Cenone di Natale e Capodanno: Milano e Lombardia si preparano a farlo in casa

Milano, 7 dicembre 2020 – Milano e la Lombardia, come tutti gli italiani del resto, si preparano a festeggiare in casa le prossime festività natalizie. La causa è la linea dura del nuovo Dpcm in vigore dal 3 dicembre scorso, che vieta lo spostamento tra regioni, e che prevede un Natale e Capodanno blindati in casa.

Il nuovo Dpcm, soprannominato Decreto Natale, parla chiaro: dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 è vietato ogni spostamento tra regioni e nelle giornate del 25 e  26 dicembre e del 1° gennaio 2021 sono vietati anche gli spostamenti tra comuni, se non motivati da comprovate esigenze, con divieti di spostamenti notturni fino al mattino successivo.

Le restrizioni aumentano quindi a Natale e Capodanno con l’obiettivo del Governo è evitare il più possibile ogni situazione di assembramento e quindi una terza ondata di contagi.

In questo scenario sono molte le famiglie che non potranno festeggiare come di consuetudine al ristorante, e la tendenza di queste festività sarà quella di consumare pranzi e cene a casa, rigorosamente da ordinare presso ristoranti e società di catering.

Perché è vero che potranno finalmente riaprire ristoranti, pizzerie, pasticcerie, bar e gelaterie con possibilità di consumo anche all’interno ma solo dalle 5 alle 18, mentre dalle 5 alle 22 rimarrà consentita la vendita da asporto con consegna a domicilio.

Da qui l’esigenza di farsi preparare la cena per poi farsela fare a casa.

“Tutti gli sforzi fatti in Lombardia stanno portando dei risultati e non possiamo permetterci di fare altri passi falsi. Il che in parte ripaga noi e tutte le aziende del nostro settore degli sforzi fatti. Oggi la Lombardia finalmente è zona arancione, e forse l’11 dicembre passerà in zona gialla”,

“In queste festività la consegna a domicilio di pranzi e cene sarà un elemento importante della nostra quotidianità, e dovrà avvenire sempre nel rispetto delle norme sul confezionamento e sulla consegna dei prodotti”, racconta Paola Oliosi di O53, azienda specializzata in catering e banqueting per aziende, privati e matrimoni.

“Si tratta di un modello di consumo che quest’anno sarà predominante, e si estenderà anche al Natale. Si tratta di un fenomeno che avevamo già previsto e a metà di quest’anno ci eravamo preparati in tal senso, con un nuovo sito ecommerce per il catering a domicilio ordinabile direttamente online. Una novità che in questi giorni ci sta già facendo percepire una richiesta importante da parte delle persone, che chiedono servizi di catering per il giorno di Natale e di Capodanno con largo anticipo rispetto agli anni passati”, continua Paola Oliosi.

Già, perché tra coprifuoco e limitazione al numero di persone al tavolo (massimo di 4 persone a meno che siano tutti conviventi) sarà difficile pensare ad un Natale o un Capodanno al ristorante, e ancora peggio in Hotel dove vi è divieto assoluto di cenone: in albergo gli ospiti potranno infatti richiedere solamente il servizio in camera.

Per questo il servizio di catering a domicilio per il giorno di Natale e di Capodanno rimangono tra le soluzioni che oggi meglio rispondono alle esigenze attuali.

“Alcuni ci chiedono solo alcuni piatti, di solito i più elaborati e difficili da realizzare, mentre altri preferiscono scegliere un menù pronto e completo. Per la prima volta, a Natale e Capodanno saremo blindati in casa: quello che gli anni passati era un’opzione, oggi per molte famiglie diventa una scelta obbligata, mettersi ai fornelli è un’impresa ardua e lo è soprattutto quando il cenone è così importante. Lo sappiamo bene perché abbiamo esperienza in catering di ogni tipo, e anche quest’anno saremo pronti a dare il meglio, con in più un servizio smart che va incontro alle persone nelle modalità e anche nel prezzo conclude Oliosi.

Per saperne di più si può visitare il sito internet Partylunch.it nella sezione dedicata al Natale.
 

 

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Catering aziendale, riunioni e team building ai tempi del Coronavirus

Il Coronavirus sta cambiando il modo di lavorare, e fare riunioni: come le aziende si organizzano oggi…

Milano, 2 novembre 2020 – Il catering aziendale si adegua all’emergenza sanitaria: cambia il modo di lavorare delle persone e aumenta lo smartworking, mentre le riunioni “fisiche” si riducono drasticamente e si svolgono rispettando protocolli e distanziamento.

