La logistica è sempre più digitale: ecco i ruoli più ricercati per la supply chain 4.0

Milano, 26 settembre 2023 – Magazzinieri, autisti, responsabili di magazzino, addetti all’uso del muletto, supply chain manager, addetti alle consegne: sono questi i tipici ruoli della logistica. La supply chain non è però più quella di un tempo, con approvvigionamento, produzione, distribuzione e vendita che sono divenute via via sempre più digitali.

Per ridurre i tempi, per tagliare i costi, per aumentare l’efficacia e la sicurezza, per azzerare gli sprechi. Ecco allora che è cresciuto il livello di automazione nei magazzini, che si stanno diffondendo sempre più i robot a guida autonoma, che si sfruttano maggiormente i big data per ottimizzare i diversi processi. Ne consegue dunque che al fianco dei classici ruoli della logistica si affacciano nuovi profili, più qualificati, più specializzati, più “digital”. Figure indispensabili per tutte quelle imprese che desiderano sfruttare le nuove possibilità tecnologiche, e che per l’appunto si sono messe in modo massiccio alla ricerca di questi talenti.

«I nostri headhunter specializzati nella selezione del personale per la la logistica negli ultimi anni sono stati contattati sempre più spesso per la ricerca delle nuove figure del settore» spiega Carola Adami, fondatrice di Adami & Associati, società internazionale di head hunting specializzata nella selezione di personale qualificato e nello sviluppo di carriera, specificando che «si tratta di ruoli fino a pochi anni fa semplicemente inesistenti, come per esempio gli ingegneri progettisti di shuttle robotici».

Il settore delle logistica è quindi in rapida trasformazione, e l’ingresso di nuove tecnologie deve essere seguito in parallelo dall’inserimento di nuovi e competenti talenti.

«Tra i ruoli più ricercati nella logistica al momento c’è quello del logistic specialist, deputato alla gestione del flusso delle merci, o quello del senior program manager, con il ruolo di mettere a punto una visione strategica a lungo termine, sfruttando tra le altre cose anche i big data» spiega Adami, aggiungendo che «ci sono sempre diverse opportunità per chi ha le carte in regola per diventare supply chain manager, chiamato ad aumentare l’efficienza della catena di approvvigionamento riducendo costi e sprechi, o fleet manager, per la gestione delle flotte dell’impresa».

E di certo non mancano ruoli atipici e altamente specializzati: l’head hunter a questo proposito cita «i designer di imballaggi sostenibili, i convertitori di autostrade smart, oppure i progettisti di mezzi a idrogeno per la logistica».

 

Favole per bambine: uguaglianza e lotta ai pregiudizi nel libro “Racconti incantati per bambine coraggiose”

Un libro di favole che vuole educare all’uguaglianza, contro i pregiudizi, dal titolo “Racconti incantati per bambine coraggiose”

Napoli, 22 settembre 2023 – Lottare contro i pregiudizi ed educare all’uguaglianza. È questo l’obiettivo del libro di favole per bambine “Racconti incantati per bambine coraggiose” dell’autrice Kira. Il libro, disponibile in anteprima ebook su Amazon e presto in versione cartacea su tutti gli store online, è edito da Lulù che fa storie, collettivo letterario che opera in Campania e marchio editoriale.

Il libro è una raccolta di dieci fiabe che raccontano alle bambine il mondo che cambia, affrontando in maniera giocosa temi profondi come l’omosessualità, il bullismo, l’ecologia, il razzismo e perfino la maternità surrogata.

“Racconti incantati per bambine coraggiose” rappresenta un viaggio verso la consapevolezza, uno spunto per comprendere meglio se stesse e il mondo fuori, un mondo in continua evoluzione.

Attraverso le storie, le bambine capiranno il valore della gentilezza, dell’amore, dell’empatia e del coraggio. E impareranno ad affrontare le sfide della crescita con determinazione, anche a costo di rompere gli schemi, se occorre.

“L’obiettivo di questo libro è offrire alle bambine modelli positivi e storie che le ispirino a credere in se stesse e nelle proprie capacità”, ha dichiarato l’autrice, Kira, che ha scelto di usare uno pseudonimo per firmare il libro.

“In un mondo in cui spesso si sente parlare di odio e discriminazione, dove le donne hanno difficoltà a far sentire la propria voce, a realizzarsi, è importante che le bambine abbiano la possibilità di crescere con un messaggio positivo d’incoraggiamento e di empowerment“, ha aggiunto Kira.

“Il libro è una risposta a coloro che vogliono un futuro diverso, un futuro in cui tutti siano liberi di essere se stessi“, ha dichiarato Cristiana Formetta, admin del collettivo Lulù che fa storie. “Vogliamo offrire alle bambine un libro che le ispiri a lottare per un mondo più giusto e inclusivo.

Kira è nata in una piccola cittadina ai piedi delle montagne. Fin da giovane, ha sempre vissuto in mezzo alla natura e agli animali. Questa profonda connessione con la natura è diventata una parte essenziale delle favole che oggi racconta a sua figlia.

L’ebook di “Racconti incantati per bambine coraggiose” è disponibile in esclusiva Amazon al prezzo di 2,99€. La versione cartacea è invece disponibile su tutti gli store online al prezzo di 10 euro.

 

 

 

 

Cambiare il mondo: nasce LAMIAGENDA, il diario che insegna inclusione, condivisione e armonia

Valorizzazione delle differenze, inclusione e condivisione all’insegna dell’armonia, i valori contenuti nella nuova inedita agenda creata dal docente e filosofo Claudio Sottocornola

Roma, 8 settembre 2023 – Con “Tutti i colori dell’arcobaleno” arriva un’agenda unica, per l’anno scolastico 2023-24, scritta da un filosofo per iniziare i più giovani alla ricerca dell’armonia, nel segno della inclusività e della condivisione”

Secondo l’Enciclopedia Treccani, come riportato nell’introduzione del diario, inclusività significa “orientamenti e strategie finalizzati a promuovere la coesistenza e la valorizzazione delle differenze”, e questo attraverso una riflessione critica che porti a garantire ad ogni individuo uguali diritti e opportunità, contrastando ogni tipo di discriminazione e intolleranza determinate da pregiudizi, razzismi e stereotipi.

Oggi è importante riflettere su ciò, se pensiamo ai drammatici fenomeni del bullismo, del razzismo – anche nel mondo dello sport –, degli scontri fra gang nelle grandi periferie urbane, ma anche dell’isolamento digitale fra i teenager, aggravato dalla recente pandemia, ai quali l’agenda intende contrapporre invece proprio i valori dell’inclusività, come l’accettazione dell’altro, la collaborazione, un sano agonismo, la lealtà e il dialogo fra le persone.

