Milano, 20 aprile 2020 – In questo momento di emergenza, in cui gli italiani sono bloccati a casa, anche il mondo del Fintech italiano si sta muovendo per dare un suo contributo. Un’esigenza di questo periodo è ad esempio quella di compilare la dichiarazione dei redditi che però oggi, grazie ad una applicazione specifica, si può fare senza uscire di casa.
Questa speciale applicazione si chiama TaxMan (www.taxmanapp.it) e permette di fare la dichiarazione dall’App essendo seguiti a distanza da un esperto, senza rischiare di commettere errori.
L’App è dedicata alle partite IVA in regime forfettario, una categoria particolarmente colpita dall’emergenza.
Come funziona la dichiarazione con TaxMan?
La procedura è semplice. Una volta completato l’acquisto è sufficiente caricare la documentazione direttamente dall’applicazione del telefono.
Un professionista sarà da qui in poi sempre a disposizione del cittadino in chat, per la corretta compilazione.
La predisposizione degli F24, del Modello Unico e l’invio in Agenzia delle Entrate sono inclusi e a carico del professionista di TaxMan, il cui servizio ha un prezzo di 169 euro.
L’App di TaxMan è stata lanciata nel 2017, viene ad oggi già utilizzata da centinaia di freelance in regime agevolato, e mai come in questo periodo può risultare utile per fare la dichiarazione dei redditi senza muoversi da casa.
Per chi volesse saperne di più sul servizio basta visitare il sito internet www.taxmanapp.it.
Milano, 7 novembre 2017 – La politica di forte accelerazione telematica scelta dal fisco italiano obbliga le aziende di qualunque dimensione a dotarsi di sistemi informativi completi, aggiornati e semplici da utilizzare, per non incorrere in salate sanzioni da parte delle Agenzia delle Entrate in caso di denunce errate.
Senza un software adeguato è ormai praticamente impossibile adempiere a tutti gli obblighi che sono nati nell’ultimo periodo: la comunicazione delle liquidazioni iva, la certificazione unica e soprattutto il famigerato spesometro trimestrale, che tanti problemi e polemiche ha creato nei mesi scorsi per la divulgazione di dati sensibili e le difficoltà della piattaforma nazionale a reggere l’immensa mole dei dati.
Per non parlare delle altre novità, tra cui l’allargamento dei soggetti coinvolti nello split payment, la procedura attraverso la quale determinati enti e soggetti individuati non pagano l’iva al fornitore ma la versano direttamente allo Stato per evitare l’evasione dell’imposta.
E la vera rivoluzione in realtà non è ancora arrivata: dopo la fatturazione elettronica obbligatoria verso la pubblica amministrazione, entro un anno si arriverà a quella tra privati.
Quando accadrà il fisco italiano saprà praticamente in tempo reale tutte le movimentazioni, con la possibilità di incrociare i dati con i conti correnti bancari.
I tempi dove ci si poteva esclusivamente appoggiare al proprio commercialista sono ormai destinati a tramontare.
Scegliere quindi un programma di contabilità con una storia importante è fondamentale per un’azienda per evitare che, come è successo a tante imprese con lo spesometro, il proprio software non recepisca gli aggiornamenti per tempo.
Uno dei software più diffusi a livello nazionale c’è Aquila per Windows che nella nuova versione, Aquila 13, recepisce tutte le novità dell’Agenzia delle Entrate ed è quindi predisposta per gestire tutti gi invii telematici.
Tra le caratteristiche di Aquila 13 vi è la possibilità di gestire fino a 100 aziende, 99 magazzini, 10 postazioni in rete e (vera novità di questa versione) la possibilità di accedere ai propri dati anche da remoto.
Tra le altre funzioni, è stato integrato e potenziato il sistema CRM per le attività di marketing, l’archiviazione ottica dei documenti, la distinta base e la gestione completa degli agenti.
Il software è prodotto da oltre 25 anni dalla Finson, marchio storico e tra i produttori italiani più attivi nella produzione di software per la contabilità, gestisce completamente la contabilità, a partire dalla prima nota, i clienti e i fornitori e permette di gestire e stampare tutti i documenti, arrivando fino alla produzione del bilancio in formato XBRL.
Aquila 13 è disponibile anche nelle varianti gestione lotti, per le aziende che necessitano della tracciabilità e taglie e colori, dedicata al mondo della moda.
I database sono in formato Microsoft SQL, standard che garantisce stabilità e permette interazioni con altri software.
Confermata ancora una volta la politica commerciale dello storico marchio milanese: licenze senza scadenza, assistenza base compresa nel prezzo e servizi di supporto avanzato facoltativi.
