In scena a Lecce “Mitika”, la rassegna del teatro classico
Lecce, 29 luglio 2016 – Le mille sfumature del mondo femminile e la sconvolgente attualità di messe in scena capaci di sondare i misteri e le parti più oscure dell’animo umano. Rappresentarle, teorizzavano gli antichi tragediografi greci, per vincerle. Per neutralizzarle. È il filo conduttore della seconda edizione di “Mitika – Teatro e Mito nella contemporaneità” in programma al Teatro Romano di Lecce, dall’8 agosto al 6 settembre 2016, con un cartellone ricco di drammi antichi, capaci di bissare lo straordinario successo della scorsa estate, quando in migliaia, dalle gradinate millenarie della piccola mezzaluna di pietra nel cuore di Lecce, hanno assistito alle vicende numinose messe in scena per la prima edizione di Mitika.
Mitika è il Mito che rivive nella Terra del Mito, dopo secoli di oblio. La bellezza immortale dei classici, con il loro impatto dirompente e catartico, a riempire finalmente uno dei Luoghi degli Dei di cui Lecce risplende. È questo il senso della rassegna concepita per restituire a Lecce uno spazio per la tradizione del teatro classico.
“Ho sempre pensato – spiega Carla Guido, direttrice artistica della kermesse da lei ideata, organizzata da Aletheia Teatro – che la nostra terra avesse pieno diritto di essere accomunata agli altri grandi Luoghi del Mito, alle altre capitali della Magna Grecia come Siracusa e Taormina. Così è nata ‘Mitika’: dall’esigenza di ridare la dignità della classicità alla nostra terra. Sono molto lieta che Lecce e il Salento abbiano finora risposto a questo mio appello in maniera entusiasmante, e che anche alcune grandi compagnie del circuito teatrale internazionale, le stesse degli altri Luoghi del Mito, abbiano accettato il nostro invito a lavorare qui”.
L’inaugurazione avverrà l’8 agosto alle 21 con “Erodiade” di Giovanni Testori, diretto e interpretato da Iaia Forte, a cura di Khora Teatro, Pierfrancesco Pisani, OffRome; secondo appuntamento il 17 agosto, stesso orario, con “Schegge di Mediterraneo/Festival dell’eccellenza al femminile” e “Fedra – Diritto all’amore”, con testo originale di Eva Cantarella, protagonista Galatea Ranzi.
Si prosegue il 20 agosto con la Compagnia Lombardi Tiezzi, in collaborazione con AC Zerkalo e “Agamennone” da Eschilo, di Fabrizio Sinisi, con Paolo Graziosi, Daniela Poggi, Valeria Perdonò, Elisabetta Arosio e la regia di Alessandro Machìa; ancora, 30 e 31 agosto – stavolta nell’ex Convento degli Olivetani – con “Dimenticare Medea – Un percorso di studio e di lavoro”, con la collaborazione drammaturgica di Riccardo Spagnulo, degli allievi dell’Accademia Mediterranea dell’Attore e la partecipazione amichevole di Carla Guido (ideazione e regia di Tonio De Nitto).
Ultimo appuntamento il 6 settembre, tornando al Teatro Romano, con Astragali e le “Metamorfosi” da Ovidio, ovvero “Donne che resistono alla violenza degli dei”: scrittura e regia di Fabio Tolledi, partecipazione di Lenia Gadaleta, Roberta Quarta, Simonetta Rotundo, Petur Gaidarov, Onur Uysal, Hamado Tiemtorè, musiche di “Insintesi”.
“Mitika – Teatro e Mito nella contemporaneità” si avvale del sostegno dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Lecce e della Banca Popolare Pugliese; i biglietti (10 euro platea, 7 euro gradoni; 10 euro per lo spettacolo all’ex Convento degli Olivetani) si potranno acquistare in prevendita presso l’infopoint del Castello Carlo V di Lecce, tutti i giorni dalle 9.30 alle 22 (telefono: 0832 246517), oppure la sera stessa dello spettacolo presso il botteghino del Teatro Romano di Lecce (dalle 19 in poi).