La parola chiave che Sottocornola ha dunque scelto a guidare la riflessione per l’intero anno scolastico è armonia, intesa come sintesi e valorizzazione delle differenze, della pluralità, della varietà di questo nostro mondo, dalla biodiversità, con tante specie di animali oggi messe a rischio dall’inquinamento ambientale, alla molteplicità dei popoli e delle culture che abitano il pianeta, fino alla straordinaria ricchezza della esperienza di ogni individuo, con la sua storia unica e irripetibile.

Egli sceglie così di accompagnare l’alunno in un percorso fra le attitudini o virtù che favoriscono la realizzazione di tale armonia, come la gentilezza, il coraggio, l’ospitalità, la fiducia, la riflessione, la collaborazione, la condivisione, il perdono, accompagnato da un viaggio nei luoghi dell’armonia, ambiti in cui si realizzano condizioni di pace e di bellezza, di concordia e amicizia, di ordine e di equilibrio, come la musica, lo sport, la natura e il mondo animale, la ricchezza spirituale dei popoli e delle culture. E in questo percorso fanno la loro comparsa anche esperienze e persone che sono state testimoni per la loro capacità di costruire armonia, attraverso il proprio impegno, da Malala Yousafzai, Premio Nobel per la pace nel 2014, a Raoni Metuktire, capo degli indigeni brasiliani Kayapó, candidato al premio Nobel per la Pace 2020, a causa di una vita spesa nella lotta per la preservazione della foresta amazzonica e per i diritti delle popolazioni indigene, da Rita Levi Montalcini, Premio Nobel per la fisiologia e medicina nel 1986, a Madre Teresa di Calcutta, Premio Nobel per la pace nel 1979, e canonizzata da papa Francesco nel 2016.

Sottocornola, con esempi appropriati e un linguaggio piano, ma avvincente ed evocativo, si cimenta così nel non facile tentativo di iniziare i più giovani al linguaggio dell’interiorità, educando a coltivare la propria dimensione profonda, anche parlando loro di ecosistema, di politica, di filosofia, di spiritualità, di etica, empatizzando però con le loro categorie, il loro linguaggio, la loro fantasia, in un affascinante approccio fra maieutica socratica e mito platonico. Guidando i suoi giovani lettori in una esplorazione fra tutti i colori dell’arcobaleno, ovvero nella straordinaria ricchezza del mondo e degli esseri umani, egli si sforza di aprir loro le porte alla scoperta di quell’armonia che potrebbe diventare la loro password verso la felicità, come risultato di una buona vita.

“Quando mi è stato chiesto di realizzare un’agenda scolastica per ragazzi dai 7 ai 14 anni, ho nutrito qualche perplessità: sono stato abituato infatti ad insegnare, soprattutto Filosofia e Storia, a ragazzi più grandi, e la mia attività di scrittore si concentra piuttosto su di un pubblico adulto, che sceglie saggistica filosofica. Poi mi sono ricordato di avere letto, da adulto, un testo illuminante, ‘Il mio piccolo catechismo’, del grande filosofo francese Jean Guitton, nel quale l’autore, con sapienza profonda, sapeva spiegare ai più piccoli complessi concetti teologici con una semplicità disarmante e, insieme, una cura estetica ed una profondità di pensiero davvero stupefacenti. Ed ho capito che si potevano dire cose grandi parlando ai piccoli”.

Così Claudio Sottocornola, docente, filosofo e saggista, spiega com’è nata “LAMIAGENDA”, diario scolastico 2023-24 per i ragazzi delle scuole primarie e secondarie di primo grado, edita dalla storica Casa Editrice I Quindici, in collaborazione con il CSI (Centro Sportivo Italiano), che affronta per questo anno scolastico il tema più che mai attuale dell’inclusività con l’accattivante titolo “Tutti i colori dell’arcobaleno”.

Con l’iniziativa editoriale de LAMIAGENDA, la Casa editrice I Quindici intende proporre un grande “libro” da vivere e da riempire, giorno dopo giorno, mese dopo mese, nell’ottica della propria filosofia educativa, ove ragazze e ragazzi non sono i semplici “destinatari”, ma i veri e propri protagonisti, come nella celebre e storica Enciclopedia Illustrata, derivante dall’omologa opera statunitense, che spopolò in Italia soprattutto fra gli anni ’60 e ’70.

LAMIAGENDA nasce proprio per mettere a disposizione uno strumento tutto nuovo, utile e accattivante, attraverso un formato originale, una struttura delle pagine graficamente efficaci e coinvolgenti, ricche di immagini e foto che, anche quest’anno, vanno ad arricchire il tema prescelto, quello dell’inclusività.

Disponibile in due versioni, con le pagine a quadretti o a righe, LAMIAGENDA può essere “personalizzata” con pagine relative a notizie e informazioni sui programmi e sulle attività di ogni singolo Istituto scolastico.

Chi è Claudio Sottocornola

Claudio Sottocornola, già ordinario di Filosofia e Storia nei licei bergamaschi, si è laureato con una tesi in Storia della teologia all’Università Cattolica di Milano ed è stato anche docente di Discipline religiose, Materie letterarie, Scienze dell’educazione, Storia della canzone e dello spettacolo alla Terza Università di Bergamo. Giornalista, scrittore e performer, si caratterizza per una forte attenzione alla categoria di “interpretazione”, alla cui luce indaga il mondo del contemporaneo. Come filosofo, ha utilizzato musica, poesia e immagine per parlare a un pubblico trasversale, nelle scuole, nei teatri e nei più svariati luoghi del quotidiano. È autore di numerosi saggi, opere poetiche, visive e multimediali con tre temi prevalenti: l’autobiografia intellettuale, la cultura popular contemporanea, la crisi del sacro e la sua rimodulazione nella attuale civiltà occidentale.

 

 

 

www.lamiagenda.com

www.claudiosottocornola-claude.com

 

Lavoro: l’emorragia dei talenti è un grave problema

Milano, 6 settembre 2023 – L’economista Anthony Klotz, colui che nel 2021 aveva coniato il termine “Great resignation”, lo ha dichiarato poche settimane fa: la stagione delle Grandi dimissioni è giunta al capolinea. A spingerlo in questa direzione sono i numeri degli Stati Uniti, che nel 2022 – con 50 milioni di lavoratori che hanno dato le dimissioni, stando al Bureau of Labor Statistics – stanno tornando ai livelli del 2019. Le cose non stanno però così in Italia, dove il numero di dimissioni continua a essere insolitamente alto.