I prezzi sono competitivi ed è anche disponibile una versione denominata 365, che permette di avvicinarsi ad Aquila 13 pagando una quota annuale che comprende anche le eventuali nuove uscite.
Aquila 13 funziona con tutte le versioni di Windows, a partire dalla versione 7 e fino a Windows 10 e non richiede configurazioni hardware particolari.
La linea Aquila 13 è acquistabile e scaricabile direttamente su www.finson.com (dove è possibile utilizzare tutti i sistemi di pagamento più comuni) oppure presso uno dei rivenditori autorizzati presenti su tutto il territorio nazionale.
Dalla scheda dei programmi su www.finson.com è inoltre possibile scaricare la demo completa del programma.
Roma, 14 luglio 2017 – È vero che in Italia si pagano molte tasse? Quante false verità si raccontano sulle tasse in Italia e quanti falsi miti si credono veri, sbagliando? E soprattutto è possibile oggi pagare meno tasse in modo legale, senza fuggire all’estero e senza penare per nascondere i redditi allo Stato, infrangendo le leggi in vigore a nostro rischio e pericolo?
Di tutto questo e dei modi legali per risparmiare sulle tasse pagate allo Stato se ne è parlato in un recente incontro al Senato della Repubblica, presso la Sala Nassirya di Palazzo Madama.
Presenti all’incontro l’Onorevole Daniele Capezzone, il Senatore Aldo Di Biagio, il Direttore di Economy Sergio Luciano, Gianluca Massini Rosati, fondatore di Escapologia Fiscale (www.escapologia-fiscale.it). A moderare il dibattito il giornalista Luca Telese.
Nell’occasione è stato presentato lo studio “La rinuncia dei redditi. Come resistere alla pressione fiscale”, a cura dell’escapologo fiscale Gianluca Massini Rosati.
Uno studio che ha sottolineato sul fatto che bisogna smettere di considerare il fisco come un nemico e che è necessario avere le giuste informazioni per avere un rapporto paritetico con lo Stato, in modo da riuscire a fare impresa oggi in Italia pagando il giusto.
Innanzitutto bisogna partire da 5 falsi miti che si credono veri ma che in realtà non lo sono.
Miti sfatati dallo stesso Gianluca Massini Rosati, esperto nel far pagare meno tasse a professionisti ed aziende in modo legale e sicuro, rispettando in pieno le leggi italiane in vigore (per maggiori dettagli è disponibile qui il report presentato in Senato).
I 5 FALSI MITI SULLE TASSE ITALIANE
Mito 1: In Italia se tutti pagassero le tasse, si pagherebbero meno tasse
“Pagare tutti per pagare meno” è una frase fatta che sentiamo ripetuta ogni giorno sia dai media che dalla gente comune. Ma è proprio così?
I dati ci dicono che le entrate fiscali sono aumentate in modo costante negli ultimi 20 anni, ma il problema è che la spesa pubblica è cresciuta in modo proporzionale all’aumento delle entrate, così dimostrato nel grafico che segue.
La cosa interessante è che ci sono state maggiori entrate fiscali anche negli ultimi anni dove non c’è stato un sostanziale aumento del PIL.
Questi risultati evidenziano il successo dell’Agenzia delle Entrate nella lotta all’evasione, con lo scoppio contemporaneamente della crisi economica.
Per cui non è vero che se diminuisce l’evasione diminuisce il fabbisogno dello Stato e quindi le tasse.
Il primo mito sulle tasse in Italia è quindi sfatato.
Mito 2: In Italia c’è la pressione fiscale più elevata
La pressione fiscale in Italia è aumentata negli ultimi anni più che in altri paesi europei.
Pr averne conferma basta guardare il grafico seguente per notare che nel 2005 la differenza tra quanto pagava un cittadino italiano e un cittadino europeo era di soli 127 euro, nel 2010 la differenza di tassazione è passata a 895 euro e nel 2015 la differenza è stata di ben 946 euro di tasse pagate in più in Italia.
Nonostante ciò l’Italia non è il paese dove si pagano più tasse in Europa, sebbene sia sul podio dei paesi europei più tassati.
Il grafico che segue confronta le tassazioni di tutti i paesi UE e rivela che Francia e Finlandia hanno una tassazione più elevata dell’Italia.
Ma non è tutto. Anche paesi UE con una tassazione più bassa di quella italiana, come Austria e Belgio, pagano più di un contribuente italiano
Quindi il mito che l’Italia sia un paese che evade le tasse perché ha la tassazione più elevata è appunto un altro mito non basato sulla realtà.