“Con la parola “riunione” si indica, in realtà, un insieme estremamente articolato di eventi aziendali, con differenti setting, modalità operative e finalità e output attesi: vi sono infatti sette tipologie di riunioni: per decidere, per negoziare, per controllare (gli stati di avanzamento, gli andamenti economici, …), per produrre (un documento, una relazione, un nuovo approccio al mercato, ….), per formare, per illustrare (un progetto, un nuovo prodotto, una scelta aziendale, …) e per intrattenere (alimentando team building e spirito di appartenenza)”, scriveva poco più di una settimana fa Andrea Granelli su Nòva, il supplemento del Sole 24 Ore dedicato ai temi della ricerca, dell’innovazione e della creatività.

Un tema attuale che mette in luce come tipologie di riunioni diverse richiedono contesti appositi affinché possano affrontate, nei modi più efficaci, gli obiettivi aziendali. L’emergenza sanitaria ci ha imposto l’adozione di nuovi sistemi di comunicazione a distanza, dove però non siamo ancora sempre in grado di creare quell’empatia digitale funzionale al raggiungimento del massimo risultato.

Molto grosse aziende lo sanno, e benchè si siano strutturate per affrontare al meglio le nuove sfide dello Smart Working, si sono organizzate anche per mantenere vive forme di riunione e convivialità in luoghi e contesti fisici, nel pieno rispetto di tutte le norme sanitarie e sul distanziamento.

Così, oggi le riunioni aziendali effettuate di persona si sono ridotte molto, ma ne è aumentata la qualità e l’attenzione: da attività quotidiana a evento straordinario, sono diventate un momento di interazione più completo e autentico, durante il quale è possibile instaurare con il gruppo di lavoro un empatia completa.

“Quando decidono di organizzare una riunione in presenza, le grosse aziende non rinunciano al pranzo di lavoro in ufficio o durante il meeting strategico” – racconta Stefano Superina, Ad di BusinessLunch, azienda storica specializzata in catering aziendale – “ma oggi lo fanno in modo diverso. L’attenzione al rispetto del protocollo sanitario e al distanziamento è massima, e al posto del catering tradizionale fatto di buffet serviti, preferiscono soluzioni più pratiche e igieniche come i Lunch Box

Nel catering per il business, il Lunch Box è un box completo di primo, secondo, contorno e dolce con posate e tovagliolo monouso inclusi, il tutto confezionato e ‘impacchettato’ per essere igienico e pronto al consumo ovunque “durante le riunioni aziendali, il team deve mantenere il massimo distanziamento” continua Superina “e questa soluzione permette di creare una situazione di convivialità nel rispetto delle norme sanitarie”

L’idea del business lunch box è stata inventata più di 10 anni fa proprio da BusinessLunch.

“Fino a prima dell’era Covid, era un servizio richiesto ma meno rispetto ai classici vassoi o ai buffet serviti: oggi è invece la soluzione più adottata. Anche perché non richiede nessuna forma di assistenza al servizio, come camerieri o personale a servire, ma può essere fruito in modalità completamente autonoma” continua Superina.

Il Coronavirus ci ha imposto grossi cambiamenti e ha modificato il nostro modo di lavorare. In BusinessLunch abbiamo per questo adottato criteri molto rigorosi di produzione, in linea con tutte le norme sanitarie, sviluppando un particolare protocollo interno chiamato Safety Lunch, che garantisce la sicurezza a tutte le nostre persone, e garantisce alle aziende clienti un prodotto sano e certificato”.

Per saperne di più sui Lunch Box visitare il sito internet Businesslunch.online.

 

 

 

 

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Milano: dopo il lockdown il catering si ordina online

Milano, 20 luglio 2020 – Il food delivery è ormai entrato nelle nostre abitudini, e in tempo di Covid il mercato dell’ecommerce online è cresciuto esponenzialmente: nel 2020 si prospetta un’ulteriore crescita del 56% rispetto al 2019, e anche i settori più ‘tradizionali’ come il catering oggi vanno online.

E’ notizia di pochi giorni fa che il food delivery regge alla fase post lockdown: dopo aver registrato un boom durante il periodo di emergenza, i consumatori continuano a comprare online e le imprese investono per rafforzare l’e-commerce.

La pandemia «è stata un vero game changer e ha fatto esplodere l’e-commerce: in pochi mesi è stato compiuto un “salto evolutivo” di dieci anni», ha affermato dal presidente di Netcomm Roberto Liscia durante il Netcomm Forum, l’evento italiano dedicato al commercio digitale e al new retail (Fonte: Il Sole 24 ore).

