Due cuori e un mutuo: ecco dove alle coppie conviene acquistare o affittare casa

In prossimità di San Valentino uno studio analizza dove conviene affittare o comprare casa per una coppia: Siracusa, Ravenna e Vicenza le città in cui conviene di più acquistare casa piuttosto che affittarla. Le città più care invece sono Milano, Bolzano, Firenze, Roma, Bologna…

Torino, 10 febbraio 2022 – Per una giovane coppia che sceglieranno di vivere insieme nel 2022 è più conveniente comprare casa o andare in affitto? Per rispondere alla fatidica domanda, in prossimità del giorno degli innamorati, è stato realizzato una ricerca di mercato, per aiutare a capire, a seconda di dove si abita se per una giovane coppia è meglio comprare o affittare casa. La ricerca è stata realizzata da Vorrei.it, proptech specializzata nella valutazione degli immobili online.

Il metodo di analisi

Innanzitutto si sono analizzati i prezzi medi di vendita e locazione per appartamenti da 45 metri in buone condizioni, in tutte  le 111 province italiane.

Inoltre è stata simulata una possibile rata mensile per un mutuo a tasso fisso under 36 trentennale con un piccolo acconto di diecimila euro al fine di poterlo confrontare con il canone di locazione mensile.

Le città più convenienti dove comprare casa

Dall’analisi emerge che per tutte le città è più conveniente acquistare che affittare, con un risparmio mensile che arriva fino a 242€ al mese. In alcuni capoluoghi come Siracusa, Ravenna e Vicenza diventare proprietario significa risparmiare addirittura fino a 2.800€ all’anno rispetto all’andare in affitto.

Le città più care per comprare casa

Per le giovani coppie che festeggiano San Valentino le città più care dove comprare casa sono Milano (221.000€), Bolzano (189.000€), Firenze (177.000€), Roma (147.000€), Bologna (140.000€), Siena (132.000€), Venezia (130.000€), Trento (126.000€), Como (121.000€) ed infine Napoli (120.000€). 

Per queste città bisogna avere un budget mensile di 540€/mese (Napoli) fino a 838€/mese (Milano) per affittare, ma per tutte conviene ancora acquistare in quanto, grazie agli incentivi fiscali under 35 e alla garanzia Consap che consente di mutuare l’intero prezzo, la rata mensile di mutuo è meno costosa del canone di locazione oltre a trasformare gli “innamorati” in “proprietari innamorati”.

Case a meno di centomila euro: ecco dove

Nell’85% dei capoluoghi italiani è possibile diventare proprietari di una camera, cucina e bagno per meno di centomila euro. In città come Cagliari, Pesaro, Modena e Grosseto ad esempio è possibile diventare proprietari pagando una rata di mutuo con un risparmio medio di 157€ al mese rispetto al canone di locazione.

“Prevediamo per i prossimi mesi un considerevole aumento degli acquisti da parte delle giovani coppie a scapito della locazione che accentuerà la flessione registrata nel 2021. Evidenziando che nel Sud dell’Italia le giovani coppie avranno modo di acquistare la propria casa e realizzare il proprio progetto immobiliare ad un prezzo decisamente inferiore rispetto alle coppie stabilite nelle città del Nord d’Italia”, spiega la dott.ssa Giorgia Murgia, Head of marketing di Vorrei.it.

Tra i dati dello studio emerge che Bolzano, classificata tra le migliori cinque città dove vivere (secondo il Sole 24 Ore), è anche tra le più care dove comprare 45 mq per vivere insieme, con un prezzo medio di quasi 190.000 euro e pochissime opportunità per chi decide di andare in affitto per testare la vita insieme.

Le città più economiche

Per le coppie che vogliono risparmiare senza rinunciare al proprio nido d’amore troviamo infine Taranto, dove è possibile acquistare un bilocale con soli 43.000€, Alessandria e Trapani con 41.000€, Reggio Calabria a 38.000€ e pagare una rata di 220 € senza nessun acconto, Carbonia e Biella con poco più di 30.000 €.

Riguardo Vorrei.it

Vorrei.it, è una proptech specializzata in soluzioni per la compravendita ad alto valore  tecnologico e attraverso il suo sistema di valutazione online e di simulazione dei costi per l’acquisto di casa supporta proprietari e acquirenti in una scelta consapevole.

Link a infografica: www.vorrei.it/media/infografica-san-valentino.png

Link a dati completi: www.vorrei.it/media/ricerca-san-valentino.pdf

 

 

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Per informazioni ed interviste:

Email. info@vorrei.it

 

Long Covid, Dott. Galoforo: “Ecco come superare gli strascichi, e ritornare alla normalità”

Per il Dott. Antonio Galoforo per superare i problemi di salute del Long Covid, e tornare alla normalità, è essenziale l’ozonoterapia

Brescia, 8 febbraio 2022 – Virus, pandemia, lockdown, mascherine, tamponi, restrizioni, distanziamento sociale, ma anche tante vittime e innumerevoli disagi fisici e psicologici. Vogliamo che sia solo questo ciò che rimane degli ultimi 2 anni? Come nel dopo guerra dobbiamo fare i conti con gli strascichi della pandemia.

Oggi tante persone hanno vinto la malattia, tante sono vaccinate ma troppe presentano sintomi che rendono complicato il ritorno alla normalità. Un aspetto emergente dell’infezione, che colpisce secondo statistiche dal 30 al 50% di chi ha avuto il Covid, è l’effetto nel lungo periodo, il Long Covid, ovvero la sindrome “Covid a lungo termine” o PASC (Post Acute Sequelae of SARS-CoV-2 Infection). Una sindrome che presenta molteplici sintomi diversi, da persona a persona, tra i quali problematiche respiratorie, stanchezza severa, cefalea, dolore toracico, difficoltà di concentrazione e memoria, disturbi del sonno, dolori articolari, sintomi che possono durare in alcuni casi anche oltre 3 mesi.

Incontriamo il Dott. Antonio Galoforo, attivo da più di trent’anni nella ricerca e applicazione dell’ossigeno ozono terapia, docente del Master di II^ livello in ossigeno ozonoterapia presso l’Università di Pavia, membro del Consiglio Direttivo della SIOOT, Società Scientifica Ossigeno Ozonoterapia, primo medico a proporre questa cura per trattare i pazienti Covid-19 in Cina a gennaio 2020 con un protocollo pubblicato su riviste scientifiche internazionali.

“Si tratta di una sindrome che può colpire i pazienti per settimane o mesi post infezione. Sta nella capacità del medico interrompere questa catena virale e comprendere che si tratta di ‘Long Covid’, in quanto il virus attacca il sistema immunitario portando sintomi simili alla sindrome da stanchezza cronica o a forme depressive. Dobbiamo ricordare che purtroppo molte persone hanno vissuto dei lutti o hanno perso il lavoro e in tanti sono comunque incapaci di riprendere una vita normale. Quindi a sostegno del paziente è necessaria una formazione multidisciplinare del medico che attraverso una visita, l’anamnesi ed eventuali esami strumentali potrà avere una visione precisa su come intervenire”, spiega il Dott. Antonio Galoforo.

