Tasse, come pagarne di meno? Ce lo dice l’Escapologo

A Tagadà su LA7, Tiziana Panella con l'Escapologo Gianluca Massini Rosati

Esistono dei metodi legali per pagare meno tasse? Ce lo dice l’Escapologo, l’esperto specializzato nel far pagare meno tasse legalmente

Milano, 7 agosto 207 – Nell’ Italia delle tante, troppe tasse, che stanno mettendo in ginocchio migliaia di imprese del nostro paese, ci sono delle vie legali per pagare meno tasse? Sono molti i professionisti e gli imprenditori che se lo chiedono, strozzati da un fisco vampiro in grado di prosciugare le risorse vitali di un’impresa.

A venire in soccorso alle imprese ed ai professionisti italiani, per dare loro una boccata di ossigeno, c’è oggi una nuova figura, quella dell’Escapologo Fiscale (www.escapologia-fiscale.com), una professione perfettamente legale che consiglia imprenditori e professionisti, in modo chiaro e trasparente, su come pagare meno tasse nel pieno rispetto delle leggi italiane.

Strozzate dal peso eccessivo delle tasse sono numerose le aziende che hanno chiuso bottega, per riaprire magari in paesi con un fisco più amico.

In realtà quello che pochi sanno è che ci sono molte soluzioni legali per alleggerire il peso del fisco italiano, e che permettono di abbattere il reddito imponibile e risparmiare una montagna di soldi sulle tasse da pagare.

E’ proprio qui che entra in gioco l’Escapologo Fiscale.

Per capirne di più e farci aiutare a districarci nella giungla delle tasse italiane abbiamo provato a sentire l’Escapologo Gianluca Massini Rosati, esperto su come pagare meno tasse in modo legale e sicuro, autore del primo Corso di Escapologia Fiscale in Italia.

Un lavoro che nessun commercialista in Italia fa visto che quasi sempre si limitano a calcolare le tasse da pagare, senza fornire alcun tipo di consiglio su come poterne pagare di meno, sia perché non ne sono a conoscenza e sia per timore di avere noie con l’Agenzia delle Entrate.

Ecco quindi una mini guida fiscale con alcuni preziosi consigli di Massini Rosati su come abbattere il peso delle tasse sui nostri guadagni, in modo facile e soprattutto legale.

DEDUZIONI E DETRAZIONI

“Nonostante molti si lamentino dell’eccessivo carico fiscale, ci sono anche molti artigiani, commercianti e liberi professionisti che non conoscono neanche la differenza tra deduzioni e detrazioni e di conseguenza non sanno cosa sia possibile dedurre e cosa sia possibile detrarre dalle imposte” esordisce Massini Rosati.

Facciamo un esempio per evidenziare questa differenza:

“Riguardo la deducibilità immaginiamo di avere un reddito imponibile di 10.000€ e di avere poi dei costi deducibili pari a 2.000€: il nuovo reddito imponibile su cui andare a calcolare le imposte sarà 8.000€”.

“Riguardo la detraibilitá immaginiamo di fatturare ad un nostro cliente 10.000€ +IVA 22%. Il cliente ci pagherà 12.200€ compresa l’iva di 2.200€ che si dovrà poi versare allo Stato perché quella è una partita di giro, non sono soldi dell’imprenditore, anche se lui li ha incassati in qualità di esattore”.

“Ipotizzando che abbia sostenuto dei costi deducibili di 2.000€+IVA22%, cioè che abbia pagato al mio fornitore 2.440€. Facendo questo ho pagato 440€ di IVA al mio fornitore e di conseguenza allo Stato, invece che versare 2.200€, verserò 1.760€ (2200-440).

Per completare il ragionamento quindi, nella maggior parte delle attività l’IVA è sempre detraibile, mentre i costi sono sempre deducibili (purchè siano inerenti all’attività, ma questo è un altro discorso che Massini Rosati spiega dettagliatamente nel suo corso Escapologia Fiscale).