L’Osservatorio sul precariato Inps per il 2022 parla infatti di 1.255.706 persone che si sono dimesse da un contratto stabile, il 24% in più rispetto al 2019.

Un’indagine della Camera di Commercio afferma per esempio che, tra 2018 e 2022, le dimissioni in provincia di Forlì-Cesena sono aumentate del 39,5%.

«Al di là di quanto dimostrano le statistiche degli ultimi mesi e anni, il concetto di fondo è chiaro: la loyalty aziendale ha perso appeal, e sempre più dipendenti sono propensi a valutare seriamente nuove opportunità di carriera» spiega Carola Adami, fondatrice di Adami & Associati, società internazionale di head hunting specializzata nella selezione di personale qualificato e nello sviluppo di carriera.

I fattori che spingono in questa direzione sono tanti. «A determinare una situazione di questo tipo» spiega Adami «è tra le altre cose la consapevolezza dei talenti di vivere in un periodo storico peculiare, in cui le aziende faticano parecchio a trovare determinate figure. C’è poi la ricerca di un maggiore equilibrio tra vita privata e vita lavorativa, e c’è anche un diffuso desiderio di flessibilità, tutti fattori che fanno passare in secondo piano la fedeltà verso il datore di lavoro».

In questo contesto, cosa possono fare le aziende per trattenere i clienti in azienda, così da non lasciarsi scappare competenze ed esperienza? Ecco i 5 consigli di Carola Adami.

Come trattenere i talenti in azienda

La talent retention inizia al momento del recruiting: le possibilità di avere un alto livello di fidelizzazione sono decisamente più alte quando si selezionano i candidati ideali e quando si riesce ad aumentare fin da subito il loro livello di engagement.

Più equilibrio tra vita private e vita lavorativa: come anticipato, l’esigenza più grande dei lavoratori è attualmente quella legata al work-life balance, aspetto che nella maggior parte dei casi viene considerato ancora più importante rispetto all’entità dello stipendio. Si parla quindi di orari flessibili, di smart working, di utilizzo funzionale delle nuove tecnologie, di nidi aziendali e via dicendo.

Gli stipendi devono essere equi: se è vero che lo stipendio spesso non è più considerato come l’elemento più importante in un rapporto lavorativo, resta comunque uno dei temi più significativi per i lavoratori.

Ecco che allora l’offerta economica deve essere tale da raccogliere l’attenzione di potenziali candidati e, successivamente, deve essere equa,  commisurata all’esperienza e quindi aggiornata. Sapendo peraltro che una fetta molto alta dei lavoratori non richiede nessun aumento di stipendio prima di dimettersi: da questo punto di vista dovrebbe quindi essere l’azienda a fare la prima mossa.

La centralità dell’ascolto: una buona comunicazione è al centro di un buon rapporto tra lavoratori e azienda. I responsabili devono quindi essere a disposizione per ascoltare e comprendere le preoccupazioni e le opinioni dei membri del team. Sapendo di avere un capo attento i dipendenti capiscono di essere in un’azienda che vede il loro valore, fattore che permette di aumentare il livello di fidelizzazione.

L’importanza di proporre dei piani di carriera: per aumentare la talent retention in azienda è necessario supportare attivamente lo sviluppo di carriera dei dipendenti, prevedendo quindi corsi di formazione, aggiornamenti e promozioni.

 

Donne, lavoro e Tech: un gap ancora lungo da colmare

Milano, 1 settembre 2023 – Guardando alla lista Fortune 500 aggiornata, solo il 10% dei CEO è donna (e solo 2 sono donne di colore). Non ci sono dubbi: il tetto di cristallo è ancora intatto, con le donne fortemente sottorappresentate comparativamente al tasso generale di occupazione. E se c’è un settore in cui la carenza di donne è generalizzata, quello è il tech. Si parla dei più diversi ruoli, dal Chief Innovation Officer all’IT Business Analyst, dal Data Analyst al Security Manager, per arrivare ai più diversi sviluppatori.

Stando a WomenTech Network, attualmente solo il 28% di tutti i lavori informatici e matematici è occupato da donne; guardando all’Unione Europea, solamente il 19,1% dell’ICT è composto da donne. A partire da questi numeri, lo stesso network stima che, di questo passo, saranno necessari 132 anni per colmare il gap di genere in ambito tech.

E non è tutto qui. Come ci ha spiegato Carola Adami, fondatrice di Adami & Associati, società internazionale di head hunting specializzata nella selezione di personale qualificato e nello sviluppo di carriera, «ci sono altri aspetti da considerare per capire quanto la posizione delle donne nel settore tecnologico sia fragile e ben lontana dall’essere equilibrata». Oltre alla ridotta presenza femminile l’head hunter sottolinea infatti aspetti come «il più alto tasso di turnover, nonché l’esigua presenza di donne in ruoli manageriali e dirigenziali».

Come si spiega questo allarmante gap nel settore tecnologico?

«Di certo le ricerche di personale in ambito tecnologico e informatico in questi anni non mancano» spiega Adami, specificando che «è altissima la richiesta di figure come sviluppatori, specialisti in cyber security, data scientist architects, infrastructure manager ed esperti di Internet of Things» e che più in generale «il 60% circa delle aziende ha grandi difficoltà del reperire talenti informatici». In uno scenario di questo tipo, a determinare il gap di genere non sono quindi degli stereotipi pronti a viziare il processo di selezione, quanto invece la mancanza di candidati con le giuste competenze, e in particolar modo la mancanza di donne con le giuste hard skill.

«Purtroppo, in Italia come altrove, le ragazze continuano a restare in buona parte lontane dalle materie STEM, ovvero Science, Technology, Engineering e Mathematics, e fino a quando ci sarà un forte gap a livello formativo, ce ne sarà uno proporzionale e inevitabile a livello professionale» conclude Adami.

A confermare questa lettura è l’Osservatorio Stem “Rethink Ste(a)m education – A sustainable future through scientific, tech and humanistic skills” di Deloitte, il quale ha recentemente rilevato che in Italia solo il 14,5% delle ragazze che frequentano l’università opta per dei corsi di laurea STEM.

 

 

Giovani e mondo del lavoro alla Futura Expo

All’Area Smart di Smart Future Academy in Futura Expo l’incontro tra i giovani e il mondo del lavoro

Brescia, 27 luglio 2023 – Grandi novità sono emerse dalla conferenza stampa di Smart Future Academy per presentare le attività all’interno dell’Area Smart durante l’evento nazionale di orientamento Capital Cultura 2023 Live, che si terranno a Brescia, l’8, 9 e 10 ottobre 2023.