“Dobbiamo aver chiaro – continua il Dott. Galoforo – che il sistema sanitario sarà impegnato nel prossimo futuro a gestire tutte le problematiche post Covid: immunitarie, polmonari, cardiovascolari, neurologiche, come ad esempio il cosiddetto “brain fog” e neuropatiche, come ad esempio le neuropatie delle piccole fibre spesso non rilevabili strumentalmente ma percepite dal paziente. Come sostiene l’OMS la variante Omicron sembra darci segno di un rallentamento della pandemia ed è quindi importante, in questo momento, dare respiro e aiutare i pazienti di qualunque età a superare le difficoltà post infezione”, continua il Dott. Galoforo.

L’ozonoterapia sistemica è un ottimo alleato in questa fase in quanto sfrutta le capacità dell’ossigeno e dell’ozono sul corpo umano a livello metabolico, immunitario, vascolare e rigenerativo e l’ozono è il più potente antivirale, antibatterico e antimicotico esistente in natura, con la capacità di agire su vari metabolismi ed è privo di effetti collaterali.

“Tutto questo – continua Galoforo – permette una migliore ossigenazione dei tessuti e un’attivazione del metabolismo cellulare; dobbiamo ricordare che l’ozono terapia ha proprietà antinfiammatorie, favorisce il microcircolo, l’immuno modulazione, la rigenerazione cellulare, la riparazione dei tessuti. Abbiamo osservato che i pazienti che praticano abitualmente ozonoterapia sistemica hanno avuto un decorso dell’infezione più lieve e rapido e un recupero veloce e stabile.”

Parliamo quindi di medicina rigenerativa: l’ozono stimola i fattori di riparazione e rigenerazione cellulare, favorendo così il recupero delle normali funzioni e la risoluzione dei danni provocati non solo dal virus, come già esposto dal Dott. Galoforo al 13^ Congresso mondiale di Medicina Rigenerativa e Cellule Staminali svoltosi a Dalian in Cina e al World Intelligent Medicine Congress di Pechino.

Per questo l’ozonoterapia è indicata per aiutare tutte le persone che hanno vissuto questa malattia e subito danni polmonari, vascolari, immunitari e neuronali per poter ritornare ad una vita normale, perché l’ozono è un rimedio antico che ancora oggi è una risorsa che trova sempre più consenso, e che potrà essere senza dubbio la medicina del futuro.

Per maggiori informazioni sul Dott. Galoforo e l’ozono terapia rimandiamo al sito internet www.galoforo.it.

 

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Per informazioni e interviste con il team o il Dott. Galoforo:

Ufficio stampa

Dott.ssa Alessandra Castello

Via A. Meucci, 2 – I- 37135 VERONA

Tel. 348 5255251

 

Cultura: esce il primo libro di poesie sulla montagna, “Poesie nella montagna. Con un piede nel cielo” di Loredana Paradiso

Roma, 27 gennaio 2022 – “Poesie nella montagna. Con un piede nel cielo” è il primo libro di poesie interamente dedicato alla montagna, all’alpinismo, all’escursionismo, al ghiaccio e sci alpinismo.

Le poesie raccontano la storia dell’arte della montagna, del valore dei materiali come la corda, lo zaino, i friends, i dadi, i ramponi. Perché si, la montagna racconta storie di persone, ambienti, amicizie, legami.

Con un piede nel cielo è la metafora del salire di un alpinista che vive la sua passione progettando escursioni, scalate e attraversamenti di ghiacciai, valli e cascate. E le poesie descrivono anche il ruolo dei maestri della montagna, le guide che accompagnano piccoli e grandi nei segreti della montagna.

Una passione profonda che lega la persona non solo alla montagna, per quello che comunica durante le scalate e le escursioni, ma anche per il significato profondo che trasmette all’uomo e all’umanità.

Un viaggio nell’infinito in una delle passioni più profonde dell’uomo.

Chi è Loredana Paradiso

Loredana Paradiso, psicologa e psico-pedagogista, è una scrittrice e saggista, oltre che docente di Pedagogia Sperimentale  nel corso di Servizio Sociale presso l’Università di Genova.

La sua passione per la filosofia, la psicologia e in generale verso le scienze umane le hanno permesso di approfondire aree di ricerca apparentemente di settori diversi, come l’infanzia e l’organizzazione, il lavoro sociale e la normativa, la pedagogia e l’architettura.

I suoi ambiti di ricerca sono la famiglia, la genitorialità, l’infanzia, il lavoro d’aiuto. Da oltre trent’anni si occupa di affido e adozione lavorando con le famiglie e i bambini nella fase pre-adozione e post-adozione.

Ha  pubblicato infine numerosi libri scientifici e divulgativi sul tema dell’adozione e della genitorialità adottiva, della progettazione educativa, della narrazione nella famiglia.
Come scrittrice di poesie ha pubblicato “Poesie per un figlio. Il nostro primo segreto”, e a breve uscirà la nuova raccolta “Poesie nel Veleno. Gocce di arsenico e cicuta” sul dolore dell’infanzia vittima di violenza.

È possibile leggere l’anteprima del libro su www.loredanaparadiso.it/poesie-nella-montagna.

 

 

 

 

SLA: staffetta solidale a Pergine Valsugana

 Per gli ammalati di SLA si terrà una staffetta solidale a Pergine Valsugana (Trento), nella Piazzetta di Natale, con tanti operatori del Centro Clinico NeMO che doneranno il loro tempo insieme ai volontari di AISLA, per un calendario che fa riflettere sul valore del tempo


Trento, 16 dicembre 2021 – Per gli ammalati di SLA si terrà una staffetta solidale a Pergine Valsugana (Trento), nella Piazzetta di Natale. Tanti operatori del Centro Clinico NeMO doneranno il loro tempo e si uniranno ai volontari di AISLA per un calendario che fa riflettere sul valore del tempo, un dono raro e prezioso proprio come i fiori del Trentino.

Nella Piazzetta di Natale delle Associazioni di Pergine Valsugana, uno dei contesti natalizi più suggestivi che esistano, dove il tempo sembra fermarsi per lasciare spazio alla magia delle feste, i volontari di AISLA, Associazione Sclerosi Laterale Amiotrofica, saranno ospitati nei giorni 18-19 e 23-24 dicembre dalle ore 10.00 del mattino alle ore  21.30 nella casetta dell’Associazione Sportiva Oltrefersina. Con loro ci sarann i tanti operatori del Centro Clinico NeMO Trento, felici di donare il loro tempo per essere al fianco della comunità dei pazienti SLA trentini e delle loro famiglie.

Ed è proprio dal valore e dalla ricchezza del tempo, dono raro e prezioso come i fiori del Trentino, che nasce l’idea del calendario solidale 2022 e che sarà possibile aggiudicarsi proprio nella Piazzetta di Natale, in piazza Fruet a Pergine. Un’incredibile staffetta solidale, che ha dato origine ad una rete di collaborazioni e aiuto reciproco per un calendario che fa riflettere, grazie ai 12 magici scatti donati da Anna Maria Detassis e Franco Parisi. Sposati dal 1975, i due coniugi da sempre condividono molte passioni: l’amore per l’ambiente, la natura, gli animali. La loro storia parte da lontano, da quando ancora molto giovani presero come fonte d’ispirazione per i loro scatti fotografici proprio i fiori e, in particolare, le orchidee spontanee del Trentino.