SCARICARE L’AUTO AZIENDALE

Nell’Italia delle partite iva in pochi sanno che si possono scaricare tutti i costi dell’auto che si usa per lavoro.

Ci sono modi legali per poter dedurre i costi dell’auto al 100% senza cadere nell’evasione fiscale.

“In base al principio di inerenza, si può dedurre integralmente al 100% tutto ciò che si è in grado di giustificare come uso esclusivo dell’azienda, pertanto, attraverso opportuni rimborsi chilometrici, anche l’auto che si usa per lavoro” dice Massini Rosati.

“Quello che posso dire ora è che quando l’ente preposto all’accertamento dei tributi ti viene a fare un controllo, l’onere della prova è a carico del contribuente, quindi è il contribuente che deve essere in grado di provare che ha dedotto i costi dell’auto perché l’ha usata per attività lavorative”.

RIMBORSO TRASFERTE AZIENDALI

Di solito chi si sposta per motivi “misti” di lavoro e svago può dedurre le spese e lasciare che dei rimborsi per trasferte aiutino a ridurre il carico fiscale.

“Le indennità di trasferta ed i rimborsi spese per viaggi di lavoro, sono tra i benefit che maggiormente le aziende sono obbligate ad esborsare per coprire i costi degli spostamenti dei propri lavoratori fuori sede.

Parlando ad esempio di spese per trasferte aziendali possiamo fare una prima divisione di tali costi da sostenere in spese di viaggio, di alloggio, di vitto e spese di viaggio accessorie e/o impreviste.

Il trattamento fiscale normalmente avviene in modo diverso proprio in base alle categorie di spesa precedentemente citate. E’ possibile riconoscere un metodo di rimborso per spese di trasferta analitico, uno forfettario (indennità) ed uno misto” ci dice l’Escapologo.

Rimborso col metodo analitico

Per fare in modo di recuperare ogni soldo speso in trasferta, il dipendente, ma anche l’amministratore dell’impresa, deve fornire al datore di lavoro ogni tipo di documentazione che possa attestare le spese avvenute, pena il mancato risarcimento.

In linea di massima, ogni documento che attesta una spesa sostenuta in trasferta aziendale, viene fornito dal dipendente fuori sede all’imprenditore, e quest’ultimo allega ogni documentazione alla nota spese che contiene in modo descrittivo ogni minima spesa sostenuta.

Tale nota spese, così come anche comunicato dall’Agenzia delle Entrate, per essere documento valido per la deducibilità dal reddito dell’impresa, non hanno bisogno di essere su carta intestata o riconducibili al dipendente e all’imprenditore in modo personale.

“E’ bene però dire, che tali spese di trasferta così documentate, devono essere chiaramente riconducibili a spese sostenute per scopi aziendali, tutto ciò per evitare controlli fiscali ed avere il dovere dell’onere della prova.

Per quanto riguarda invece il capitolo IVA, e la sua detraibilità dalle spese di trasferte, va detto che l’Agenzia delle Entrate vuole che ogni documento ai fini Iva sia fatturato con l’intestazione della società” spiega l’esperto fiscale.

Indennità di trasferta

L’indennità di trasferta è un rimborso forfettario che l’imprenditore offre al dipendente, o se stesso qualora egli sia amministratore dell’impresa, impegnato nel viaggio di lavoro.

Essa non viene conteggiata di volta in volta come capita per i rimborsi delle spese di trasferta, ma è una vera e propria voce in busta paga e in questo caso, l’azienda non avrà bisogno di allegare nessuna nota spese per fare in modo che i costi sostenuti per i rimborsi dei viaggi di dipendenti, possano essere dedotte dal reddito d’impresa.

Questi due metodi di calcolare le spese di trasferta ed effettuare i rimborsi ai dipendenti, possono anche essere utilizzati contestualmente dando vita al rimborso spese misto.