Durante l’evento nazionale di orientamento Capitale Cultura 2023 LIVE i partecipanti potranno accedere all’AREA SMART all’interno di Futura Expo, un’area di 200 mq all’interno dell’Agorà di Futura Expo, resa   unica dall’architetto Raffaella Laezza, un’area che sprigiona, grazie alle sue non-pareti di verde, una creatività contagiosa.

“Immaginate uno spazio magico, un luogo incantato in cui gli studenti si riuniscono per parlare di lavoro e professione, ma con una gioiosa leggerezza che rende ogni incontro con il mondo del lavoro un’avventura coinvolgente”, spiega Lilli Franceschetti, Presidente di Smart Future Academy.

”In questa terra incantata, le responsabilità si fondono con il divertimento, e le sfide si trasformano in incontri stimolanti. Qui, i mentori e gli esperti si trasformano in amici entusiasti, pronti a condividere le loro esperienze in modo coinvolgente e coinvolto”, ha detto ancora la Presidente. 

“In sintonia con i 500 alberi per Vegetal Pavilion di Futura 2023, l’AREA SMART è delimitata da 37 alberi Fagus Sylvatica e l’interno è un freeing space, fluido e contrappuntato da tavoli ospitali, ledwall, totem”, racconta Raffaella Laezza, progettista dell’allestimento di Futura Expo.

”La composizione spaziale vuole rafforzare ciascuna identità dei tre enti che, in questa occasione, hanno deciso di collaborare sul tema dell’orientamento dei giovani. Ed è proprio rafforzando le identità che è possibile il dialogo: gli spazi non sono posti in confine chiuso tra uno e l’altro ma sono soglia verso l’altro, proiezione di un futuro da condividere. Come in uno spazio naturale gli alberi non sono considerati come arredo. Essi sono pensati come nature in process: interessa il loro processo di crescita, di cambiamento, di circolarità da essere vivente che si trasforma, pulisce l’ambiente, si rigenera. In sintonia con essi saranno i visitatori dell’AREA SMART che come gli alberi sapranno inserirsi in un processo circolare di decarbonizzazione del Pianeta: le loro radici, rami, fiori e frutti saranno parte di una circular energetic community per il Pianeta.”

In questa dimensione unica, il lavoro si trasforma da impegno a passione, e il divertimento da evasione a fonte di ispirazione. E così gli studenti scoprono che il segreto per un futuro luminoso è abbracciare il gioco e la leggerezza, portando con sé l’entusiasmo e il desiderio di apprendere, crescere e realizzare i propri sogni attraverso:

  • Simulazioni di colloqui di lavoro con imprenditori, per sperimentare in prima persona le sfide che dovranno affrontare nel loro futuro. l’imprenditore ha a disposizione un certo numero di “chiave d’accesso all’azienda” che consegnerà agli intervistati più brillanti, le chiavi permetteranno di avere un colloquio personale spendibile alla fine del suo percorso di studi, una sorta di “salta coda di Gardaland”.
  • Proporsi come brand ambassador di Smart Future, i volti che trasmetteranno gli obiettivi e i valori dell’Associazione: matching giovani-aziende, orientamento, ispirazione e uno spazio coworking facilitato per i giovani startupper.
  • Test attitudinale, che li aiuterà a individuare la miglior strada per il loro futuro professionale, in linea con le loro passioni e talenti. Tramite questo test, i ragazzi verranno direzionati agli stand delle imprese la cui attività è più coerente con il profilo attitudinale del giovane. 
  • Passaporto Cultura del Lavoro” che verrà timbrato dagli espositori di Futura Expo dopo che i ragazzi avranno visitato i rispettivi stand. Questo passaporto rappresenta un percorso di orientamento personalizzato attraverso l’evento, che consentirà agli studenti di esplorare il Brixia Forum mettendosi in gioco in prima persona e conoscere le realtà espositive presenti.
  • Scoprire il mondo dei content creator marketing, che vedrà la partecipazione dei popolarissimi Sabaku, Cydonia e Kurolily, con al centro i nuovi lavori digitali e i nuovi strumenti tramite i quali le aziende possono presentarsi alla Generazione Z. Sempre all’interno dell’AREA SMART i ragazzi potranno incontrare i content creator Poldo e Jumbodrillo, per dei momenti di aggregazione e intrattenimento.
  • Spazio business, uno stand autonomo di incontro per gli imprenditori, gestito da Confindustria Brescia e Confindustria Bergamo, prova ulteriore della collaborazione strategica tra i due territori. L’edizione 2022 di Futura Expo ha rappresentato un successo soprattutto con l’ampia partecipazione dei giovani, che sono il nostro futuro e possono fare la differenza in tema di sostenibilità – spiega Roberto Zini, vice presidente Confindustria Brescia con delega a Relazioni Industriali e Welfareun concetto approfondito, quest’anno, grazie alla collaborazione con Smart Future Academy,  anche in coerenza con quanto da tantissimi anni, la nostra Associazione fa per l’orientamento”. Nello stand condiviso presente alla manifestazione, proporremo esperienze interattive, indirizzando le ragazze e i ragazzi, e invitandoli a conoscere le nostre aziende. Non è tutto: con il sostegno dei Giovani Imprenditori dell’Associazione, proporremo un’interessante iniziativa di “colloquio simulato”, in cui gli imprenditori potranno consigliare sui comportamenti positivi e su quelli da evitare nei colloqui di lavoro. Siamo infatti convinti che il dialogo tra impresa e mondo della formazione sia, oggi, sempre più imprescindibile.

Tutto questo è possibile grazie alla ormai pluriennale collaborazione con Camera di commercio di Brescia, “con l’allestimento dell’Area Smart – commenta il Presidente della Camera di Commercio di Brescia, Roberto Saccone – viene ulteriormente valorizzato ed evidenziato l’impegno di Smart Future Academy a concreto supporto della creazione di un diretto collegamento tra il mondo delle imprese e l’universo giovanile, in modalità assolutamente innovativa e tale da stimolare il coinvolgimento i nostri studenti nella comprensione dell’evoluzione, in atto,  del mercato del lavoro. Da evidenziare, in particolare, la possibilità prevista quest’anno per gli studenti presenti a Smart Future Academy di partecipare a incontri sul tema dell’avvio di impresa che si terranno presso lo stand allestito dalla Camera di Commercio, nel corso dei quali le componenti del Comitato Imprenditoria femminile illustreranno le loro personali esperienze di imprenditrici”.