A spiegare il valore di questo sodalizio è Sonia Pruner, volontaria attiva di AISLA, Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica: “Siamo nati nel 2009 con l’obiettivo di offrire un supporto concreto agli ammalati ed alle loro famiglie. Da allora, grazie ad un dialogo costante con le istituzioni competenti, molti passi sono stati fatti. Tra questi, e nonostante la pandemia, l’apertura del Centro Clinico NeMO che si trova proprio all’interno di Villa Rosa a Pergine. In questi anni sono nate amicizie, stretto legami forti e siamo entrati nelle case di tante famiglie. L’ospitalità che ci è stata offerta e i tanti volontari che si sono messi immediatamente a disposizione ci ha commossi e a tutti loro va la nostra sincera gratitudine. È proprio vero, le cose più preziose della vita non le troveremo mai sotto l’albero, ma nelle persone che scelgono di starci accanto. E, per fortuna, le nostre sono davvero molte!”

Il Centro Clinico NeMO Trento, aperto da poco meno di un anno, grazie ad un accordo di sperimentazione gestionale pubblico – privato tra la Provincia autonoma di Trento, l’Azienda provinciale per i servizi sanitari e i Centri NeMO – è un centro ad alta specializzazione per la cura e presa in carico delle persone con malattia neuromuscolare. Una necessità raccontata dal Direttore Clinico del Centro, Riccardo Zuccarino: “In questi mesi ho avuto il privilegio di coordinare una équipe multidisciplinare di 40 professionisti. Insieme abbiamo accolto oltre 470 famiglie provenienti dal Trentino ma non solo. Il Centro Clinico NeMO è già diventato un punto di riferimento anche per numerose famiglie venete e friulane, che si sono rivolte a noi in particolare per ricoveri ordinari che hanno un periodo medio di tre settimane, fino ad arrivare anche a qualche mese. Ed è con questo stesso spirito di servizio che, pur conoscendo bene il carico lavorativo richiesto, non sono stato sorpreso nel vedere come anche i nostri  operatori così speciali, si siano messi a disposizione dell’associazione e delle famiglie donando con entusiasmo il loro tempo per questa bella iniziativa di solidarietà.

I fondi raccolti sono destinati ai servizi che AISLA Trentino – Alto Adige offre gratuitamente alle oltre 50 famiglie trentine che sono quotidianamente supportante con l’informazione, l’orientamento, la condivisione, l’ascolto, la fisioterapia ed il counseling.

La casetta di AISLA, insomma, è proprio una bella storia di Natale, di quelle che scaldano il cuore perché portano in sé un importante valore sociale: quello della solidarietà e della fraternità, capace di offrire coraggio e mantenere accesa la speranza.

E se è vero che il bene entra in circolo, oltre al calendario che riporta, per ogni mese, lo scatto di uno dei tanti rarissimi fiori trentini, ci sarà la coloratissima novità in edizione limitata della Christmas Box, una combinazione dei migliori prodotti dolciari ideata appositamente per i Centri NeMO e tante altre idee solidali per il Natale.

Un appuntamento da non perdere, da segnare sul calendario, cha va vissuto con lo spirito che lo scrittore Romano Battaglia elogia in una delle sue opere, perchè “Il calendario non è un susseguirsi di date e ricorrenze, ma di stati d’animo e di ricordi”.

Per informazioni e per contribuire con una donazione si può scrivere alla mail segreteria@aislatrentinoaltoadige.it  oppure chiamare allo 346 8008494.

 

 

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Ufficio Stampa AISLA

nbbb/Valentina Tomirotti

Cell. 333 9580672

ufficiostampa@aisla.it

vtomirotti@aisla.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il calendario 2022 di AISLA Trentino – Alto Adige
I volontari all’opera nella casetta

Variante Omicron: stimolo depressivo o opportunità di crescita personale?

Roma, 6 dicembre 2021 – La campagna vaccinale prosegue spedita verso la somministrazione della terza dose, tuttavia la pandemia COVID-19 ci pone dinanzi l’ennesima sfida: una nuova variante del virus, la B.1.1.529, denominata ufficialmente variante Omicron dall’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità).

Ma perché questa nuova variante, dopo quella Delta, sta suscitando tutta questa preoccupazione?

La variante Omicron, proveniente dal Sud Africa, sta mettendo in discussione tutti i progressi conseguiti contro il SARS-CoV-2. La cosa che sta allarmando il mondo è che, finora, sembrerebbe essere la variante del virus più contagiosa e si hanno ancora poche informazioni in merito.

Tuttavia, non è ancora chiaro se l’incremento dei contagi e delle ospedalizzazioni in Sud Africa sia effettivamente dovuto a questa variante del virus, ma l’Iss (Istituto Superiore di Sanità) al momento afferma che «la decisione di dichiarala una VOC (Variant Of Concern = variante di preoccupazione) è dovuta alla presenza nella variante di diverse mutazioni che potrebbero avere un impatto sul comportamento del virus, anche in termini di gravità della malattia o della capacità di diffusione».

Quindi è la presenza di alcune mutazioni, all’interno della variante Omicron, a generare preoccupazione, perché oltretutto non è chiaro se gli attuali vaccini siano sufficienti per proteggerci anche da questa variante, se l’intervento medico in caso di contagio sia il medesimo per le altre forme di coronavirus, se questo potrebbe costringerci ad un nuovo lockdown, e via dicendo. In una situazione così incerta, il ritorno a quella che tutti noi reputiamo “vecchia normalità” ci appare lontano, nostalgico.

L’impressione è quella di non avere la possibilità di uscire da questa situazione che ha messo a dura prova il nostro benessere psicofisico. E che questa nuova realtà ben lontana da quella conosciuta precedentemente, caratterizzata da isolamento, mascherine, gel igienizzante, distanziamento sociale e restrizioni, da un periodo transitorio si sta trasformando in una nuova normalità, in continuo mutamento, a cui siamo costretti ad adattarci.

I cambiamenti non sono mai semplici e richiedono un modellamento ed un adattamento alla realtà continuo e costante. Diventa ancora più difficoltoso adattarsi e trovare un equilibrio quando il tutto avviene velocemente, senza che ci sia data la possibilità di elaborare il cambiamento.

La pandemia ha avuto un impatto psicologico e psicosociale senza precedenti e, pertanto, ha influenzato e modificato nel profondo il nostro modo di percepire ciò che ci circonda, ha modificato il modo di riconoscere le nostre emozioni, di esprimerle e di viverle liberamente. Ha modificato il modo di rapportarci agli altri, insediando paure e timori all’interno della nostra vita.

Quindi, oltre ai comuni timori presenti nella realtà di ognuno di noi, la pandemia ne ha alimentati di nuovi: l’insonnia, la fobia ed il ritiro sociale, la paura di fare attività che prima era normale fare, l’incertezza per il futuro, la mancanza di supporto, la paura del contagio, il timore di mettere a rischio la vita dei nostri cari più fragili, la disregolazione emotiva. Di fatto, l’ansia e la paura sono i sentimenti più sperimentati da quando è iniziata questa lotta contro il virus. Inevitabilmente, questi due sentimenti abbassano il nostro tono dell’umore.

Ci spostiamo sul versante depressivo del nostro umore, sentendoci impotenti, vulnerabili, tristi, sconfortati, ci manca la voglia di uscire e svolgere le attività quotidiane. La nuova variante Omicron incrementa tutto ciò, dandoci l’impressione che non ci sia una via d’uscita da questa situazione, temiamo che i vaccini siano inutili e che tutto ciò che stiamo facendo lo sia. In questa situazione di grande tensione siamo facilmente influenzabili da questi stimoli esterni negativi.