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È online il video di “Salentu miu (fuci forte)”, il nuovo singolo di Francesca Giaccari
Lecce, 26 luglio 2016 – È online il video di “Salentu miu (fuci forte)”, ultimo singolo di Francesca Giaccari, reperibile sul canale Youtube “Etnotronika” all’indirizzo https://youtu.be/oG-x5BAFCyw).
L’uscita del video anticipa con la forza del suono e delle immagini l’EP in vinile della cantante salentina, che uscirà a ottobre e che conterrà cinque tracce inedite e una versione remix dello stesso singolo, danza ipnotica che esalta gli elementi naturali e tradizionali della Puglia e al contempo invita a divenire consapevoli del fatto che l’evoluzione è legge della vita, e che quindi va governata al meglio per consentire a tutto ciò che c’è di buono di consolidarsi, e a ciò che non è più funzionale di rimanere nel livello di coscienza precedente.
A caratterizzare il video, infatti, un paesaggio tipicamente salentino che sposa con sorprendente voluttà un’architettura d’interni contemporanea: al centro di questo matrimonio “mistico” una musica essenziale, quasi tribale (pur nelle sue sonorità elettroniche), e la grande voce di Francesca, con la sua bellezza mediterranea e insieme disincarnata, a fare da controcanto alle vibrazioni primordiali rilasciate da una terra che è insieme luogo di perfezione originaria e gradino esistenziale da trascendere, eldorado da cui scaturisce la bellezza incontaminata dell’inizio e, al contempo, voglia e necessità di riscatto. Da incanalare però lungo il solco di una strada già tracciata, da cui non si può e non si vuole prescindere, perché scolpita nella carne viva della Grande Madre Puglia.
Location del video la splendida Masseria Prosperi di Otranto (già utilizzata per registrazione del nuovo disco dei Negramaro), luogo capace di conferire fascino arcano ai colori e alla luce già magica che il Salento e la Puglia naturalmente possiedono. La regia è di Naike Anna Sillipo, la produzione artistica ed esecutiva di Pino Romanelli per Parcomultimedia; riprese e direzione fotografica a cura di Valeria Schifeo di Videofficine, supervisione alle immagini e postproduzione di Angelo Pezzolla.
L’uscita del video è stata preceduta nei giorni scorsi dalla diffusione di un divertente backstage (https://www.youtube.com/channel/UC6Ae4uiqWz9EfqmkyMmbWLg/videos), mentre il brano è disponibile dal 13 luglio sulle maggiori piattaforme mondiali: iTunes, Spotify, Amazon, Deezer, Shazam, Google play e tante altre.
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In Puglia l’happy hour è in cantina
Atmosfere salentine, cucina della cantina e vini di territorio: è l’happy hour estivo a Tenute Eméra, la struttura pugliese di Claudio Quarta vignaiolo a Marina di Lizzano, Taranto. Da non perdere anche la festa finale del 3 settembre con raccolta dell’uva manuale e pigiatura con i piedi, come si faceva una volta…
Taranto, 22 luglio 2016 – Dopo il successo dello scorso anno torna dunque torna l’atteso appuntamento per eno-appassionati, turisti, curiosi, amanti delle tradizioni, winelover e buongustai. A due passi dal bellissimo litorale jonico, nella cantina con cucina immersa nella campagna del Salento e circondata dai vigneti di Negroamaro e Primitivo, tutte le sere sino a fine agosto, al tramonto, dalle 19 alle 23, si potranno degustare i vini prodotti nelle tre cantine di Claudio Quarta Vignaiolo, Tenute Emèra, Moros e Sanpaolo: dai profumati bianchi, agli intensi rossi passando per gli intriganti rosati che accompagneranno i piatti semplici e gustosi della tradizione contadina preparati in cantina.
Durante l’estate saranno organizzati diversi eventi musicali e gli aggiornamenti sulle date saranno disponibili sulla pagina Facebook di Claudio Quarta Vignaiolo all’indirizzo www.facebook.com/events/919927798133668 (info costi e prenotazioni: 3408610770).