Durante il lockdown tutto il food delivery è quindi esploso: dalla consegna di cibo pronto a domicilio alla spesa online. La situazione che abbiamo vissuto in Italia in questi ultimi mesi ha accelerato diversi processi già in atto, e così sempre più aziende investono nel digitale.

I dati sono chiari: si tratta di un trend evolutivo che tocca molti settori” afferma Delia Caraci, consulente di Web Marketing in Digitalsfera “con un tasso di crescita complessivo previsto per il comparto ecommerce 2020 a +26%“.

Il dato arriva dell’Osservatorio B2c del Politecnico di Milano: le maggiori percentuali di crescita per il 2020 sono previste sui settori editoria +16%, informatica ed elettronica di consumo +18%, abbigliamento +21%, arredamento e home living +30%, e food&grocery con ben il +56% atteso.

Una crescita che coinvolge molti settori ma nel food vede il tasso atteso più significativo. Così, anche ambiti più trazionalisti come il catering, tipico esempio di consegna di cibo a domicilio per eventi speciali, dove fino a poco tempo fa certo non si usava ordinare via web, oggi è iniziata la vendita online” conclude Delia Caraci.

A cogliere il balzo di questo trend è partylunch.it, il primo servizio italiano di catering online su Milano e hinterland: un’offerta ampia per ogni esigenza e per ogni budget, che offre dai menù più completi alle singole portate, fino ai finger food e al servizio camerieri con open bar. E cosa più importante tutto è ordinabile direttamente online.

Partylunch è un progetto innovativo e ambizioso, fortemente voluto da una storica azienda di catering milanese specializzata in grandi eventi, che ha saputo guardare più lontano e confezionare un servizio smart. Un esempio tutto italiano di tradizione e innovazione, dove la passione per la cucina di alto profilo diventa professione e oggi si rinnova, traducendo tutta la qualità originale della propria offerta anche in digitale.

Per saperne di più visitare il sito internet partylunch.it.

 

 

 

 

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Smart Working, buona la risposta delle PMI italiane

Milano, 7 aprile 2020 – L’emergenza sanitaria Covid-19 che sta affrontando il nostro paese ha obbligato tutte le aziende italiane a rivedere i propri modelli organizzativi, introducendo lo smart working come unica modalità, laddove possibile, per proseguire con le attività. A distanza di un mese dalle misure di emergenze le PMI stanno vincendo questa sfida?

Secondo un recente studio del Reputation Institutepubblicato negli scorsi giorni sul Sole 24 Ore, le aziende italiane hanno risposto bene alle aspettative che si sono generate in questo momento crisi, dimostrando con i fatti vicinanza e responsabilità nei confronti dei dipendenti e della società in generale: le dimensioni Citizenship (Cittadinanza), Governance (Trasparenza) e Workplace (Benessere dei propri dipendenti) sono aumentate rispettivamente di 1,9, 2,7 e 3 punti.

Le PMI italiane hanno, nel complesso, attivato prontamente misure di protezione a supporto della comunità e dei loro dipendenti, dimostrando così di avere una capacità di garantire la continuità lavorativa attraverso lo smart working.

“L’impatto è stato molto forte” dichiara Maurizio Guidi, Sales & Marketing Manager di Datalog Italia, società specializzata in software professionali “all’inizio le aziende e gli studi hanno vissuto momenti di panico e di difficoltà. Tuttavia, passata la fase iniziale, hanno dimostrato capacità di attuare un veloce adattamento tecnologico.

Lo smart working si è reso necessario per tutte quelle attività non legate alle prime necessità e che si possono svolgere senza alcuna difficoltà da casa: in seguito all’emergenza sanitaria, il Governo è intervenuto più volte nella regolamentazione dello smart working, imponendo il lavoro agile come forma lavorativa primaria (con il Dpcm dell’11 marzo 2019) rispetto a quello in azienda.

Quando si parla di tecnologie per lo smart working si fa riferimento sia alle piattaforme software sia ai device utilizzati. Per ottimizzare questi nuovi processi operativi è necessario integrare più strumenti, di modo che coprano aree funzionali diverse: un aspetto non semplice per chi è stato abituato, per anni, a processi tradizionali offline.

“In questo processo repentino, ognuno di noi ha giocato, e continua a giocare, un ruolo chiave nella comunità: tutti possiamo offrire un contributo per superare la crisi” continua Guidi “per questo abbiamo cercato di supportare i nostri clienti in questo passaggio, offrendo sostegno pratico, morale e aiutando chi era in difficoltà a trovare le soluzioni organizzative e tecnologiche da attuare velocemente. Inoltre, abbiamo redatto una mini-guida allo smart-working, disponibile sul nostro sito, su quelli che sono i software e gli strumenti digitali gratuiti che supportano il lavoro agile”.