Ma c’è anche chi sostiene che non sia così. I vaccini, i sacrifici che stiamo compiendo, tutto potrebbe avere una sua utilità. Non siamo del tutto impotenti. Quello che possiamo fare è, non solo seguire ancora per un po’ le direttive dettate dall’Oms e dal Governo, ma anche cercare di affrontare la situazione con atteggiamento propositivo. Quindi, non è tanto importante la situazione che ci troviamo davanti, ma è ancora più importante il modo in cui riusciamo ad interpretare questa situazione, il significato che attribuiamo all’evento stressante e destabilizzante.

Gianni Lanari, psicoterapeuta responsabile del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est”, sostiene che, seguendo un adeguato training, si possa paradossalmente trasformare il problema in opportunità. Ognuno di noi ha dentro un’insospettata riserva di forza che può emergere quando gli eventi ci mettono alla prova e che ci aiuta a riprendere in mano le redini della nostra vita.

Dunque, in questa situazione di instabilità ed incertezza, può risultare utile un supporto che ci aiuti a fare chiarezza sulle nostre emozioni, sui nostri sentimenti e che ci spinga ad estrapolare gli aspetti positivi dalle situazioni avverse, a crescere e ad essere più resilienti.

«Non è importante quello che ti capita, ma come lo vivi, quindi il significato che si attribuisce a ciò che succede. Anziché lasciarci influenzare dalle circostanze negative e dalle avversità, per quanto possibile, sarebbe opportuno cercare di guardare l’altra faccia della medaglia e cogliere l’opportunità che tutti gli eventi di vita ci possono offrire. Tutto ciò si può fare anche tramite un percorso di crescita personale» sottolinea la dott.ssa in psicologia clinica Alessandra Palleschi.

Il Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” ha quindi deciso di offrire un aiuto a chi desidera diventare psicologicamente più forte ed incrementare la propria resilienza.

Possiamo scegliere se lasciarci sopraffare dalla situazione attuale, attribuendo al COVID-19 e alle sue varianti solo un significato negativo (l’ennesima cosa che non va) oppure se offrire a noi stessi la possibilità di vivere differentemente questa situazione e attribuire un significato positivo a questi eventi di vita (allenarci ad affrontare le difficoltà per diventare gradualmente più forti).

Possiamo decidere di prendere, paradossalmente, lo stimolo negativo in maniera (pro)positiva e renderlo un’opportunità.
Il servizio di aiuto è offerto, in 27 lingue, da una rete di 362 psicologi presenti in tutte le regioni italiane e in 22 paesi esteri.
Per informazioni telefonare al n. 06 22796355, al n. 375 7707389 o collegarsi al sito internet www.pronto-soccorso-psicologico-roma.it.

 

 

 

Guarire dagli attacchi di panico: quando la paura non fa più paura

Roma, 3 novembre 2021 – Sembra che siano circa 10 milioni gli italiani che hanno vissuto almeno una volta nella vita l’esperienza di un attacco di panico. Un evento che per molti per fortuna rimane isolato, mentre per altri può trasformarsi in un vero e proprio disturbo.

Ma in cosa consiste esattamente l’attacco di panico?

Molti lo descrivono come “sensazione di morire”. Infatti è una sensazione improvvisa, rapida, che si esaurisce spontaneamente, ma lascia completamente devastati. La manifestazione è soggettiva, ma i sintomi più comuni sono fame d’aria, battito accelerato, bocca secca, vertigini, immobilità degli arti e talvolta di tutto il corpo. La maggior parte delle persone colpite da un attacco di panico realizza di averlo avuto solamente dopo essere state al pronto soccorso e aver scongiurato un attacco cardiaco. Ed è dopo aver realizzato di aver avuto un attacco di panico che si insinua la paura costante di rivivere quella sensazione di impotenza, quella sensazione di “morte” imminente.

Al riguardo Gianni Lanari, psicoterapeuta responsabile del Pronto Soccorso Psicologico Roma Est, afferma che “consapevoli della sofferenza collegata al panico, abbiamo scritto il libro “Vincere gli attacchi di panico: istruzioni per l’uso”, per aiutare le persone ad utilizzare il panico, paradossalmente per migliorare la propria qualità di vita”.

Nello specifico Francesca Mero, psicologa del Pronto Soccorso Psicologico Roma Est, ci ricorda che “per affrontare il panico le persone mettono in atto quelle che in Terapia Breve Strategica vengono chiamate le Tentate Soluzioni”.

Le Tentate Soluzioni più utilizzate sono:

1) Evitare tutto ciò di cui si ha paura;

2) Chiedere aiuto e rassicurazione;

3) Di fronte alla sensazione di paura si tende a voler controllare le proprie reazioni, finendo però per perderne il controllo.

Queste tentate soluzioni però portano sempre a un fallimento. Infatti le persone iniziano ad evitare tutto ciò che le spaventa in via preventiva, per non sentire quella sensazione di ansia e paura, ma più si sommano gli evitamenti e più la paura cresce. Questo perché mettendo in atto gli evitamenti, si invia a se stessi il messaggio di non essere in grado di affrontare le situazioni e il senso di incapacità fa crescere la paura.

Chiedendo aiuto e rassicurazione agli altri, queste persone continuano a confermare a se stesse la propria incapacità, fino a diventare davvero incapaci di affrontare innumerevoli situazioni.

Dopo aver avuto uno o più attacchi di panico, ci si spaventa delle reazioni incontrollate del proprio corpo, così si inizia a cercare di controllare queste reazioni. Ma più si cerca di controllarle e più se ne perde il controllo, fino a mandare in tilt il meccanismo psicofisiologico e a generare così un nuovo attacco di panico.

Si inizia quindi ad avere un timore preventivo delle reazioni del proprio organismo si fronte a situazioni che queste persone considerano una minaccia. Questo timore porta, quindi, a limitare sempre più le proprie azioni e i propri spazi vitali.

Si sbaglia quando si definisce l’attacco di panico semplicemente come una forte paura. È il risultato di una costruzione lenta e complessa che può durare anche per sempre. In senso figurato la persona è come incastrata dentro la tela di un ragno. Spesso le persone che soffrono del disturbo da panico hanno una buona consapevolezza del problema e delle cause di questo, ma vi è un’incapacità nel fare qualcosa di diverso.

Grazie alla psicoterapia si può davvero guarire da tutto questo e liberarsi dalla ragnatela della paura. Vengono utilizzati specifici protocolli di intervento per gli attacchi di panico, si usano stratagemmi per modificare o eliminare le tentate soluzioni che alimentano la paura patologica e il panico.

Avviene una vera e propria esperienza emozionale correttiva e mediante esperienze guidate, si aiuta la persona a costruire capacità individuali che permettono di gestire il problema per superarlo ed eliminarlo per sempre.

È importante che lo psicoterapeuta analizzi con attenzione le tentate soluzioni disfunzionali messe in atto dal paziente, per renderle da disfunzionali a funzionali. La tecnica per eccellenza è quella della Peggiore Fantasia. Questa è un’esperienza emozionale concreta, in cui il paziente deve concentrarsi per circa 30 minuti al giorno sulla sua peggiore paura, immaginandosi man mano di superarla.

Con il passare dei giorni avviene una modificazione della percezione della paura che porta all’acquisizione di sicurezza, autonomia e capacità di gestire la propria realtà. Una volta cambiata la percezione segue anche il cambiamento delle reazioni e infine della consapevolezza. La consapevolezza giungerà solamente dopo aver vissuto realmente l’esperienza ansiogena, poiché solo in quel momento la persona si renderà conto delle proprie capacità e delle proprie risorse attivate nel fare qualcosa che prima di allora sembrava impossibile.