Da non perdere e da mettere assolutamente in agenda anche la data finale del 3 settembre, quando si chiuderà l’estate a Tenute Eméra con la tradizionale festa di fine vendemmia de “Lu Capucanali”: il fascino dei riti e delle tradizioni rurali nel cuore della terra del Primitivo. È la rievocazione della vendemmia degli anni Cinquanta, con la raccolta manuale dell’uva, i tini trasferiti in cantina coi carretti d’epoca trainati dai cavalli e la pigiatura con i piedi.
La vendemmia, è il momento più atteso e più importante per chi ha scelto di fare il vignaiolo e da sempre la sua conclusione è legata ad un momento di festa. Un tempo, proprietari e braccianti si riunivano intorno ad una ricca tavola imbandita per celebrare, appunto, “Lu Capucanali”, rito salentino che si fa risalire ad almeno due secoli fa, cui si consegnavano le fatiche appena concluse ma anche le speranze per il buon esito del raccolto (evento Facebook: www.facebook.com/events/1565968510363304).
Come raggiungere Tenute Eméra: S.P. 124 – Contrada Porvica – Lizzano (Taranto)
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Lunetta Savino vince il Premio Apollonio 2016. È Ferzan Ozpetek a consegnare il premio.
Sfilata di Vip per la consegna del Premio Apollonio 2016 a Lunetta Savino. Ferzan Ozpetek, Neri Marcorè, Niccolò Fabi, Lillo di Ale e Franz, Max Paiella, il musicista Stefano Cenci, il cantautore Luigi Mariano, il cantante Antonio Maggio e del sassofonista Raffaele Casarano
Lecce, 11 luglio 2016 – Un’emozionatissima Lunetta Savino ha ricevuto venerdì scorso dalle mani del sindaco di Lecce Paolo Perrone, del prorettore Domenico Fazio e del regista Ferzan Ozpetek, nella magica cornice del Chiostro del Rettorato dell’Università del Salento, a Lecce, il Premio Apollonio 2016.
Il riconoscimento, giunto alla sua XII edizione, è nato da un’idea dei fratelli Marcello e Massimiliano Apollonio, della omonima cantina di vino salentina, per celebrare i pugliesi che hanno dato lustro alla propria terra in campo artistico, e non solo. “A Lunetta Savino, attrice brillante e intensa, impegnata e di grande umanità, capace di imprimere al teatro, a
l cinema e alla televisione italiana la cifra della sua innata bravura, eleganza, sobrietà; impareggiabile nel regalare al pubblico occasioni per riflettere su temi importanti, di grande rilevanza sociale, senza rinunciare alla bellezza di un sorriso”: questa la motivazione di assegnazione dell’importante riconoscimento, conferito per la la prima volta a una donna. E a un’attrice capace di impersonare con uguale successo tanto Stefania Cantone, la vera capofamiglia del film-commedia “Mine vaganti” (girato peraltro a Lecce), quanto il più drammatico ruolo di Felicia Impastato, mamma del martire della mafia Peppino, nell’omonima opera televisiva.
Una serata di festa, per la Puglia, cui hanno preso parte molti altri artisti italiani, alcuni dei quali veri e propri habitué del Premio, giunto alla sua dodicesima edizione. Sul palco del Chiostro si sono infatti alternati, in un’alchimia virtuosa tessuta e guidata come sempre dall’attore marchigiano Neri Marcorè, momenti di spettacolo capaci di avvincere come sempre l’attenzione degli oltre 1200 invitati alla serata: dalle irresistibili gag di Lillo, di Ale e Franz e di Max Paiella alle esibizioni del musicista Stefano Cenci, del cantautore Luigi Mariano, del cantante Antonio Maggio e del sassofonista Raffaele Casarano. Molto successo hanno riscosso anche le dimostrazioni del mago-mentalista Walter Di Francesco e – dulcis in fundo – la struggente bellezza delle canzoni del cantautore romano Niccolò Fabi, che ha chiuso la serata regalando al pubblico le emozioni della sua musica.