Mito 3: L’Italia è il paese in cui si evade di più
Diciamolo subito: non è l’Italia il paese in cui si evadono più tasse ma gli USA.
Si gli Stati Uniti d’America.
A ben guardare però questo è un dato fuorviante: è vero che gli USA sono al primo posto al mondo per evasione in termini assoluti, ma accade perché hanno un economia molto più grande delle altre 10 nazioni in testa per evasione fiscale.
A guardar bene gli USA sono piuttosto virtuosi nel pagare le tasse con un virtuoso 8,6% di evasione contro il 27% di evasione dell’Italia, che conquista la medaglia di bronzo dell’evasione dietro il Brasile al secondo posto con una propensione all’evasione del 50% superiore alla nostra in termini percentuali e cioè al 39%.
Per non parlare dei russi con una propensione ad evadere le tasse doppia rispetto agli italiani con il 43.8% di evasione fiscale.
Ma siamo almeno i N.1 tra gli evasori europei?
Nemmeno questo, perchè i dati ci dicono che i Greci ed i Polacchi fanno peggio degli italiani in termini percentuali.
Quindi che gli italiani siano i peggiori evasori fiscali del mondo è il terzo mito sulle tasse sfatato.
Mito 4: gli italiani evadono per retaggio culturale
In Italia abbiamo la sensazione che l’evasione sia un problema culturale “di noi italiani”.
Ovvero pensiamo che non pagare le tasse sia il risultato della storia del nostro paese.
La ricerca in questione ci dà però una risposta molto chiara sul motivo principale dell’evasione in Italia: la quasi certezza di non essere puniti.
In Italia si finisce in galera per reati fiscali solo nello 0,4% dei casi, contro una media europea del 4,1%, cioè ben 10 volte superiore.
Il numero di detenuti per per motivi fiscalici fa capire ancora meglio il motivo principale dell’atteggiamento dei
gli italiani verso l’evasione fiscale.
Detenuti in Italia: 156
Detenuti in Svizzera: 4.969
Detenuti in Germania: 8.601
Nella super-legale Svizzera ci sono quindi ben 30 volte in più di detenuti per ragioni fiscali rispetto all’Italia ed in Germania ben 55 volte di detenuti in più.
Mito 5: Gli italiani sono degli artisti della deduzione fiscale
L’ultima parte della ricerca è forse la più importante e propone le risposte di un panel di possessori di partite Iva a domande sul fisco.
Tra le risposte ce ne sono alcune che rovesciano un ulteriore mito, quello dell’italiano maestro nel pagare meno tasse.
Gli imprenditori infatti nella ricerca affermano che:
La normativa sulle deduzioni fiscali non sono chiare e ben comprese (solo il 15,7% dice di comprenderle bene)
Il 60,6% crede di usare tutte le deduzioni fiscali consentite
Il 72% dice che se si potesse dedurre ogni spesa crollerebbe l’evasione
E il 55,9% (oltre uno su due) degli imprenditori dice che sarebbe per loro molto utile un corso su come pagare meno tasse in modo onesto e legale
I primi due dati sono in contrasto: meno di 1 imprenditore su 5 dice di capire bene la normativa fiscale sulle deduzioni, ma 3 su 5 pensano di dedurre tutto quanto consentito.
Da questo si capisce che la maggior parte degli imprenditori italiani oggi non risparmia tutto quello che potrebbe risparmiare sulle tasse, in modo onesto e legale.
E questo, oltre a essere l’ultimo mito sfatato è anche il motivo del successo dell’ Escapologia Fiscale, ovvero la scienza del pagare meno tasse, con un vero e proprio corso inaugurato da poco che insegna agli imprenditori come pagare meno tasse possibile in modo onesto e legale.
Per conoscere la situazione reale sul fisco e capirne di più su come pagare meno tasse legalmente in Italia consigliamo di seguire la pagina Facebook www.facebook.com/Escapologiafiscale e di scaricare il report completo di Escapologia Fiscale sul sito www.rinunciadeiredditi.it.
Roma, 8 maggio 2017 – A partire dal 2017 le imprese in contabilità semplificata determinano il reddito in base al principio di cassa e non più a quello di competenza. Vediamo nel dettaglio che cosa cambia.
I requisiti per poter accedere alla contabilità semplificata sono gli stessi di prima: – 400.000 euro per le prestazioni di servizi
– 700.000 euro per le altre attività
Ma a partire dai prossimi esercizi quello che cambierà sarà il modo in cui si determineranno i ricavi, perché si conteggeranno solo quelli effettivamente percepiti.