Al riguardo il Pronto Soccorso Psicologico Roma Est offre un servizio di aiuto per tutti coloro che vogliono vincere gli attacchi di panico.

I 358 psicologi della rete del pronto soccorso sono presenti in tutte le regioni italiane e in 22 paesi esteri, come Regno Unito, Francia, Hong Kong, Messico, Russia, Argentina, Grecia, Kenya, Ghana, Mozambico, Brasile, Portogallo, Serbia, Romania, Bulgaria, Egitto, Giordania, Pakistan, Azerbaijan, India, Spagna e Svizzera.

Il servizio é offerto in 27 lingue, a prezzi sociali, e per contattare gli psicologi del Pronto Soccorso Psicologico basta telefonare al n. 06 22796355, al n. 392 9050134, o collegarsi al sito internet www.pronto-soccorso-psicologico-roma.it.

 

 

Bambini e malattie neuromuscolari: al via la campagna “Si. Donare rende felici”

Fino al 5 dicembre in tutti gli store della catena ODStore sarà possibile donare 1 euro in cassa e ricevere in cambio un cioccolatino Lindt doppio cioccolato: il ricavato andrà a sostegno dei Centri Clinici NeMO

Roma, 2 novembre 2021 Ad oggi più di 500 bambini sono stati aiutati grazie al progetto di affettività “Sì. Donare rende felici!”. Con un messaggio, semplice e diretto, per il terzo anno consecutivo la catena di prodotti alimentari ODStore continua per questo a raccontare il valore ed il potere del dono a sostegno dei piccoli pazienti dei Centri Clinici NeMO, centri specializzati nella diagnosi, la cura e la ricerca sulle malattie neuromuscolari che, in ambito pediatrico fanno riferimento in particolare alla SMA, atrofia muscolare spinale, alle distrofie muscolari e alle miopatie congenite.

Inaugurato nel 2019, l’Ambulatorio dell’Affettività supporta il bimbo e la sua famiglia nell’affrontare in modo positivo ed efficace ogni cambiamento imposto dalla malattia e dall’uso degli ausili, ad esempio l’introduzione della sedia a rotelle, degli strumenti di ventilazione meccanica o dei tutori.

Grazie al gioco, il dialogo e l’attività simbolica gli specialisti trasformano le situazioni complesse e di difficoltà in occasioni di crescita personale e familiare. Ma c’è di più. La raccolta straordinaria delle due edizioni precedenti, ben 184mila euro, ha permesso ai Centri Clinici NeMO anche la realizzazione di due stanze di degenza pediatrica: la prima nella sede di Brescia (Gussago) inaugurata lo scorso settembre 2020, e la seconda in quella di Trento (Pergine Valsugana) che ha avviato le sue attività questo inverno. Due stanze colorate e accoglienti, con letti pediatrici, poltrone letto per i genitori e soprattutto un’esplosione di caramelle e dolciumi che decorano le pareti e che fanno dimenticare di essere in ospedale.

Un progetto ambizioso e reso possibile grazie alla visione dell’imprenditore Mauro Tiberti e che si fonda sulla responsabilità di diffondere la cultura del dono. Per chi riceve, perché le famiglie possano avere gli strumenti per affrontare la sfida della malattia; per chi dona, perché significa restituire ai bambini i loro sogni. A ricordarlo è la dolcezza del cioccolatino offerto in cambio della donazione di un euro.

Ciascuno di noi è alla ricerca del suo significato di felicità – dichiara Mauro Tiberti, fondatore della catena ODStore e ideatore della campagna solidale – Per me è la gioia del bambino che riceve un dolce per regalo. Una gioia che ho rivisto nelle famiglie e nel team dei Centri Clinici NeMO due anni fa quando ho deciso di affiancare questo incredibile progetto. Un entusiasmo che continua e che voglio condividere con i miei clienti e collaboratori. Siamo pronti a raddoppiare il nostro impegno solidale anche quest’anno”.

Ed ecco che il rito dello scambio del dono diventa generativo e grazie a centinaia di piccoli gesti, grandi progetti diventano realtà. Ora, il prossimo obiettivo è quello di portare il progetto anche al futuro Centro Clinico NeMO Ancona, per creare spazi di accoglienza adeguati ai bimbi del territorio.

La maratona di solidarietà durerà 1 mese, dal 5 novembre al 5 dicembre, tutti coloro che si recheranno presso uno dei 66 ODStore, potranno donare 1 euro alla cassa e, in cambio, riceveranno un cioccolatino Lindor doppio cioccolato.

E se è vero che il bene entra in circolo, da quest’anno c’è una coloratissima novità in edizione limitata, la Christmas Box. Si tratta di una combinazione dei migliori prodotti dolciari ideata appositamente per i Centri NeMO e pensata per le occasioni speciali delle prossime festività: Natale in azienda, Santa Lucia e Babbo Natale. Disponibile in tutti gli ODStore a soli 29.90, i fondi raccolti saranno destinati agli ambulatori dell’affettività dei Centri Clinici oggi diventati un network di sei sedi presenti a Milano, Roma, Napoli, Genova, Brescia e Trento.

La continuità di una presa in carico che abbracci ogni bisogno clinico, funzionale e sociale dei bimbi che crescono con una malattia neuromuscolare è fondamentale. – dichiara Alberto Fontana, presidente dei Centri Clinici NeMO Oggi, più che mai, diventa importante sostenere il loro percorso anche dal punto di vista psicologico, alla luce dei nuovi trattamenti di cura che la ricerca scientifica sta portando. Anche durante questi lunghi mesi di emergenza sanitaria, l’ambulatorio ha continuato la sua attività attraverso percorsi a distanza. Sono stati oltre 200 gli interventi per affiancare e sostenere i bambini e i loro genitori anche nell’affrontare le paure e le domande legate al virus. Ecco perché l’impegno della campagna “Donare rende felici”, lancia il grande messaggio che il dono non è un fatto intimo, ma un gesto di bene che diventa uno strumento concreto per costruire una nuova società che riconosca il valore dell’altro.

Per dare il via ufficiale alla campagna, ODS invita tutti i bambini da 0 a 99 anni al lancio dei palloncini con merenda. L’appuntamento è per venerdì 5 novembre alle ore 15.30 nei punti vendita di Milano (Piazza DUOMO all’angolo di Via Torino); Roma (via Del Tritone, 36) ed infine a Brescia (al Centro Commerciale Elnos di Roncadelle) dove è attesa la visita speciale di Matteo Faustini, il giovane cantautore bresciano che crede nella potenza dei sogni e la canta, per dirla come farebbe lui, con la bocca del cuore. L’accesso alle cerimonie di apertura è gratuito e consentito esclusivamente ai possessori di Green Pass.

 

 

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Ufficio Stampa Centro Clinico NeMO:

Valentina Tomirotti | Cell. 333 9580672 | ufficiostampa@centrocliniconemo.it

 

Matrimoni: la nuova tendenza è il “Ballo degli Sposi”

La nuova tendenza dei matrimoni italiani è il “Ballo degli Sposi”, per stupire e fare un figurone con parenti ed amici

Roma, 6 ottobre 2021 – Sta prendendo piede anche in Italia il “Ballo degli sposi”, una consuetudine molto diffusa all’estero, soprattutto nei paesi anglosassoni e in America, ma sconosciuta nel nostro Paese fino a poco tempo fa.