Molto soddisfatti gli ideatori del Premio: “Ci fa molto piacere notare come questo riconoscimento, nato come omaggio ai nostri genitori, sia diventato invece un Premio espressione di tutta la Puglia, un momento corale di omaggio ai pugliesi che si distinguono per la loro arte in tutto il mondo. Grazie al Comune, all’Università del Salento, al Senato della Repubblica, alla Regione Puglia, alla Provincia ed alla Camera di Commercio di Lecce e a tutti i partner privati che hanno scelto di sostenere questo percorso che – ne siamo certi – offrirà alla Puglia molte altre soddisfazioni”.
Nel corso degli anni il Premio è stato infatti assegnato allo stilista di Costume National Ennio Capasa (nel 2015), e andando indietro nel tempo a Renzo Arbore, Antonio Caprarica, Sergio Rubini, Caparezza, Ferzan Ozpetek, Emilio Solfrizzi, Giuliano Sangiorgi, Gianrico Carofiglio, il duo Corrado Nuzzo – Maria De Biase, Marcello Sambati. Nutrito anche l’elenco degli ospiti illustri: l’anno scorso il Rettorato ha ospitato Francesco De Gregori, Marcello Masi, Virginia Raffaele, la Banda Osiris; negli anni passati, invece, Franco Battiato, Lillo e Greg, Ale e Franz, Francesca Reggiani, il Trio Medusa, Dario Vergassola, Max Paiella, Andrea Perroni, Catena Fiorello, Erica Mou, Simone Colombari, Alessandro Quarta, Roy Paci.
Festa per le “Saline Ritrovate”: obiettivo proteggere le Saline dei Monaci ed i fenicotteri rosa
Arriva la festa delle “Saline ritrovate” che ha l’obiettivo di proteggere i fenicotteri rosa e contribuire alla riqualificazione della Saline dei Monaci e di Torre Colimena, la marina di Manduria in provincia di Taranto.
Taranto, 8 luglio 2016 – Venerdì 15 luglio con la festa green “Le Saline ritrovate” si terrà la consegna ufficiale delle donazioni del gruppo Claudio Quarta Vignaiolo in favore della “Salina dei Monaci” di Torre Colimena in provincia di Taranto.
Per anni la salina è stata scenario di abbandono e degrado ma oggi è diventata Area Riserva Regionale Orientata e meta prediletta per la sosta dei fenicotteri rosa e di altre specie rare come cavalieri d’Italia, aironi cenerini, aironi bianchi maggiori, gru e folaghe.
La dotazione della salina, grazie alle donazioni, oggi comprende: una torretta per il birdwatching, diciotto fioriere installate sul lungomare e nella piazza centrale, diciassette alberi di brancychiton piantumati nella piazza centrale, quattro panchine e tre telecamere di videosorveglianza.
Tutto è partito in occasione della festa del 60° compleanno di Claudio Quarta, lo scorso anno, con la richiesta ai suoi ospiti di contribuire al desiderio di consegnare un segno tangibile di attenzione ad un luogo dal grande valore naturalistico, a pochi chilometri dalla sua cantina tarantina, “Tenute Eméra” a Marina di Lizzano, dove si producono una parte dei suoi vini del Sud e si fa ricerca e tutela della biodiversità.
Nasce così l’idea di acquistare una casina per l’avvistamento degli uccelli acquatici, essenziale al Parco dove sostano e migrano specie di volatili rare.
Alla casina poi si sono aggiunte le altre dotazioni, acquistate con il 5% delle vendite del Qu.Ale. il vino rosso “democratico” della figlia Alessandra, che qualche giorno fa ha consegnato alle associazioni coinvolte nel progetto e alla Salina dei Monaci, per l’esattezza al Comune di Manduria che la gestisce, l’importo derivante dalle scelte degli acquirenti.
In totale la donazione ammonta a 5.300 euro che sono serviti per l’acquisto di oggetti a servizio della Salina e di Torre Colimena, per rendere i luoghi più fruibili da turisti e appassionati.
Alla festa della Salina del 15 luglio parteciperanno l’assessore regionale all’Ambiente Domenico Santorsola, i sindaci di Manduria, Roberto Massafra, e di Avetrana, Cosimo Minò, le associazioni ambientaliste e di volontariato del territorio.
