerra e tutti i belligeranti attraverso un comunicato congiunto proclameranno l’interruzione del conflitto per salvare il mammifero più grande del mondo. E visto questo accorreranno altre balene a spiaggiarsi per fare in modo che la guerra non ricominci.

“Citta’ senza semafori e case con le ruote” è il mondo che ha perso sé stesso, è la visione di un mondo che va in decomposizione e che tenta in tutti i modi di salvarsi .

Le ruote delle case di questo romanzo sono l’immaginazione di un mondo possibile dove la natura fa quello che noi non riusciamo a fare, si sacrifica attraverso questo gigantesco animale per terminare una guerra che il progresso e l’ambizione di diventare immortali attraverso l’uso scellerato della tecnologia non riesce a fermare.

“Tu mi hai dato il tuo male, io l’ho accolto nel mio cuore ed è diventato dolore, da lì non se ne vuole andare perché vuole diventare amore.” Questo il messaggio della balena di “Citta’ senza semafori e case con le ruote”.

Tra i prossimi romanzi in uscita a ottobre 2018 “Il pianista a cottimo” un romanzo surreale dove il protagonista è il lavoro interinale/somministrato in un call centeri, edito dalla opera che si ispira ai valori di Adriano Olivetti e Pier Paolo Pasolin, con ispirazione ai valori di Adriano Olivetti e Pier Paolo Pasolini.

L’autrice per scrivere il romanzo si è letteralmente fatta assumere per infiltrarsi nel mondo alienato dei call center e poter scrivere così il romanzo “in presa diretta”.

A novembre sarà la volta del romanzo “Adelante Palabra” , una raccolta di aforismi segnalata al Premio Internazionale di Poesia Mario Luzi edizione 2017 ed edito sempre dalla Fondazione Mario Luzi Editore Roma.

La prolifica autrice ha terminato altri 8 libri che vedranno la pubblicazione nel 2019 e nel 2020.

Barbara Appiano è nota per le donazioni che elargisce attraverso la vendita dei suoi libri ai vari eventi cui partecipa. In particolare le sono a cuore e sostiene, oltre a Pengo Life Projet, la ricerca medica in primis l’Istituto Oncologico Europeo Centro Cardiologico Monzino, la ricerca oncologica e cardiovascolare, e il comitato ‘Ricostruiamo Saletta’, borgo frazione di Amatrice devastato dal terremoto del 24 agosto 2016. Borgo che ha visitato diverse volte, ultima il 2 settembre scorso, vendendo direttamente i propri libri e consegnandone l’incasso al comitato durante la cerimonia di commemorazione delle vittime del terremoto

 

Dalla quarta di copertina del libro:

Città senza semafori, sprofondate in altra dimensione 

La cronaca dei nostri tempi ci ha sovente abituati a un eccesso di misura spesso ben oltre ogni immaginabile fantasiosità e anche, talora, sconfinante in qualsiasi possibile tolleranza di cui siamo saturi, si pensi ad esempio alla cronaca nera o la cronaca di guerra che ormai da anni impazza nelle nostre vite attraverso i mezzi di comunicazione di massa.

Dare colore, corpo e forma, alla nostra proiezione ideale è una nuova via di percorrenza verso l’io, il grande Sé individuale e mondiale con cui tornare ad avere un dialogo pacificato e sereno, o quantomeno tentarne una possibile modalità di riavvicina- mento.

Barbara Appiano, con il suo folle romanzo visionario, con la rivoluzione di spirito e prospettiva, tutta squilibrata, trova un nuovo equilibrio, si oppone in un duello sfidante con tutti i tic e le smanie, le fobie e le devianze dei nostri giorni.

Mattia Leombruno

Presidente Fondazione Mario Luzi

 

Copertina del libro “Città senza semafori e case con le ruote” della scrittrice Barbara Appiano

 

Link copertina Pdf del libro: www.comunicatistampa.net/wp-content/uploads/2018/03/COPERTINA-APPIANO-città-senza-semafori-1.pdf

 

 

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Per interviste e contatti stampa:

bappiano@virgilio.it

 

Salute: a ruba i libri su come star bene naturalmente

Roma, 28 agosto 2018 – È boom di vendite per 2 nuovi libri, freschi di stampa che danno consigli su come star bene in modo naturale, anche tramite l’alimentazione. Si tratta di ‘Dall’alba al tramonto di E. Gambacciani (CCEditore, 2018) e di ‘Vivere secondo natura. Alimentazione, stili di vita, felicità (CCEditore, 2018) di A. Angeleri, C. De Luca e A. Rossiello, scritto dai membri del team di Evolutamente, il più autorevole e noto blog italiano relativo alla salute e al benessere.