Dopo la pausa dei matrimoni dello scorso anno, a causa della pandemia, questa estate sono riprese le cerimonie, con le stesse tradizioni e consuetudini, ma con una novità in più: il “Ballo degli sposi”.

Di cosa si tratta esattamente?

Il ballo degli sposi, conosciuto all’estero come “Wedding dance”, è un ballo con coreografia, a cui gli sposi si preparano per creare un momento speciale e “magico” della cerimonia, per impressionare ed emozionare amici e parenti. Un ricordo da incorniciare e ricordare per tutto il resto della loro vita.

Di solito infatti, nella consuetudine italiana, il ballo degli sposi viene vissuto come un attimo di imbarazzo, perché non ci si prepara e si lascia tutto al caso.

Per questo motivo gli sposi si ritrovano impacciati al centro pista con tutti gli occhi degli invitati puntati su di loro, sperando di terminare il tutto il prima possibile.

Il ballo degli sposi invece all’estero viene vissuto come un momento speciale, a cui i futuri coniugi si preparano per settimane, con l’aiuto di maestri e coach qualificati, in modo da creare una danza ed una coreografia che rimarrà impressa nei ricordi degli sposi, e capace di far emozionare tutti gli invitati.

Ora la consuetudine di prepararsi per tempo al ballo degli sposi sta prendendo piede anche in Italia, grazie al lavoro di maestri e professionisti che ci stanno credendo e si stanno dedicando all’obiettivo di diffonderlo in tutto il nostro Paese.

E i risultati sembrano dare loro ragione.

“Con la ripresa delle celebrazioni dei matrimoni c’è stato in Italia un vero e proprio boom di richieste da parte degli sposi di creare il loro primo ballo”, spiega Marco Zingarelli, maestro di ballo e co-fondatore con sua moglie, ex-ballerina, Ilaria Campana, de “Il Ballo degli Sposi”, il primo servizio in Italia dedicato a questo particolare momento.

I 2 maestri sono stati infatti tra i primi in Italia a credere e ad importare quella che è ormai una consuetudine all’estero.

“In Italia il ballo degli sposi è sempre stato, purtroppo, un momento preso sotto gamba, a differenza di tutti gli altri dettagli e momenti della giornata. Il risultato è stato che gli sposi hanno spesso vissuto il loro primo ballo da marito e moglie come un momento imbarazzante, con movimenti goffi o con il classico ‘ballo del mattone’, senza muovere veri passi di danza e senza godersi il loro momento”, spiega Marco Zingarelli.

“Noi invece con il metodo “Il Ballo degli Sposi” creiamo per gli sposi dei veri ed indimenticabili momenti di danza, con semplici coreografie ballabili anche da chi non ha mai mosso un solo passo di danza. Balli che possono andare dal latino americano, al flashmob, al classico lento, fino ad arrivare a generi di ballo più veloci e movimentati, secondo lo stile più consono agli sposi”, spiega ancora Marco, che ha persino creato un sito internet dedicato, raggiungibile all’indirizzo www.ballodeglisposi.it.

Ma come ci si prepara al “Ballo degli Sposi”?

“Innanzitutto gli sposi devono scegliere la loro canzone preferita tra la playlist della giornata e capire che tema voglio dare al loro primo ballo: se lento, movimentato o un mix dei due. Poi una volta deciso quante coreografie preparare, e se inserire amici e/o genitori, passano allo studio della coreografia. Per realizzare il loro ‘primo ballo’, possono scegliere tra il nostro servizio ‘Ballo degli Sposi dal vivo’, andando in una delle 60 scuole di ballo affiliate sparse in tutta Italia, o scegliendo un percorso completamente online, tramite il sito internet www.ballodeglisposi.online”, racconta Ilaria Campana, che ha dedicato una vita al mondo del ballo, prima come ballerina, finalista a vari campionati del mondo, e ora come maestra.

“Il corso online permette di studiare una coreografia direttamente da casa grazie a 3 semplici video-lezioni, anche per chi non ha mai ballato. Infatti per ogni coreografia abbiamo creato una video-lezione del ballo finale svolta dai maestri, una video-lezione con la spiegazione delle nozioni essenziali con suggerimenti e consigli, e per ultimo la video-lezione della coreografia, spiegata passo per passo”, spiega ancora Ilaria.

Ma è difficile prepararsi al “Ballo degli Sposi”?

“Se non si è pratici con il ballo come Baby nel film ‘Dirty Dancing’ all’inizio tutto potrebbe sembrare difficile e confuso, con la paura di fare qualche brutta figura, ma in realtà la brutta figura la si fa non preparandosi al momento.

Invece con l’aiuto di maestri qualificati, esperti nel “Ballo degli Sposi”, e la tenacia della coppia, la coreografia comincia pian pian a formarsi e la confusione iniziale fa posto alla sicurezza e all’eleganza dei movimenti.

Infatti con la nostra esperienza garantiamo un risultato eccezionale, da lasciare tutti gli invitati a bocca aperta!” racconta Marco, che sta innovando con questo suo sistema i matrimoni in Italia.

“Sono molto soddisfatto di come si sta diffondendo questo importante momento della cerimonia. Abbiamo creato un network di maestri altamente qualificati in tutta Italia e siamo sempre alla ricerca di nuove scuole di danza che abbiano un curriculum di rilievo per far parte del nostro team, e aiutare gli sposi a realizzare i loro sogni, con la giusta coreografia del “Ballo degli Sposi”.

Altra soddisfazione è che da questa estate i nostri maestri stanno lavorando a pieno ritmo. Stanno registrando infatti il tutto esaurito per mesi e già stiamo procedendo con le lezioni per le coreografie degli sposi per il 2022-23” conclude soddisfatto Marco Zingarelli.

Gli  interessati a saperne di più sul “Ballo degli Sposi” possono visitare il sito internet www.ballodeglisposi.it e la pagina Facebook www.facebook.com/ballodeglisposi.

 

 

Il ballo degli sposi, il nuovo trend dei matrimoni in Italia

Concorso Internazionale Musica Sacra: ecco gli 8 vincitori

Tra i vincitori la soprano messinese Francesca Mannino (ipovedente), tra i mezzosoprani la bolzanina Aurora Faggioli, la calabrese Ester Ferraro e il tenore Raffaele Feo di Imperia

Roma, 24 settembre 2021 – Nella Basilica SS. Apostoli a Roma si è tenuta la finale, in forma di Concerto di Gala del Concorso Internazionale “Musica Sacra” 2021, in cui si sono esibiti ben 23 cantanti lirici, tra i quali la Giuria ha scelto gli otto vincitori.

Nella categoria Soprani hanno vinto la messinese Francesca Mannino (ipovedente) e la soprano anglo-greca Danae Eleni,  tra i mezzosoprani la bolzanina Aurora Faggioli e la calabrese Ester Ferraro, tra i tenori Dongyoul Park dalla Corea del Sud e Raffaele Feo di Imperia, il basso romano Giordano Farina ed il basso-baritono francese Alexandre Baldo.

Ospite d’onore il Vice Governatore della Regione Moravia Slesia della Repubblica Ceca Lukáš Curylo, arrivato appositamente a Roma per sostenere il progetto europeo “Let’s Sing Oratorio Music” di cui il concorso è la selezione ufficiale internazionale.