 

Questo incontro offrirà inoltre agli studenti l’opportunità unica di scoprire come la sostenibilità rappresenti già il presente del mondo del lavoro e di entrare in contatto con coloro che applicano queste pratiche nella vita quotidiana.

Smart Future Academy e? un progetto valido ai fini delle ore di orientamento previste dal recente decreto del Ministro dell’Istruzione e dei PCTO, aperto a tutti gli studenti delle scuole superiori e completamente gratuito. L’evento è cofinanziato e patrocinato dalla Camera di Commercio di Brescia e si svolge con il patrocinio di Unioncamere. L’evento è realizzato in collaborazione e in coordinamento con gli Uffici Scolastici Territoriali.

Appuntamenti di Smart Future Academy

Aerea Smart  | Brixia Forum | 8-9-10 ottobre 2023 | 9:00-17:00

Smart Future Academy Speciale medie   | Palaleonessa |8 ottobre 2023 | 15:00-17:00

Smart Future Academy Capitale Cultura 2023 LIVE | Palaleonessa | 9-10 ottobre 2023 | 9:00-17:00

Congresso nazionale sull’orientamento  | Brixia Forum | 10 ottobre 2023 | 15:30-17:00


Contatti: info@smartfutureacademy.it; ufficiostampa@smartfutureacademy.it

In allegato nella cartella stampa:

  • Il PDF Modalità di pre-iscrizione
  • Organizzazione Smart Future Academy – Contatti
  • Le attività svolte dall’associazione dal 2017
  • Presentazione di Smart Future Academy A.S. 23-24
  • Presentazione di Capitale Cultura 2023 LIVE
  • Foto Ufficiali

DETTAGLI EVENTO

    • Domenica 8 ottobre dalle 15:30 alle 16:30 dedicata ai giovanissimi delle scuole medie inferiori e alle famiglie;
  • Lunedì 9 ottobre e martedì 10 vedranno l’arrivo degli studenti delle scuole superiori divisi in più turni dalle 09:00 alle 17:00; 
  • Martedì 10 ottobre dalle 15:30 alle 17:00 si terrà il Convegno Nazionale sull’Orientamento con la partecipazione del Ministro dell’Istruzione  e del Merito Giuseppe Valditara.

COME ISCRIVERSI

Smart Future Academy Evento

Il primo passo è l’iscrizione dell’istituto sul sito di Smart Future Academy.
Link all’iscrizione : Modulo Iscrizione Istituto Scolastico Capitale Cultura 23 LIVE
L’iscrizione non ha alcun costo per la scuola ma è necessaria per il riconoscimento delle ore PCTO. L’istituto riceverà successivamente la conferma dell’iscrizione via mail dalla segreteria organizzativa. La conferma prevede: 

  • un codice istituto da inserire durante l’iscrizione “classe-studenti” 
  • il link eventbrite per effettuare l’iscrizione “classe-studenti” 
  • il link al QV (questionario di valutazione) che permette di ricevere l’attestato di partecipazione.

Convegno Nazionale sull’Orientamento

Uno dei momenti salienti dell’evento sarà il Convegno Nazionale sull’Orientamento, in programma il 10 ottobre nel pomeriggio. Alla presenza del Ministro dell’Istruzione e del Merito, professor Giuseppe Valditara, il convegno sarà l’occasione per fare il punto sulla riforma dell’orientamento, a partire dal riconoscimento dei talenti, delle attitudini, delle inclinazioni e del merito degli studenti. L’obiettivo del convegno è di costruire consapevolezza della centralità dell’orientamento, inteso come processo dalle caratteristiche imprescindibili: l’orientamento deve essere permanente, interattivo, scientifico, misurabile e centrato sulla vita delle persone. Anche attraverso il confronto con le esperienze di orientamento di altri Paesi europei, verrà posta l’attenzione sulle iniziative utili alla riduzione del mismatch tra le aspirazioni dei giovani e le necessità delle imprese. Il convegno è rivolto agli operatori scolastici, alle istituzioni e alle rappresentanze del mondo dell’impresa; l’esito dei lavori sarà raccolto nel documento programmatico “Il Manifesto di Brescia”.

 

Cos’è Smart Future Academy

Smart Future Academy è l’innovativo progetto rivolto alle scuole superiori italiane che ha come obiettivo di aiutare gli studenti a comprendere cosa vorrebbero fare “da grandi” attraverso il contatto con figure di eccellenza dell’imprenditoria, della cultura, della scienza e dell’arte. Smart Future Academy si rivolge ai giovani che cercano ispirazione e  orientamento e contemporaneamente hanno bisogno di maggiori informazioni sul mondo del lavoro, delle professioni e dei percorsi formativi.

Come funziona

Gli eventi di Smart Future Academy si compongono di tre momenti fondamentali: speech, interazione e intervalli

Lo speaker, selezionato da un autorevole Comitato Scientifico, parla della propria esperienza e racconta ai di ragazzi come sia possibile raggiungere la realizzazione personale e lavorativa seguendo la propria passione che comprende impegno, studio, disciplina ma anche gioia e divertimento. Dopo lo speech i ragazzi possono interagire con lo speaker, è il momento fondamentale dell’orientamento: un’occasione di confronto e di dialogo, dove le domande arrivano dai ragazzi agli speaker via Instagram. Infine durante gli intervalli gli animatori di ScuolaZoo con il team dei brand ambassadors e content creators di Smart Future coinvolgono gli studenti in momenti di divertimento e aggregazione, durante i quali i ragazzi diventano i veri protagonisti dell’evento.

Chi siamo

Presidente

  • Lilli Adriana Franceschetti (presidente@smartfutureacademy.it)

Vice presidente e Referente Rapporti Camere di Commercio 

Consiglio Direttivo

Team

Advisory Board

  • Cristian Fracassi – Ceo Isinnova
  • Betty Pagnin – Ceo Oneday
  • Paulo von Vacano – DRAGO Editore

Comitato scientifico

  • Giuseppe Ambrosi  (presidente dell’European Dairy Association e Gruppo Ambrosi)
  • Sergio Pecorelli (già Rettore Università di Brescia)
  • Carlo Alberto Pratesi  (docente di marketing ed innovazione, Univ. Roma Tre)
  • Luigi Scordamaglia (AD Inalca spa – Gruppo Cremonini)
  • Daniele Tranchini  (CEO EBA-Essential Brand Advisory)
  • Giovanni Valotti (docente ordinario Economia delle Aziende Pubbliche- Univ.Bocconi )
  • Enrico Zampedri (AD Gruppo Metra)
  • Lorenzo Maternini (vicepresidente Talent Garden)
  • Maria Ida Germontani (giurista d’impresa)

 

 

 

Manager, è il momento giusto per emergere: ecco come

Milano, 19 luglio 2023 – Il 2023 sta confermando le aspettative degli esperti, con il mercato del lavoro che continua a dare riscontri positivi. Le ricerche dei talenti continuano, e ci sono settori in cui anzi i processi di recruiting continuano a crescere: si parla dell’Information Technology, del Sales, dell’Healthcare, dell’Engineering e del Finance.