Questo perché la determinazione del reddito d’impresa deriverà dalla differenza tra l’ammontare dei ricavi incassati detratte le spese sostenute effettivamente pagate. A questo importo andranno aggiunti:
– i redditi immobiliari
– l’autoconsumo personale e familiare dell’imprenditore
– la differenza tra le plusvalenze e sopravveniente attive e passive
Inoltre, esclusivamente per il 2017, le rimanenze di magazzino al 31 dicembre 2016 vanno dedotte dal reddito d’impresa 2017.
Negli esercizi successivi non si terrà più conto delle rimanenze iniziali e finali.
Dal punto di vista delle registrazioni contabili si potranno scegliere 3 sistemi:
il registro degli incassi e dei pagamenti, in cui sarà necessario scrivere la data di incasso e pagamento di ogni singola operazione
i registri iva integrati, in cui andranno stornate a fine anno le fatture non effettivamente incassate o pagate
i registri iva con opzione comma 5 art. 18, nei quali viene dato per scontato che la data di incasso/pagamento coincida con la data di registrazione
In alternativa, è possibile scegliere il regime ordinario (contabilità ordinaria in partita doppia). La scelta è vincolante per un periodo minimo di tre anni, salvo revoca.
Come vantaggio è chiaro che il registro degli incassi e dei pagamenti è la scelta migliore, e con tutte le complessità del caso è impensabile pensare a una gestione manuale. Per questo è necessario utilizzare un software che ci permetta di automatizzare tutti i processi.
Per semplificare tutto il processo contabile i software più famosi sono quella della linea FALCO 10 della Finson:
Per ditte che operano in regime di contabilità semplificata c’è Finson Falco 10 contabilita’ semplificata, la soluzione completa per la registrazione in contabilità di fatture vendite, acquisti e corrispettivi, la tenuta dei registri Iva e l’elaborazione delle relative liquidazioni periodiche e annuali.
Per personalizzare tutti i documenti, stampa compresa, c’è Finson Falco 10 contabilita’ semplificata negozio e piccola impresa.
Per i professionisti in regime di contabilità semplificata vi è infine Finson Falco 10 contabilita’ professionisti, la soluzione completa per la registrazione in contabilità di fatture vendite, acquisti, la tenuta dei registri Iva e relative liquidazioni periodiche e annuali, del registro degli incassi e pagamenti.
In comune i 3 software della linea FALCO hanno molte funzionalità incluse:
la licenza perpetua, senza scadenza annuale
l’assistenza via email gratuita per tutta la vita della versione
la possibilità di accedere al servizio di assistenza telefonica avanzata
la possibilità di lavorare in rete fino a 5 postazioni
possono gestire fino a 99 aziende
la gestione dello split payment
il CRM integrato
tutti i moduli personalizzabili
la predisposizione per lo Spesometro
la predisposizione per la Certificazione Unica
la predisposizione per la Fattura Elettronica per la Pubblica Amministrazione
I programmi funzionano con tutte le versioni di Windows, a partire da XP fino a Windows 10 e non sono richieste configurazioni hardware particolari.
La linea FALCO 10 è acquistabile e scaricabile direttamente su www.finson.com (dove è possibile utilizzare tutti i sistemi di pagamento più comuni) oppure presso uno dei rivenditori autorizzati presenti su tutto il territorio nazionale.
Per chi volesse approfondire la conoscenza dei software dalla scheda dei programmi è possibile scaricare su www.finson.com la demo completa del programma.
Roma, 27 marzo 2017 – Ha compiuto un anno di vita l’App gratuita FiscalGregan, presente su piattaforma IOS e Android, che permette di restare sempre aggiornato su scadenze fiscali, lavoro e finanziamenti.
Per non impazzire ogni volta con le scadenze fiscali l’App di Fiscal Gregan garantisce al commercialista, ed ai suoi clienti, la lista aggiornata delle principali scadenze fiscali, previdenziali e finanziamenti.
Le scadenze, attualmente oltre 300, potranno possono essere visualizzate tramite una vista ad agenda o da un comodo calendario.
Il professionista potrà interagire con i propri clienti creando scadenze personalizzate o inviando messaggi diretti per una rapida comunicazione.
Dopo il primo periodo di rodaggio l’App è stata scaricata da oltre 2.000 utilizzatori.
FiscalGregan oltre a tenere aggiornati gli utilizzatori sulle scadenze, permette anche l’invio di messaggi tra i vari utilizzatori e le comunicazioni da parte dei propri consulenti.