Deduzioni spese di trasferta

In base al tipo di scelta che si fa tra i tre metodi di rimborso, secondo l’art. 93 del TUIR, vi sono differenze in termini di deduzioni fiscali.

Ad esempio, le spese sostenute per vitto ed alloggio e contenute nelle note spesa redatte con il rimborso analitico, possono essere dedotte solo fino a 180 euro al giorno per viaggi di lavoro in Italia, e fino a 258 euro per costi di vitto ed alloggio per viaggi di lavoro all’estero.

Per quanto riguarda invece le indennità di trasferta, esse possono essere dedotte al 100% dal reddito d’impresa, ma risultano indeducibili ai fini IRAP.

SPONSORIZZAZIONI SPORTIVE

Oggi è possibile sfruttare le sponsorizzazioni sportive per ridurre le tasse da pagare, senza il rischio che tali sponsorizzazioni finiscano in un verbale di accertamento.

L’argomento deduzione delle sponsorizzazioni sportive è infatti sempre piuttosto spinoso ed è trattato con particolare attenzione nel corso di Escapologia Fiscale di Massini Rosati.

“Chi ha già studiato il mio corso, hai già capito i retroscena per anni nascosti dietro alle Associazioni Sportive Dilettantistiche, ed ha capito come mai squadre che facevano campionati provinciali si trovavano bilanci milionari” dice l’escapologo.

In che modo le sponsorizzazioni sportive differiscono dalle spese di rappresentanza e soprattutto qualora si voglia sponsorizzare una qualsiasi di queste associazioni quali devono essere i presupposti, come deve essere scritto il contratto e quali rapporti ci devono essere tra le controprestazioni per poter risparmiare sulle tasse?

“Innanzitutto una premessa importante::
Spesa di rappresentanza = Spesa sostenuta per l’erogazione gratuita di un bene o di un servizio a clienti o potenziali clienti.
Spesa di pubblicità = Spesa sostenuta per l’acquisto di un servizio da una controparte, volto a promuovere il marchio o determinati prodotti/servizi dell’azienda committente.

Partendo da questo concetto si capisce subito che le spese di rappresentanza e le spese pubblicitarie hanno una natura completamente diversa e pertanto rientrano in ambiti di deduzione fiscale altrettanto diversi.

Esistono dei motivi perché molto spesso l’amministrazione finanziaria, di fronte a tali spese presenti in bilancio finisce per classificarle in modo diverso e riportarle a tassazione, facendo perdere allo Sponsor tutti i vantaggi fiscali di cui avrebbe dovuto beneficiare pubblicizzando il suo marchio, i suoi prodotti e la sua azienda.

Leggendo decine di sentenze delle varie Commissioni Tributarie da nord a sud della Penisola, ho individuato una serie di principi cardine, rispettando i quali l’amministrazione finanziaria non potrà contestare alcunché ed è proprio qui che vogliono concentrare l’attenzione.

I miei clienti ricevono tutti un vero e proprio contratto editabile da usare per le tue sponsorizzazioni sportive, a prova di contenzioso tributario” conclude soddisfatto Massini Rosati, che sta aiutando migliaia di imprese e professionisti in tutta Italia a pagare la giusta quantità di tasse.

Per gli interessati è online il video dell’intervento al Senato dell’Escapologo Massini Rosati dello scorso mese di giugno all’indirizzo  www.facebook.com/Escapologiafiscale/videos/782370331936186 mentre per scaricare la ricerca completa “La rinuncia dei redditi, come resistere alla pressione fiscale” basta andare alla pagina www.larinunciadeiredditi.it.

 

Video della presentazione della ricerca “La rinuncia dei redditi, come resistere alla pressione fiscale” al Senato con Luca Telese e Daniele Capezzone:

 

A Tagadà su LA7, Tiziana Panella con l’Escapologo Gianluca Massini Rosati

 

L'Escapologo Gianluca Massini Rosati
L’Escapologo Gianluca Massini Rosati