Si sarebbe potuto pensare che crisi come l’inflazione, la guerra in Ucraina e la crisi energetica avrebbero bloccato questi trend, ma non è stato così. Al contrario, negli ultimi mesi in particolare si è registrato un cauto ma diffuso ottimismo.

«Il momento è particolarmente felice per i manager che desiderano portare la propria carriera a uno step successivo, passando da una posizione junior a una posizione middle, oppure da una middle a una posizione top» spiega Carola Adami, fondatrice di Adami & Associati, società internazionale di head hunting specializzata nella selezione di personale qualificato e nello sviluppo di carriera.

«Negli ultimi mesi le richieste di manager di alto livello da parte delle aziende è continuato a crescere, in particolar modo nel campo dell’Industria 4.0, dell’automazione e dell’ICT. Il periodo» chiarisce l’head hunter «è infatti ricco di riorganizzazioni, di interessanti sviluppi, per non parlare della spinta dell’espansione del Private Equity».

Ma come approfittare di questo frangente?

«Chi mira a velocizzare il progresso di carriera deve muoversi lungo due direttrici parallele: da una parte è necessario continuare a far crescere le proprie capacità e le proprie competenze, mentre dall’altra è fondamentale emergere, promuovendo al meglio la propria immagine professionale» spiega Adami.

Ecco nello specifico le 4 attività da mettere al centro:

Investire nel proprio personal brand: quando si parla della ricerca di manager e ancor più di top manager, entrano automaticamente in gioco le tecniche di head hunting, con una parte via via sempre più importante di candidati che vengono selezionati non in seguito a una risposta a un annuncio di lavoro, quanto invece in seguito a un contatto diretto. Ecco che allora diventa fondamentale riuscire a distinguersi, creando un personal brand efficace. E no, non basta creare un profilo LinkedIn: è necessario promuovere la propria immagine in modo coerente ed efficace, offline come online, lavorando sulle proprie unicità e sui propri punti di forza.

Non smettere mai di imparare: continuare a investire sulla propria formazione è prezioso per due motivi; da una parte, ovviamente, permette di aggiornare le proprie competenze e di acquisirne di nuove; dall’altra è importante per dimostrare concretamente la propria ambizione, la propria voglia di crescere, dettaglio che ogni head hunter vuole riconoscere in un candidato a una posizione manageriale.

Approfittare del supporto di un consulente di carriera: il supporto di un career coach può fare la differenza, soprattutto in quei casi in cui si punta a un cambiamento di carriera e si cerca il modo più rapido, più efficace e più idoneo per affrontarlo. Avendo al proprio fianco un consulente è facile individuare e mettere in chiaro i propri limiti, i propri reali obiettivi, le proprie motivazioni e i propri punti di forza, per disegnare e seguire il percorso professionale ideale.

Fare networking è essenziale: come detto, quando si parla di executive research ci si affida spesso al contatto diretto dei potenziali candidati, senza passare per gli annunci di lavoro. Fare networking è quindi un’attività essenziale per chi desidera fare carriera nel mondo del management, nel mondo online – usando strumenti come LinkedIn – come in quello offline, sfruttando quindi momenti di incontro come conferenze, fiere del settore, incontri pubblici e via dicendo.

 

Innovazione educativa: sul Gargano ritorna il convegno teleXbe

La tecnologia sta cambiando il nostro modo di imparare? Sul Gargano un convegno sull’educazione educativa

Roma, 29 giugno 2023 – L’innovazione degli ambienti educativi sarà il tema centrale di teleXbe 2023, un convegno internazionale sul Technology Enhanced Learning (TEL), organizzato dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Unifg. Anche quest’anno il comitato organizzativo del convegno ripropone la formula vincente del 2022: due giornate di dibattito internazionale, tra il 29 e 30 giugno, con il conferimento di premi scientifici.

È ormai alle porte la quarta edizione del workshop teleXbe (Technology Enhanced Learning Environments for Blended Education), che per il secondo anno di fila sarà ospitato nell’incantevole cornice del Gargano, presso il Pizzomunno Palace Hotel di Vieste (FG) e fruibile anche online. L’evento si snoderà in due giornate ricche di interventi e dibattiti, tra 29 e 30 giugno, con numerosi ospiti dal panorama internazionale europeo.

Sin dalla sua prima edizione, svoltasi in piena pandemia e in un momento di urgenti riflessioni sul futuro della didattica, teleXbe ha coinvolto diversi ricercatori in ambito psico-pedagogico, ingegneristico e informatico, esperti di instructional design, programmatori e intellettuali di settori differenti.

Tale configurazione ha permesso, in linea con quanto immaginato dal comitato scientifico foggiano, di dedicarsi efficacemente al raggiungimento del principale scopo del convegno: intrecciare insieme diversi punti di vista professionali al fine di innovare i processi di apprendimento e insegnamento, integrando soluzioni tecnologiche all’avanguardia in ambito educativo. Tra le tematiche che verranno esplorate nel corso delle relazioni, infatti, vi saranno:

  • Apprendimento blended e didattica a distanza (DAD);
  • MOOC (Massive Open Online Courses);
  • Ambienti ibridi di apprendimento;
  • Nuove strategie e pratiche di insegnamento, apprendimento e valutazione;
  • Technology Enhanced Learning;
  • Tangible User Interfaces (TUI);
  • Piattaforme intelligenti e multimodali;
  • Serious Games;
  • Learning Analytics;

L’evento che verrà aperto con i saluti del Magnifico Rettore dell’Università di Foggia, prof. Lorenzo Lo Muzio, e del Vicesindaco di Vieste e assessore al turismo, Rossella Falcone è pensato per raccogliere nuove idee, progettualità e suggestioni, da pubblicare successivamente in un prodotto scientifico collettivo e disponibile come risorsa open, in continuità diretta con le precedenti edizioni.