Una festa che sugella l’impegno del gruppo Claudio Quarta per la difesa e la valorizzazione dell’ambiente e della biodiversità.
IL PROGRAMMA:
L’appuntamento è alle 19.00 in Salina per la visita e il taglio del nastro della torre di birdwatching. Subito dopo, la visita della cinquecentesca Torre costiera con la mostra delle maioliche antiche e moderne, poi tutti nell’adiacente piazza (orario previsto 20.30) per il saluto dei produttori e delle istituzioni.
Alle 21.00 via alla Festa con il concerto dei Ritmo Binario e la degustazione del vino QU.ALE accompagnato da assaggi di “Tonno Colimena” e capocollo con arrosticini dell’antica Braceria Enzo Fanuli.
INFO: info@claudioquarta.it
Su Facebook: https://www.facebook.com/events/1007882412593710
Come arrivare a Salina dei Monaci: da Taranto percorrere la litoranea SP122 fino a Torre Colimena; da Brindisi seguire le indicazioni per Manduria / Avetrana e quindi SP140 che si collega alla SP122.
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Interviste e contatti:
Mail. stampa@claudioquarta.it
Tel. 329.4639709 – 340.8389897
I Fenicotteri nella Salina dei Monaci. Foto tratta dal sito leccecronaca.it
La locandina dell’evento del 15 luglio
La Salina. Foto tratta dal sito del Comune di Avetrana
Prime donazioni per QU.ALE., il vino di Puglia “democratico” che fa bene all’umanità
Si chiama QU.ALE. , il vino della salentina Alessandra Quarta che destina il ricavato alle organizzazioni no profit, per progetti di inclusione sociale, tutela dell’ambiente e sviluppo dei Paesi del Sud.
Lecce, 20 giugno 2016 – Si sono tenute pochi giorni fa a Roma, sulla splendida terrazza del Lanificio 159, le prime donazioni alle Noprofit di QU.ALE. il blend “democratico” nato con il proposito di essere utile al mondo, che si propone di fare del bene all’umanità ogni volta che si beva un buon bicchiere di vino rosso.
Un vino fortemente sognato e voluto dalla giovanissima produttrice salentina Alessandra Quarta, che a soli 24 anni, ha dato vita al suo chiodo fisso: produrre “un vino di qualità alla portata di tutti” e, soprattutto, che fosse legato ad una buona azione.
Convinta che dal lavoro della terra non possa che nascere qualcosa di buono e utile, Alessandra lega così l’acquisto di ogni bottiglia di vino alla scelta democratica dell’acquirente di destinare il 5% del costo ad una associazione attiva nel sociale, perché, come recita l’art 2 del “Manifesto per una democrazia del vino” che ispira il progetto, “non c’è qualità del vino senza qualità della vita”.
Alessandra nasce nel Salento, in Puglia, e comincia presto a girare il mondo con in tasca una laurea alla Bocconi ed il sogno di poter fare qualcosa di utile per l’umanità, prima di decidere che la sua vita sarebbe stata la campagna, il suo Sud, il lavoro nei vigneti di Negroamaro e Primitivo, per seguire le orme paterne ma sempre con una sua impronta personale.
Sotto lo sguardo vigile del padre Claudio Quarta, produttore che della qualità dei vini capaci di esprimere territori e autoctonia ha fatto la sua filosofia produttiva, guidano insieme le tre cantine: Moros a Guagnano (LE), Sanpaolo in Irpinia (AV) e Tenute Emèra a Marina di Lizzano (TA) dove è prodotto, appunto, il Rosso Salento IGP QU.ALE.
“Un vino che non è affatto snob – spiega Alessandra – non si dà arie, non partecipa ai concorsi. Un vino giovane, da festa, alla portata di tutti, con il packaging realizzato in materiale riciclato, che ci aiuta a rendere il vino più sostenibile per l’ambiente” dice Alessandra.