Hanno consegnato i premi gli Ambasciatori presso la Santa Sede S. E. Vaclav Kolaja Ambasciatore della Rep. Ceca, S. E. Jakob Štunf Ambasciatore della Slovenia, S. E. Caroline Weijers Ambasciatore dei Paesi Bassi, l’Ambasciatore della Russia Alexander Avdeev, il Vice Ambasciatore della Slovacchia Sig.ra Petra Frankova, il Primo Consigliere dell’Ambasciata di Armenia in Italia Sig.ra Kristina Mehrabekyan in rappresentanza del Comitato d’Onore del Concorso, il Consigliere dell’Ambasciata di Grecia Dott.ssa Christina Karagiorga, la Sig.ra Mihaela Raluca dell’Ambasciata di Romania in Italia.

Tra gli ospiti segnaliamo inoltre, l’attrice Barbara Di Bartolo e l’attore Howard Ross indimenticabile protagonista di kolossal storici quando Roma era l’Hollywood sul Tevere, le attrici Anna Marcello e Francesca Ceci, Alejandra Matiz figlia di presidente  della Fondazione Leo Matiz, Fotografo di Frida Khalo, curatrice di mostre dedicate a Frida Khalo e Diego Rivera in Messico e Colombia,  Krizia Moretti vincitrice del titolo nazionale “Una ragazza per il cinema 2021”, la Contessa Erika Emma Fodre’, il presidente del Centro Europeo el Turismo Giuseppe Lepore,il Presidente del Rotary Club Roma “Foro Italico” Dott. Franco Alfredo Nicoletti, Costanzo Bartolucci che ha disegnato il bellissimo smoking di Vincenzo Bocciarelli e lo Stylist Filippo Matera.

La finale è stata presentata da Vincenzo Bocciarelli, amatissimo attore teatrale e cinematografico nato alla scuola di Giorgio Strehler, al secondo anno di conduzione, che ha incantato e divertito il pubblico con l’interpretazione di brani classici e interviste ai personaggi presenti e sarà trasmessa in differita da Telepace in mondovisione e da Radio Vaticana il 3 ottobre alle ore 15:30.

“Sono felice e onorato – ha dichiarato Bocciarelli – di essere per il secondo anno alla conduzione del Concorso Internazionale Musica Sacra. Assistere allo sbocciare di nuovi giovani talenti, carichi di passione ed entusiasmo nei confronti dell’arte, è profondamente confortante. Significa che nonostante tutto, il mondo legato allo spettacolo di qualità e di prestigio continua a sopravvivere…

La Giuria del Concorso era formata da:

Gianni Tangucci – Coordinatore Artistico Accademia del Maggio Musicale Fiorentino,

Vincenzo De Vivo – Direttore Artistico Accademia Lirica di Osimo e Direttore Artistico Stagione Lirica Fondazione Teatro Le Muse di Ancona,

Eleonora Pacetti – Direttrice Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma,

Ludek Golat – Regista Lirico e Consulente Teatro di Opava (Rep. Ceca), capofila del progetto europeo Let’ Sing Oratorio Music!,

Fabrizio Da Ros – Direttore d’Orchestra produzioni Let’s Sing Oratorio Music in Rep. Ceca, Italia e Grecia

Nikos Efhtimiadis – Direttore d’Orchestra e Presidente della Federazione Panellenica dei Cori e dei Direttori di Cori, partner del progetto europeo

Daniela de Marco – Fondatore e Direttore Artistico Concorso Internazionale Musica Sacra

“La musica sacra ancora una volta ha dimostrato di saper coinvolgere ed entusiasmare tutti, proponendo dal vivo, sui social ed in streaming contenuti musicali di qualità altissima mai noiosi, mai banali. Tutti i nostri finalisti sono cantanti di enorme talento, i vincitori hanno reso meglio in una finale che – come alle Olimpiadi  –  ha fotografato la performance della serata. Auguro loro tanto successo e fortuna e li invito a continuare ad approfondire questo repertorio che offre enormi possibilità di carriera nei festival di tutto il mondo”, ha detto il Direttore Artistico del Concorso Daniela de Marco.

Il Concorso Internazionale Musica Sacra è la selezione internazionale di “Let’s Sing Oratorio Music!” unico progetto in Europa dedicato a diffondere l’Oratorio Musicale tra bambini e ragazzi della scuola dell’obbligo attraverso un’esperienza formativa e teatrale indimenticabile in cui canteranno in teatro davanti al pubblico.” I primi spettacoli (ritardati a causa della pandemia) si svolgeranno al  Teatro Rendano di Cosenza il 3 e 5 dicembre in cui i ragazzi calabresi scopriranno la magia dell’Oratorio “La Creazione” di Haydn, accompagnati dall’Orchestra del Conservatorio S. Giacomantonio della città diretta dal M.° Fabrizio Da Ros.

 

Disabilità motorie: il Ministro Stefani visita l’ospedale Villa Rosa e il Centro Clinico Nemo Trento

In occasione della cerimonia di intitolazione della palestra in ricordo di Mirko Toller si è parlato di futuro e nuovi progetti di inclusione

Pergine Valsugana, 14 giugno 2021 – “Non cercare una strada tutta in discesa senza buche, senza traffico, perché non l’hanno ancora inventata”. Questo il messaggio che ha accolto il Ministro per le disabilità, Erika Stefani, in visita sabato 12 giugno per parlare di futuro, nuovi progetti e inclusione all’ospedale riabilitativo Villa Rosa di Pergine Valsugana e al Centro Clinico NeMO Trento.

La pandemia ha fatto emergere la forza dei servizi territoriali, capillari e diffusi – dichiara Erika Stefani, Ministro per le disabilità – In quest’ottica è ancor più urgente che alle persone con disabilità sia garantita un’attenzione puntuale e di prossimità.

Per questo lavoriamo al fine di rendere concreto ed effettivo il progetto di vita individuale, dove la persona deve diventare protagonista e i servizi devono essere ritagliati come un abito sartoriale sui suoi bisogni e i suoi progetti. Ed il Centro Clinico NeMO Trento è un esempio di come la sinergia virtuosa tra le istituzioni territoriali e il terzo settore possa generare buone pratiche di eccellenza, dal punto di vista scientifico e clinico, che hanno la “capacità sartoriale” di dare risposte concrete ai bisogni di cura specifici, come quelli della comunità neuromuscolare.

Lavorare insieme alla persona, per dare attuazione al suo progetto di vita, non può che portare sempre ad un messaggio di generatività e che oggi possiamo celebrare nel ricordo del giovane Mirko Toller e nel suo coraggio di vivere, oltre la malattia”.

Se è vero, infatti, che la pandemia ci ha fatto sperimentare cosa significhi essere fragili, il messaggio di Mirko Toller, inciso su una delle pareti della palestra riabilitativa del Centro NeMO, ci restituisce il valore di un Paese che ha la responsabilità di essere sempre più accessibile, inclusivo e solidale.

Un Paese nel quale le persone con disabilità non solo devono essere considerate al pari di tutti i cittadini, ma diventano risorsa per l’intera società. Esempio ne è il NeMO Trento, frutto di un accordo di sperimentazione gestionale pubblico – privato tra la Provincia autonoma di Trento, l’Azienda provinciale per i servizi sanitari e Fondazione Serena.

Quest’ultima, ente gestore del network dei Centri Clinici NeMO, già presenti a Milano, Roma, Napoli, Arenzano e Brescia, nasce dalla volontà delle associazioni di riferimento dei pazienti con sclerosi laterale amiotrofica (SLA), atrofia muscolare spinale (SMA) e le distrofie muscolari.