Le due giornate, infatti, ospiteranno gli interventi di studiosi con specialità diverse, oltre a tre macro-interventi tematici, tenuti, rispettivamente, dal prof. Alberto Sangrà, dall’Universitat Oberta de Catalunya; dalla prof.ssa Joanna Kic-Drgas, dalla Adam Mickiewicz University di Poznan e dal prof. Lukasz Tomczyk della Jagiellonian University di Cracovia.

Il workshop sarà anche teatro di disseminazione di due progetti europei in cui l’Università di Foggia è coinvolta: il progetto MERGO, coordinato da UNIFG, intende innovare la formazione a distanza nei settori dell’enologia e della viticultura, e il progetto DigiPsyRes, che studia le strategie per sviluppare la resilienza psicologica negli ambienti online in tempi di emergenza. Nel corso del convegno verranno consegnati anche due premi scientifici: il ‘Best Paper Award’ dedicato alla memoria di Antonio Cerrato, scomparso nel 2020, a soli 32 anni; in secondo luogo, un premio alla carriera, che sarà consegnato al dott. Giacomo Stella, affermato psicologo e promotore di numerosi progetti di ricerca sul tema dell’apprendimento ottimale.

I programmi della Prima e della Seconda giornata sono disponibili al seguente link: https://www.telexbe.info/program/.

Per registrarsi gratuitamente all’evento registrarsi al seguente link: https://forms.gle/LumCkpNAtYq8aXu28.

 

 

Professioni: in Italia non si trovano più maniscalchi qualificati

La storia di Alessandro Ingarra, giovane maniscalco, che nonostante le sfide e le difficoltà del mestiere, scommette sul futuro della professione

Roma, 29 giugno 2023 – I maniscalchi sono una figura professionale la cui esistenza risale a millenni fa. Con un ruolo fondamentale nel corso della storia, hanno accompagnato l’evoluzione dell’uomo e della società. Il maniscalco è una di quelle professioni che sta scomparendo in Italia, una figura sempre più difficile da trovare. A parlarcene è Alessandro Ingarra, un giovane “contro corrente” che ha deciso di intraprendere la professione di maniscalco, e che ci porta a scoprire questa anticaaffascinante professione, dai suoi albori fino ai giorni nostri. Delineando un panorama che alterna nostalgia, passione e una certa dose di realismo.

Iniziamo con il parlare dell’origine della professione in Italia.

L’origine della professione

L’arte del maniscalco ha origini antichissime, risalenti all’età del bronzo, quando l’uomo cominciò a domare i cavalli. Con l’introduzione del ferro e l’evoluzione delle tecniche di lavorazione, nasce la figura del maniscalco, colui che forgia e applica i ferri ai cavalli.

Ma non si tratta solo di questo: il maniscalco era anche una figura chiave per il benessere generale dell’animale.

La professione di maniscalco si sviluppò in modo significativo durante l’era romana, quando l’uso dei cavalli in guerra, per il trasporto e in agricoltura divenne predominante. Man mano che la società si evolse, anche la professione del maniscalco si adattò, diventando essenziale per l’economia delle città e dei villaggi.

Cosa fa un maniscalco

Il maniscalco è un artigiano specializzato nella cura dei piedi dei cavalli. È responsabile della rimozione del vecchio ferro, del taglio e della limatura dello zoccolo, e della forgiatura e dell’applicazione di un nuovo ferro.

Ma il suo lavoro va oltre: deve conoscere a fondo l’anatomia del cavallo, per poter valutare la salute generale dell’animale e per poter intervenire correttamente.

Inoltre, il maniscalco deve essere in grado di lavorare con i veterinari e altri professionisti del settore equino per garantire che il cavallo sia in condizioni ottimali.

E, naturalmente, deve saper maneggiare i cavalli, essere paziente, forte e avere un ottimo senso dell’equilibrio. Un compito non da poco, che richiede una grande passione per questi magnifici animali.

Il ruolo del maniscalco nell’antichità

Nell’antichità, il ruolo del maniscalco era fondamentale. I cavalli erano una risorsa preziosa e la loro salute e benessere erano di vitale importanza. Il maniscalco era quindi una figura di primo piano, spesso ritenuto quasi sacro.

In epoca medievale, i maniscalchi erano spesso associati ai fabbri, poiché entrambi lavoravano il ferro.

Ma la loro abilità andava oltre la semplice forgiatura: sapevano come adattare le ferree al piede del cavallo per garantire il massimo comfort e per prevenire o curare problemi di salute. Le loro competenze erano quindi tanto apprezzate quanto essenziali.

Il maniscalco oggi: una professione antica ma sempre attuale

Nonostante il tempo e l’evoluzione tecnologica, la professione del maniscalco persiste. Oggi, con la riscoperta della professione, vediamo un ritorno alla pratica tradizionale del maniscalco, in cui la cura e l’attenzione per il cavallo sono al centro di tutto.

Il maniscalco moderno deve essere a conoscenza delle ultime tecniche e ricerche nel campo dell’equitazione e della cura del cavallo.

I maniscalchi moderni hanno anche lasciato il loro segno nell’arte e nella cultura contemporanea, con numerose rappresentazioni che celebrano l’abilità e la dedizione richieste da questo mestiere. Nonostante le sfide, la professione del maniscalco continua a prosperare, mantenendo viva una tradizione antica e preziosa.

Le difficoltà della professione

Nonostante l’importanza della professione, esistono molte difficoltà nel mondo moderno. La domanda di maniscalchi è diminuita con l’avvento dei veicoli a motore. Inoltre, il lavoro è fisicamente impegnativo e richiede una formazione specialistica.

Per molti la professione del maniscalco è considerata obsoleta, ma per coloro che lavorano nel settore equino, la figura del maniscalco è ancora fondamentale. Tuttavia, la diminuzione del numero di maniscalchi può mettere a rischio la salute e il benessere dei cavalli.

Proprio in questo ambito lavora Alessandro Ingarra, uno dei pochi giovani ad occuparsi di questo antico mestiere in Italia, grazie ad un lavoro che gli venne tramandato da una generazione di maniscalchi di vecchia data.

Un lavoro a sua detta, molto impegnativo, che non trova sbocco nella nuova società in cui i giovani cercano di fare lavori fisicamente meno impegnativi di questo.

Lo stato attuale della professione

Attualmente, la professione del maniscalco è in una fase di transizione. Se da un lato c’è una rinnovata attenzione e apprezzamento per questa antica professione, dall’altro, il numero di maniscalchi qualificati è in calo.

