Carcere senza stress, la meditazione entra nelle carceri italiane

Alessandria, 15 ottobre 2019 –  Nella Casa di Reclusione San Michele, ad Alessandria, è stato presentato il progetto “Carcere senza stress”, che prevede l’utilizzo del programma di Meditazione Trascendentale per ridurre lo stress, promuovere il benessere psicofisico e una migliore qualità di vita per detenuti, agenti e operatori penitenziari.

Il progetto, della durata di un anno, è iniziato a fine aprile 2019, coinvolge 15 detenuti e 16 tra agenti e operatori della Casa di Reclusione San Michele e della Casa Circondariale Alessandria Cantiello e Gaeta, che hanno imparato la tecnica di Meditazione Trascendentale nell’ambito di un progetto pilota finanziato dal Bando “Libero Relad 2018” della Compagnia di San Paolo.

L’ obiettivo è promuovere una concezione culturale e sociale della sistema penale che metta al centro l’individuo, nella titolarità dei suoi diritti e delle sue responsabilità, favorendo il miglioramento della qualità della vita e delle condizioni detentive.

Il progetto “Carcere senza stress” è un ramo del progetto “Friends”, sostenuto dal programma Erasmus+ della Commissione Europea, nato per promuove l’inclusione sociale e l’educazione all’interculturalità in tutti i contesti di istruzione e formazione, attraverso l’implementazione della tecnica di Meditazione Trascendentale.

Elena Lombardi Vallauri, direttore Istituti Penitenziari di Alessandria ha dato il benvenuto ai partecipanti. Roberto Baitelli della Fondazione Maharishi ha spiegato che lo stress oggi è un fenomeno di proporzioni epidemiche con gravi ripercussioni sociali e nelle carceri ha raggiunto un livello insostenibile che incide pesantemente sulla salute dei detenuti e del personale, conduce alla crescita delle infrazioni ai regolamenti e di altri comportamenti negativi. Oltre che ostacolare il processo di riabilitazione dei detenuti stessi.

L’antidoto naturale allo stress è il riposo. La tecnica di Meditazione Trascendentale, i cui numerosi benefici sono documentati da 700 studi scientifici, procura un riposo così profondo da sciogliere lo stress già accumulato e aumentare la resistenza allo stress. Negli ultimi 50 anni la Meditazione Trascendentale è stata utilizzata con successo nelle carceri di molte nazioni. Negli Stati Uniti ad esempio è stato utilizzata nelle carceri di massima sicurezza, come San Quintino, Folsom e Walpole con ottimi risultati, che includono la riduzione di ansia, depressione, fatica e rabbia. E aiuta a combattere il modo di pensare criminale, lo stress psicologico, i sintomi traumatici, e porta ad una riduzione delle infrazioni alle regole carcerarie, una riduzione del 30% della recidività.

Paolo Menoni, della Fondazione Maharishi, insegnante della tecnica di Meditazione Trascendentale nel progetto “Carcere senza stress”, ha  descritto il progetto in corso negli istituti penitenziari di Alessandria e ha riportato le esperienze di alcuni detenuti.

Sia per la condizione carceraria stessa che per il sovraffollamento la vita nel carcere è molto stressante, e se non è possibile modificare queste condizioni, quantomeno è possibile offrire ai detenuti e anche a tutti coloro che operano nel carcere uno strumento che li aiuti ad attingere alle proprie risorse interiori e aumenti il loro benessere psicofisico.

Come hanno riportato alcuni partecipanti, “La meditazione mi ha aiutato a superare tante difficoltà: ora il mio pensiero è bello e positivo”.

E poi ancora: “La meditazione mi sta facendo finalmente trovare quella pace interiore che ho cercato fin dalla nascita”.

Successivamente Federico Traversa ha presentato il libro “Boom, Viaggio nella Meditazione Trascendentale”, (Chinaski Edizioni) che raccoglie numerose testimonianze su questo argomento da parte di insegnanti qualificati, praticanti della meditazione, medici, artisti e ricercatori.

 

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