È con orgoglio che oggi accompagniamo il ministro per le disabilità, Erika Stefani, a visitare questo fiore all’occhiello del sistema sanitario trentino e della ricerca, frutto di un virtuoso accordo pubblico/privato. Vorremmo che il Centro clinico NeMO Trento diventasse punto di riferimento nel settore delle patologie neuromuscolari e neurodegenerative del Nord Est Italia – sono le parole del presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti. Abbiamo voluto inaugurare questa struttura appena possibile, lo abbiamo fatto lo scorso febbraio, in piena pandemia, per dare un segnale di fiducia ai tanti bambini e adulti affetti da malattie neuromuscolari, che qui potranno trovare una risposta, e alla comunità trentina. Non ci siamo fermati con la pandemia, il nostro sistema sanitario è un’eccellenza anche grazie a centri come questo che coniugano ricerca e medicina, competenze specialistiche frutto di un’alleanza fra istituzioni, pazienti e medici”.

Inaugurato lo scorso 24 febbraio 2021, con i suoi 1500 mq di superficie, 14 posti letto, 43 ricoveri e 140 visite ambulatoriali, il Centro Clinico NeMO Trento conferma di essere una risposta concreta al bisogno clinico-assistenziale della comunità neuromuscolare.

Dopo poco più di tre mesi dalla sua inaugurazione – ha dichiarato Alberto Fontana, presidente dei Centri Clinici NeMO – il Centro ha raggiunto la piena saturazione, diventando il punto di riferimento di una comunità sempre più estesa. Quale occasione migliore, come la presenza del Ministro Stefani, per condividere questi primi importanti risultati, che vedono pazienti presi in carico provenire dalla Provincia Autonoma di Trento e dalle Regioni limitrofe. La concretezza di un sogno divenuto realtà. Con questa consapevolezza, oggi custodiamo il ricordo di Mirko per continuare nel nostro impegno, onorando il suo desiderio di felicità”.

Era il 4 ottobre 2020, quando, sotto una pioggia battente, Segonzano ha dato l’ultimo addio al diciassettenne Mirko Toller. Considerato il fratello di tutti, con la sua voglia di vivere è diventato famoso per essere stato protagonista di uno spot televisivo con Checco Zalone in sostegno alla ricerca sulla SMA.

La stessa patologia con la quale Mirko ha convissuto nella sua vita troppo breve, ma trascorsa a combattere con coraggio, ironia e leggerezza. Ed è proprio nel ricordo di Mirko Toller, alla presenza della sua famiglia, delle associazioni dei pazienti e delle istituzioni della Provincia che oggi è stata intitolata la palestra riabilitativa del Centro NeMO.

“In marzo avevo invitato il ministro per le disabilità Erika Stefani in Trentino per visitare il Centro Clinico NeMO, struttura da poco inaugurata all’ospedale Villa Rosa di Pergine Valsugana – spiega l’assessore alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia Stefania Segnana. Un invito che oggi il Ministro ha raccolto e che ci permette di illustrare le peculiarità di questo centro all’avanguardia, frutto di una collaborazione con Fondazione Serena, che ci consente di offrire una presa in carico multidisciplinare ai tanti malati di SLA, SMA e altre patologie neuromuscolari e neurodegenerative.

Il tutto in un centro, il Villa Rosa, che ospita un ospedale riabilitativo all’avanguardia nel sperimentare forme di convivenza con la disabilità: proprio qui trova spazio anche il progetto Ausilia, un appartamento dotato di ogni comfort e domotizzato per permettere a persone disabili di vivere in autonomia. Tutto questo conferma l’attenzione della politica al mondo della disabilità, con particolare attenzione a migliorare la qualità della vita di pazienti e caregiver grazie al lavoro instancabile di personale sanitario altamente qualificato e di strumentazione all’avanguardia.

Oggi – conclude l’assessore Segnana – è stata anche l’occasione per ricordare il giovane Mirko Toller e intitolargli la palestra alla presenza dei suoi genitori: è un segno indelebile per ricordare il suo impegno e la sua voglia di vivere capace di dare forza e coraggio a quanti come lui combattono ogni giorno”.

Dopo il Centro NeMO il ministro Stefani ha visitato la struttura, soffermandosi in particolare su alcuni ambulatori che caratterizzano l’offerta riabilitativa del Villa Rosa, tra i quali il servizio ausili «Abilita» per la valutazione e prescrizione di ausili personalizzati e dell’ambiente domestico, unendo le competenze mediche e le migliori tecnologie a favore della riabilitazione motoria e cognitiva, anche grazie alla predisposizione di un appartamento tipo in cui i pazienti possano sperimentare tecnologie domotiche che potrebbero essere installate poi a domicilio.

Siamo orgogliosi di presentare il nostro centro il riferimento della rete riabilitativa trentina al ministro Stefani – ha dichiarato Pier Paolo Benetollo, direttore generale dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari della Provincia di Trento. Villa Rosa si prende cura delle persone con disabilità motorie e cognitive a 360 gradi, dalla diagnosi, ai trattamenti terapeutici e riabilitativi di fisioterapia neuromotoria, respiratoria, logopedica, di terapia occupazionale per il recupero e il mantenimento delle capacità residue nell’eseguire le attività della vita quotidiana. Una struttura che offre anche la possibilità, grazie al Centro Abilita di progettare soluzioni individualizzate di ambienti di vita autonomi con l’obiettivo di valorizzare le abilità funzionali residue dei nostri pazienti e favorire la permanenza nel loro ambiente familiare. Ma non vogliamo fermarci qui, stiamo lavorando a progetti futuri che vedano nell’integrazione con il territorio e con altre realtà della società civile un punto di forza per permettere alle persone con disabilità di migliorare la qualità di vita”.

La visita si è conclusa con uno sguardo al domani quando il direttore dell’Unità operativa di riabilitazione del Villa Rosa Jacopo Bonavita, dopo aver illustrato le attività attuali si è soffermato sui progetti futuri quali l’attivazione di un Centro di attività sportive per le disabilità «SportAbilito», che si occuperà di avviamento allo sport, ma anche di supporto all’attività agonistica e paralimpica, un centro per la promozione del ritorno al lavoro dopo la diagnosi, l’integrazione con le scuole e con le altre realtà della società e del territorio.

La presenza del Ministro Stefani ha consentito di immaginare la costruzione di nuove opportunità per le persone con disabilità motorie, con l’intento di creare le condizioni fondamentali perché ciascuno possa pensare al proprio percorso di vita indipendente e inclusivo all’interno della società. Un percorso che, oggi, mette al centro il valore della persona e dei legami, che mantengono vivi i ricordi e le speranze di futuro.

 

Da sinistra: Jacopo Bonavita – direttore Ospedale Villa Rosa; Stella Toller – mamma di Mirko Toller; Riccardo Zuccarino – direttore clinico NeMO Trento; Maurizio Fugatti – Presidente Provincia Autonoma di Trento; Alberto Fontana – Presidente Centri Clinici NeMO; Erika Stefani – Ministro per le disabilità; Serena Toller – sorellina di Mirko Toller; Stefania Segnana – Assessore alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia; Roberto Oss Emer – Sindaco Pergine Valsugana; Linda e Fabio Toller – sorella e papà di Mirko

 

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