Nonostante la richiesta per questa professione sia ancora alta in certe zone rurali e in ambienti legati al mondo dell’equitazione, la carenza di personale qualificato rappresenta un serio problema.

Il futuro della professione dipenderà in gran parte dalla capacità di attrarre nuovi apprendisti e di trasmettere loro l’amore per questo mestiere, derivante dall’amore per i cavalli e tutto ciò che li riguarda.

Carenza di personale qualificato

Trovare personale qualificato è una sfida. La formazione del maniscalco è lunga e rigorosa, e richiede un impegno fisico e mentale significativo. Inoltre, nonostante la rinnovata attenzione per la professione, molte persone vedono ancora il maniscalco come un mestiere obsoleto.

Tuttavia, le opportunità di carriera per i maniscalchi sono numerose, soprattutto nel settore sportivo e nella cura dei cavalli da corsa o da spettacolo. Per coloro che amano i cavalli e che apprezzano il lavoro manuale, diventare un maniscalco può essere una scelta professionale gratificante.

Purtroppo, non solo il settore dei maniscalchi è a rischio di scomparire data la poca offerta di professionisti del settore: anche fabbri, carpentieri e artigiani sono a rischio di estinzione e si prevede un netto calo di queste figure in futuro.

Di cosa si occupa Alessandro Ingarra

Alessandro Ingarra è un giovane maniscalco che ha ripreso questa antica professione. Ha studiato con passione e dedizione, affinando le sue competenze sotto la guida di maniscalchi esperti. Oggi Alessandro lavora con cavalli di varie razze e discipline, offrendo loro la migliore cura possibile.

La sua passione per il mestiere è evidente: “È un lavoro difficile, ma gratificante. Non c’è nulla di paragonabile al rapporto che si crea con il cavallo. È un’esperienza unica“, dice il giovane maniscalco.

Alessandro rappresenta la nuova generazione di maniscalchi, che mantengono viva una tradizione antica, dimostrando che, nonostante le sfide, la professione del maniscalco ha ancora un futuro.

 

Se tutte le professioni si gestissero come nella musica, il mondo si estinguerebbe all’istante

Roma, 27 giugno 2023 – La cultura musicale, i musicisti ed i compositori non se la sta passando bene in Italia. Sull’argomento pubblichiamo di seguito una lettera aperta del noto perito plagi M° Luca Valsecchi, con l’intento di far riflettere gli addetti ai lavori ed il pubblico su un argomento così importante per la cultura italiana.

“I musicisti diplomati e laureati in Italia si autodefiniscono “professionisti” in virtù del loro diploma, quando di professione sono perlopiù insegnanti. Un architetto ad esempio non è tale di professione in virtù della sua laurea: nel momento in cui insegna la sua disciplina esercita la professione di insegnante, nel momento in cui esercita la sua disciplina di professione fa l’architetto.

Banale si dirà, ma non per i musicisti, che puntualmente controbattono (per non dire altro) che non c’è lavoro, questa è una doppia bestemmia.

Decine di migliaia di “musicanti” dilettanti, più o meno preparati, svolgono professioni musicali, tante e articolate, nell’attesa che i musicisti ne vengano a conoscenza e quindi si predispongano per potervi rispondere; ciò non avviene a causa del fatto che la cultura musicale in Italia, quella appunto “del professionista”, inteso come studenti prima e laureati poi al Conservatorio, è ferma all’ 800, fuor di metafora.

Hai voglia a trovar lavoro…

Al contempo ecco perché la musica in Italia è andata a farsi benedire totalmente ormai da molti anni, alimentando senza fine l’assenza di cultura musicale generale (popolare), visto che questa viene lasciata quasi totalmente in mano a chi letteralmente non conosce una nota musicale.

Ed ecco perché le canzoni odierne sono letteralmente tutte uguali: non perché le note siano sette (!), e nemmeno 12 come dicono i “musicisti professionisti” (12 sono i suoni diversi, le note sono molte molte di più), ma semplicemente chi ancora compone canzoni (oggi giorno si fa prima a “scrivere” una melodia direttamente su una base pregressa) lo fa, nel 90% dei casi, conoscendo al massimo solo quelle sette note, praticamente castrando la creatività!

Il tutto senza rendersi  conto che sputando sopra alla musica popolare (perché questo è esattamente ciò che avviene nel mondo accademico – musicale) ci si auto-distrugge.

Per capirlo trasliamo lo stesso “modus operandi” a qualsiasi altra professione, in cui i relativi addetti ai lavori procederebbero ad ignorare il popolo, ritenuto ignorante relativamente a quella determinata disciplina, e quindi  non “degno” di rivolgere ad esso il proprio lavoro, indirizzandolo quindi esclusivamente ai “pari livello”.

Tutti gli architetti, medici, idraulici, elettricisti… si troverebbero all’istante senza lavoro. Di più: il mondo cesserebbe di esistere.

Questo è esattamente ciò che accade nel settore musicale.

Il fatto che vi sia comunque un notevole mercato, seppur totalmente sconosciuto ai “musicisti professionisti”, rappresenta un autentico miracolo, che è comunque destinato ad esaurirsi, a causa di questo circolo vizioso, basato sul settore accademico arcaico, che solo negli ultimi anni sta cominciando a rientrare nella realtà.

Vedasi semplicemente i concerti che vengono riproposti, identici, da secoli, con la pretesa che le sale si riempiano (ci si dovrebbe preoccupare se ciò avvenisse, non stupirsi del contrario), quando ci sono decine di migliaia di compositori viventi di formazione accademica, che non hanno alcuna benché minima possibilità di far eseguire le proprie composizioni.

Ad eccezione naturalmente di quel microcircuito auto – referenziale conosciuto unicamente dagli “addetti ai lavori” (cioè unicamente da coloro che vi partecipano…) denominato “musica contemporanea”, totalmente sconosciuto da oltre il 99,99% degli italiani.

Lo studio è una cosa fondamentale (che sempre partirà da Bach), lo spettacolo un’altra, e le emozioni un’altra cosa ancora.

Senza alcun riferimento, s’intende, alle ridicole critiche giornalistiche post concerti, manco fossero sessioni d’esame, dove invece di “misurare” quanto il pubblico abbia più o meno “ricaricato le pile dell’anima e dello spirito”, si vanno ad effettuare elucubrazioni tecnico – teoriche il più delle volte improponibili. Per non dire dell’attesa spasmodica dell’errore vero e proprio…

Per quanti secoli abbiamo intenzione di continuare su questa strada?

 

Luca  Valsecchi

Perito plagi certificato

www.lucavalsecchi.it

 

 

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