Decisamente importanti i risultati raggiunti in soli 2 anni di vita: a Roma sulla bellissima terrazza del Lanificio 159 è stato consegnato il ricavato alle associazioni no profit coinvolte. Amka onlus, Charity Water, Made in Carcere, Salina dei Monaci, le organizzazioni che hanno beneficiato di un importo che sfiora gli 11 mila euro (10.937 euro) il 5% del fatturato di 218.736 euro.
Una cifra record considerando la fascia di prezzo (è venduto sul sito qualevino.it a € 6.50) il breve periodo di vita, dal giugno 2014 -2016 e nessun investimento in promozione, facendosi strada da sé grazie ad un inaspettato passaparola.
Il progetto ora si aprirà anche ad altre realtà ed entro il 15 settembre le organizzazioni no profit e le associazioni di volontariato interessate possono inviare la propria candidatura, scrivendo a alessandra@qualevino.it.
Le organizzazioni Noprofit che hanno beneficiato delle donazioni di QU.ALE
Made in Carcere, il progetto pugliese di Officina Creativa, cooperativa sociale leccese non a scopo di lucro, che produce borse e accessori riutilizzando tessuti di scarto cuciti dalle donne detenute, ha ricevuto un assegno di 1061 euro.
Sempre pugliese, la Salina dei Monaci, un’area della provincia di Taranto che dopo un passato glorioso per l’economia salentina seguito da decenni di abbandono e degrado è stata restituita alla sua bellezza paesaggistica e naturalistica: oggi, nei S.I.C. della “Rete Natura 2000” e Riserva Regionale Orientata, ospita fenicotteri rosa e altre specie rare come cavalieri d’Italia, aironi cenerini, gru e folaghe. È gestita dal Comune di Manduria e al sindaco Leonardo Massafra è stato consegnato un assegno simbolico di 2472 euro, utili a dotare l’area di beni a servizio di turisti e visitatori.
La terza associazione è Charity Water, organizzazione non governativa che ha come obiettivo portare l’acqua potabile alle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo, a cui gli acquirenti del QU.ALE hanno destinato 1553 euro.
Infine, Amka Onlus, organizzazione no profit con sede a Roma opera nella Repubblica Democratica del Congo e in Guatemala per la sanità di base dei bambini, l’accesso all’acqua potabile, la lotta all’HIV e alla malnutrizione. Il presidente Fabrizio Frinolli ha ritirato un contributo di 5851 euro.
Orgoglioso il papà, Claudio Quarta, che ha dedicato molti anni alla Ricerca nel campo della genetica umana e biofarmaceutica prima di divenire “Vignaiolo” nel 2005.
“Lascio New York e il Nasdaq per ritrovare il sapore della mia terra”, così motivò il suo ritorno alle origini, alla sua terra, ai ricordi dell’infanzia e alla sua passione per i grandi vini. La chiave di accesso al suo mondo enologico è nel rapporto osmotico con i territori scelti per le cantine, tradizionalmente vocati alla viticoltura: le terre del Primitivo per Tenute Eméra, quelle del Fiano di Avellino DOCG, del Greco di Tufo DOCG, della Falanghina e del pregiato Aglianico per Cantina Sanpaolo e il cuore del Negroamaro, epicentro della DOP Salice Salentino, per Moros, rarità nel panorama enologico nazionale, essendo dedicata alla produzione di un solo vino, l’omonimo Moros.
Trait d’union, la ricerca della “incrementabilità”, concetto coniato da Claudio Quarta per esprimere la necessità di andare oltre la sostenibilità “poiché – spiega – non può più bastare non compromettere i bisogni delle generazioni future, alle quali invece abbiamo il dovere di lasciare nuove opportunità e migliori condizioni. La chiave non può che essere la Nuova Conoscenza, la sola che può generare vera Sostenibilità ambientale, sociale, economica.
Il percorso è tracciato, la prospettiva è chiara, e il QU.ALE contribuisce da protagonista a questa filosofia produttiva.
Manifesto ed informazioni supplementari sono reperibili sul sito www.qualevino.it.
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Foto di Lorenzo Monacelli e Estefania Lochtenberg