Nato come un’appendice dello storico forum www.lazonalibera.it, in cinque anni di vita il blog di Evolutamente ha raggiunto 2 milioni di visualizzazioni e settecentomila utenti diversi, grazie alla dedizione dei suoi membri, Angelo Rossiello, fondatore, proprietario ed editore del blog, Chiara De Luca, che si occupa della sezione “ricette” del blog e collabora con la realizzazione dei menù negli eventi organizzati dalla SIMNESocietà Italiana di Medicina e Nutrizione Evoluzionistica, Alessio Angeleri, functional trainer e biohacker, socio fondatore e membro del comitato scientifico della SIMNE  ed Emanuele Gambacciani, biologo,  nutrizionista e profondo conoscitore della dieta definita “paleolitica”.

Attualmente il blog vanta quasi 2000 articoli pubblicati e rappresenta una vera e propria enciclopedia degli stili di vita in Italia.

Il grande successo dei due libri è testimoniato non solo dal numero considerevole di copie vendute attraverso i canali di distribuzione online e offline, ma anche dalle numerose recensioni positive rilasciate da lettori e utenti sul web.

Attraverso la lettura di queste stesse recensioni si evince che la caratteristica maggiormente apprezzata per quanto concerne Dall’alba al tramonto e Vivere secondo natura è la capacità degli autori di affrontare tematiche di matrice scientifica adoperando un linguaggio semplice e scorrevole, per nulla reso ostico dall’uso di tecnicismi e di un lessico specialistico.

L’obiettivo principale degli autori, infatti, è stato quello di coinvolgere i lettori nell’esplorazione di un argomento di interesse comune, ovvero l’alimentazione e il benessere psicosomatico, particolarmente sentito nella nostra società, rendendo accessibili e fruibili a tutti i consigli consapevoli degli esperti, sorretti e sostanziati da una serie di riferimenti scientifici.

Molti lettori hanno altre sì affermato di aver tratto giovamento dai precetti scientifici contenuti all’interno dei due libri e di aver conseguito, tramite la lettura del testo e l’alimentazione di tipo evoluzionistico, la risoluzione definitiva o l’alleviamento di alcune patologie come disturbi gastrointestinali, intolleranze alimentari, ipercolesterolemia e ipertensione e di aver migliorato il proprio stile di vita raggiungendo un soddisfacente e salutare stato di benessere psico-fisico, empiricamente confermato dal netto miglioramento dei parametri del sangue.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Coppa America, la Sardegna lancia la sfida

Cagliari, 3 agosto 2018 – La Sardegna lancia ufficialmente la sfida alla Coppa America. A comunicarlo Renato Azara, patron di Adelasia di Torres, noto imprenditore della Gallura, che in una intervista ha spiegato come e perché intende sfidare i detentori della Coppa America, la cui prossima edizione si terrà ad Aukland in Nuova Zelanda, nell’estate australe del 2021.

Il progetto di Renato Azara è ben delineato e strutturato, con l’obiettivo principale di portare la cultura e le bellezze della Sardegna sotto i riflettori del mondo: “Affronteremo la sfida con il Circolo Velico di Arzachena supportato dalla Fondazione Adelasia di Torres, con lo scopo di raccontare al mondo la Sardegna. L’imbarcazione verrà costruita in Sardegna con la collaborazione dei maggiori centri di ricerca e porteremo nell’isola le migliori competenze per costruire la sfida più importante della nostra vita” spiega entusiasta Renato Azara.

Il team dell’Adelasia di Torres Sailing, nato dalla passione per le regate di Renato Azara, è promettente, e già nei primi 2 anni di vita ha trionfato nella classifica overall della Giraglia Rolex Cup 2017, conquistando sia la long distance race e sia la combinata lunga/costiere di St. Tropez, la Rolex Middle Sea Race 2016 (primi di classe e terzi overall) e in altre prestigiose manifestazioni.

