Violenza sulle donne: arriva #100donnevestitedirosso, il flash mob contro i crimini sulle donne

#100donnevestitedirosso
L’Inno contro i crimini sulle donne

Genova, 21 novembre 2019 – Si terrà presso il Teatro Carlo Felice di Genova il prossimo 22 novembre la nuova tappa di Yallah, il progetto contro i crimini sulle donne, partito da una canzone e che ha dato vita dal 2017 ad oggi ad una serie di flashmob in tutta Italia, contraddistinto sui social dall’hashtag #100donnevestitedirosso.

Yallah è un inno all’amore, l’amore per la vita, un dono immensamente grande e prezioso per ogni singola creatura vivente. Perché nessuno ha potere sulla vita degli altri e ognuno deve poter godere di diritti che devono essere garantiti.

Vuole promuovere il rispetto della vita in tutti i suoi aspetti, la libertà religiosa, la possibilità di istruirsi e di acquisire una solida cultura, il lavoro, il giusto benessere fisico e materiale, sono diritti oggi indiscutibili e il loro rispetto e la loro promozione misurano il grado di civiltà che una società ha raggiunto.

Tutto parte da Yallah, di Alessia Ramusino, brano prodotto e voluto dal produttore Giorgio Tani, ultimo desiderio dello storico manager di artisti genovesi quali Ricchi e Poveri, New Trolls scomparso prematuramente nel 2017.

Il progetto di Yallah arriva così in più siti e palcoscenici con un flashmob legato alla canzone e visibile nel videoclip uscito il 21 marzo del 2017 (https://youtu.be/FcCVJA17yVw).

100 donne che tutte insieme ripetono “Respect and Love“ (rispetta e ama) in una marcia universale contro la violenza sulle donne. Un chiaro messaggio a respiro internazionale, un momento molto toccante dal fortissimo impatto emotivo.

È nata così la visione di un flashmob che unisce le donne non solo nell’intento ma anche nell’aspetto vestendo tutte di rosso, colore che ha molte simbologie dall’amore, al sangue, alla fortuna, alla passione: #100donnevestitedirosso.

L’intento è quello di diffondere la cultura del rispetto.

Da qui il percorso iniziato l’8 marzo 2017, giorno in cui le donne si sono unite nella difesa dei propri diritti civili per arrivare al 25 novembre, data designata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite come “La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, invitando i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG ad organizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica.

Tante le associazioni, gli enti, i centri anti-violenza, che in questi anni hanno sostenuto e condiviso il progetto.

“In questo progetto traspare anche l’amore che ho per le due terre a cui mi sento di appartenere: l’Italia che mi ha dato la vita, sono nata a Genova e l’Iran terra di adozione in cui ho vissuto fino alla rivoluzione del ’79” spiega Alessia Ramusino, l’artista da cui è partito il tutto.

“Due anime che convivono in me, quella occidentale e quella medio-orientale che cerco di coniugare con l’intento di dar loro un’unica voce, così difficile farlo politicamente almeno tento di farlo attraverso la musica, questo magnifico veicolo di comunicazione più veloce ed efficace per dare voce a temi sociali di importanza critica.

Ho potuto conoscere e vivere da bambina, senza pregiudizi e schemi mentali, la condizione della donna in questi due mondi che ancora, per molti aspetti, sono distanti eppure sempre più donne si uniscono per obiettivi comuni” continua Alessia.

“Mi riferisco alle recenti vicende delle donne curde, donne che in Giordania sono scese tutte in piazza e così pure in Iran, in Turchia dove si è allestito un muro di un intero edificio con scarpe rosse in memoria di tutti i femminicidi consumati.

Ho studiato e mi sono laureata in Scienze e Politiche all’Università di Genova scegliendo l’indirizzo socio-politico proprio perché ho sempre sentito una forte motivazione verso i temi sociali” continua la cantante e attivista contro la violenza sulle donne..

“Ho scelto una parola volutamente in arabo e la canzone ha il testo in inglese, per enunciare un tema che coinvolge tutti i popoli in modo trasversale a fattori geografici, geopolitici, demografici, religiosi, culturali e di classe sociale” continua ancora Alessia.

Yallah è infatti una parola araba di uso comune che significa “forza, forza, muoviti”. Ed è proprio questo il messaggio che si vuole dare, ovvero un monito per tutti di prendere non solo coscienza di questa piaga sociale ma soprattutto di mettere in moto ed in atto, ognuno secondo le proprie possibilità, tutti i provvedimenti per sconfiggere il fenomeno.

Il brano è stato pubblicato per la prima volta l’8 marzo 2017, in occasione della “Festa della donna“, in contemporanea in Italia ed in Russia, paese molto sensibile sul tema, programmata dai più grandi network russi come Autoradio e Radio Romantika e dalle radio italiane.

“Yallah è indubbiamente un brano molto importante per me, in quanto rappresenta un sunto della mia esistenza artistica. Risuonano le corde della mia terra d’adozione pur confermando allo stesso tempo il mio percorso verso il genere pop internazionale. Rappresenta anche l’impegno di un’artista nell’affrontare una piaga sociale col proprio animo, mettendosi in discussione ed esponendosi in prima persona” conclude l’artista a cui si deve la nascita di questo importante progetto.

L’appuntamento da non perdere è il 22 novembre prossimo presso il colonnato del Teatro Carlo Felice di Genova.

 

Le edizioni passate del Flash Mob #100donnevestitedirosso, Yallah #respectandlove:

08 marzo 2017 – Museo di Sant’Agostino, Genova.

06 aprile 2017- Salone del Mobile, Milano Brera. Inaugurazione e presentazione di Vittorio Sgarbi della poltrona di Gaetano Pesce ‘La Maestà Tradita’

25 novembre 2017- Wall of Dolls, Genova

07 febbraio 2018- Tu non mi fai paura. Sanremo. Serata di beneficienza Nazionale Cantanti/Basket Artisti.

08 marzo 2018 – Cimitero Monumentale di Staglieno, Genova.

09 marzo 2018- Teatro Ariston di Sanremo. Gef -global education festival- Prossima data 22 novembre 2019 – Teatro Carlo Felice di Genova- colonnato

08 marzo 2019 – Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Genova

 

#100donnevestitedirosso
L’Inno contro i crimini sulle donne