I commercialisti possono inoltre utilizzare FiscalGregan tramite piattaforma web trasformando così l’App anche in un importante strumento di gestione dello studio professionale.
FiscalGregan è distribuita gratuitamente da AIACE (Associazione Italiana Assistenza Consumatore Europeo) ed è sviluppata da Rainbow srsl, che ha sviluppato l’apprezzata piattaforma web per protocollazione, documentale e analisi di anomalie bancarie.
La rivoluzione digitale arriva anche nel mondo dei commercialisti: oggi è importante diventare un “commercialista in digitale” per ottenere più notorietà e visibilitàgrazie al Digital Branding per il professionista. A Milano incontri e corsi per affrontare nel dettaglio le nuove modalità di comunicazione digitale, per ottenere subito spunti pratici diventare subito operativo…
Milano, 08 ottobre 2015 – Diventare commercialisti “digitali” per essere più competitivi? Ebbene sì, oggi la risposta non può che essere che questa. Le potenzialità dei “new media” sono una grande opportunità per ogni commercialista deciso ad accrescere la propria notorietà e – ovviamente – il numero dei propri clienti .
ACQUISIRE NOTORIETÀ E VISIBILITA’
La rivoluzione digitale – che caratterizza l’attuale momento storico – permette a ogni professionista di promuoversi sui motori di ricerca, di distinguersi con un proprio sito web ricco di contenuti, di utilizzare i social media per entrare in contatto con nuovi clienti: in altre parole, ognuno di noi (commercialisti inclusi) oggi ha a disposizione una moltitudine di nuovi strumenti di comunicazione.
Saper veicolare la propria professionalità sul web diventa così un fattore vincente: grazie al digitale, il commercialista (da sempre punto di riferimento dell’innovazione per le sue aziende clienti) può costruire una rete di relazioni più ampia e solida e monitorare da vicino la propria reputation.
Un’opportunità da cogliere subito per rinnovarsi e affrontare le nuove sfide con la massima efficienza: ma come fare in concreto?
ICT E COMMERCIALISTI: LO STATO DELL’ARTE IN ITALIA
I commercialisti italiani sono – in media – soddisfatti delle loro dotazioni informatiche: l’utilizzo di software validi e ben strutturati permette loro di vantare un’ottima efficienza complessiva.
Elemento strategico trainante dello sviluppo delle soluzioni informatiche attuali (sia contabili sia fiscali) è il paradigma dell’integrazione studio-cliente, dove l’ICT (information and communication technology) viene vista come abilitante per instaurare una nuova modalità di comunicazione commercialista-cliente, per offrire inediti servizi e per fidelizzare i clienti già acquisiti.
Così, i migliori software di produttività sono ottimizzati e integrati a piattaforme web per lo scambio di documenti: ad esempio, direttamente dalla contabilità o dal programma dichiarativo, il commercialista può pubblicare i documenti contabili e fiscali generati dal sistema, che saranno sempre leggibili ai suoi clienti (provvisti di accessi accuratamente protetti).
COMMERCIALISTI DI SUCCESSO SI DIVENTA
Gestiti al meglio i clienti attuali, il passo successivo – fondamentale per il successo dello studio – è aumentare il proprio business: per fare ciò, vanno aperti canali di comunicazione più innovativi e volti ad aumentare la propria notorietà.
Una sfida che ogni commercialista può vincere in poco tempo: basta conoscere come utilizzare queste nuove leve strategiche e costruire una notorietà mai raggiunta prima.
DIGITAL BRANDING: PIU’ BUSINESS PER IL COMMERCIALISTA
Si parla di ‘Digital Branding’ o ‘Personal Branding’ per indicare proprio l’insieme delle strategie che ogni commercialista – e ogni professionista – può attivare per la propria visibilità, sfruttando il web e i social network. Un modo davvero innovativo per emergere e fare la differenza.
Come? Per ottenere il massimo risultato, Digital Sfera organizza a Milano degli incontri che affrontano nel dettaglio le nuove modalità di comunicazione digitale, dando ad ogni partecipante degli spunti pratici per essere subito operativo, chiarire i dubbi sull’argomento e migliorare in breve tempo la propria notorietà sul web.
Si tratta di corsi accreditati dal CNDCEC – Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili– per cui vengono riconosciuti ai partecipanti crediti formativi per ogni modulo, nelle seguenti date:
Date del modulo 1: 19/10/2015 16/11/2015 07/12/2015
Date del modulo 2: 26/10/2015 23/11/2015 14/12/2015