La passione dell’imprenditore sardo poi, cresciuta man mano, ha portato il team a sperimentare in poco tempo manifestazioni ed esperienze veliche sempre nuove e differenti tra loro, come la Sailing Arabia The Tour, svoltasi nel Golfo Persico e dell’Oman nel 2016, la Maxi Rolex Cup a Porto Cervo, le principali regate veliche d’altura del Mediterraneo del circuito Rolex, e la 151 Miglia Trofeo Celadrin (secondi classificati overall).

“Nei prossimi anni intendo portare la Sardegna sulla vetta del mondo, attraverso la sfida alla Coppa America. Voglio che i sardi credano di più in se stessi, e che conquistino la giusta autostima in modo da affrontare con l’eccellenza le più grandi sfide al mondo. Vivere in Sardegna dovrà essere vista come una fortuna, e non come uno svantaggio” conclude l’imprenditore sardo.

L’intervista a Renato Azara, pubblicata su Youtube e sulla pagina facebook ufficiale del format, ha inaugurato il nuovo format ideato e condotto da Fausto Farinelli dal titolo “Il profilo delle cose che verranno“,  prodotto e distribuito da Media Web Channel.

Qui il link all’intervista a Renato Azara dove racconta la sua sfida alla Coppa America: www.youtube.com/watch?v=p3cuopPbJak

Qui il link all’intervista sulla pagina facebook del format “il profilo delle cose che verranno” https://www.facebook.com/2124961181094260/videos/2127313450859033/

 

 

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Contatti stampa:

faustofarinelli@hotmail.com

 

 

Finanziata da Kickstarter la startup italiana Best-Umbrella.it

Roma, 28 luglio 2018 – Kickstarter, la famosa piattaforma di finanziamento collettivo per progetti creativi e startup da qualche settimana ha iniziato la promozione del progetto italiano di Best Umbrella.

Kickstarter usa il crowdfunding per promuovere progetti imprenditoriali grazie ad un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro per sostenere gli sforzi di persone e organizzazioni. Una pratica di microfinanziamento dal basso che mobilita persone e risorse, per finanziare film indipendenti, videogiochi, spettacoli teatrali, musica, fumetti, giornalismo e idee e imprese di ogni tipo.

In questo caso il progetto di Best-Umbrella.it consiste nella recensione e prenotazione degli ombrelloni presso gli stabilimenti balneari italiani.

Cercare un lido o uno stabilimento balneare può risultare infatti un’impresa molto ardua e difficile ma grazie invece al progetto di Best Umbrella raggiungibile da questo link, ed al suo “esercito di First Mover & Beta Tester” che stanno testando per primi il servizio, sarà possibile filtrare e selezionare qualsiasi stabilimento in base alle categorie di interesse, per poi prenotare il lido migliore per le proprie esigenze, così come avviene per gli Hotel su Booking.

Best-Umbrella.it è già disponibile in versione Beta, viene utilizzata dai primi ‘First Mover’ in tutta Italia con l’importante compito di suggerire i miglioramenti e le funzioni aggiuntive da implementare sulla piattaforma sia dal lato del cliente che dal lato del gestore, in modo da poter partecipare in maniera proattiva e costruttiva a tutti i test tecnico-pratici in corso direttamente sul campo.

Kickstarter è famosa per lanciare progetti innovativi e in questo caso lo fa finanziando un vero e proprio motore di ricerca in grado di raccogliere, selezionare e catalogare tutti i migliori lidi e i migliori stabilimenti balneari in Italia e all’estero, offrendo ai vacanzieri informazioni dettagliate e fotografie degli spazi e degli ambienti, in modo da conoscere in anteprima tutte le caratteristiche principali di ogni singola struttura, e di come si posiziona rispetto al punteggio ed alle recensioni delle altre strutture della zona.

Un servizio innovativo, che permette alle strutture balneari di farsi  pubblicità gratuitamente: basta chiedere di diventare un “First Mover & Beta Tester” del servizio all’indirizzo www.best-umbrellas.it.

 

 

 

 

 

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