“Esistono ormai numerosi strumenti tecnologici che facilitano il lavoro agile, connettendo persone remote, agevolando la condivisione e lo svolgimento dei processi lavorativi, aiutando a distribuire e condividere documenti e informazioni in modo immediato, facile e sicuro. Orientarsi fra questi non è facile per questo, sulla nostra guida abbiamo descritto e raggruppato le tecnologie per funzione-obiettivo e indicato, per ognuna, alcune delle soluzioni software migliori” conclude Guidi.

Come usciranno le nostre imprese da questo periodo di crisi quindi?

La risposta l’avremo solo tra qualche mese, nel frattempo c’è bisogno di sostenerci tutti e di guardare al futuro con forza e speranza.

 

 

 

 

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Autismo: nasce Blue Diary, l’agenda visiva gratuita che facilita la vita agli autistici

Milano, 14 novembre 2019 – Per facilitare la vita agli autistici è nata l’agenda visiva gratuita Blue Diary, sviluppata dalla Gaudio Onlus, in sinergia con Smemoranda, Fabula Onlus e Fondazione Fracta Limina. Il progetto innovativo sarà presentato a Milano sabato 16 novembre alle ore 20 presso la Fondazione Feltrinelli. Uno strumento speciale, partito dai desideri espressi da genitori ed educatori per i loro ragazzi con bisogni comunicativi speciali, che hanno difficoltà a comprendere il linguaggio verbale e necessitano di un rinforzo visivo per orientarsi nella vita quotidiana.

Così come la maggior parte delle persone usa vari strumenti per l’organizzazione delle proprie giornate come agende, calendari e diari, anche le persone autistiche, che pensano per immagini, ne hanno una necessità assoluta. La loro vita infatti è spesso pervasa da un senso di smarrimento e ansia legato alla non conoscenza di ciò che “succederà”. Poter vedere nell’agenda visiva il susseguirsi delle attività e degli impegni spesso attenua la loro agitazione e migliora il loro comportamento sociale.

Il progetto innovativo di Blue Diary, che sarà distribuita gratuitamente a tutti i ragazzi autistici che la richiederanno, è stato creato grazie alle competenze di un team composto da professionisti, genitori e grafici, che hanno collaborato con esperti nella progettazione di agende e planner. Un lavoro che si è basato sulle conoscenze dell’approccio cognitivo-comportamentale e della Comunicazione Alternativa e Aumentativa.

Blue Diary si avvale di immagini e simboli ARASAAC (www.arasaac.org), del Portale Aragonese della Comunicazione Alternativa e Aumentativa, liberamente utilizzabili nell’ambito di progetti no-profit. La scelta di questi simboli è legata alla loro chiarezza, alla facile riconoscibilità e semplicità grafica.

Blue Diary comprende quindi diversi set di immagini/simboli adesivi utili a programmare gli impegni della giornata o della settimana e il tutto è completato da un tabellone-planner su cui far aderire opportunamente gli sticker.

«Siamo felici di avere finalmente soddisfatto un bisogno, che prima veniva risolto con il “fai-da-te” da genitori ed educatori. Questa agenda visiva è uno strumento didattico immediato, intuitivo e gratuito che chiunque può comprendere e usare. Inoltre è inclusiva in quanto bella e colorata, ricca di sticker divertenti per i bambini e i ragazzi che la usano. Dobbiamo ringraziare tutti coloro che ci hanno aiutato in questo bellissimo progetto» afferma Raffaella Turatto, presidente di Gaudio Onlus.

Blue Diary è un’agenda perpetua, non ha scadenza, che nasce in collaborazione con Smemoranda, il diario degli studenti, che ha messo a disposizione i suoi quarant’anni di esperienza curando il progetto grafico dell’agenda nei minimi dettagli.

“Siamo lieti di aver preso parte alla costruzione di questo strumento importante che può contribuire a migliorare la quotidianità di tanti ragazzi e ragazze con bisogni comunicativi speciali. La Smemo ha sempre cercato di stimolare i più giovani attraverso la diffusione di valori sociali positivi, come l’inclusione e rispetto delle diversità. Questo progetto ci ha dato l’opportunità di tenere fede ancora una volta a quei valori che caratterizzano la nostra storia” raccontano Nico Colonna e Gino&Michele, direttori di Smemoranda.

Il progetto di agenda visiva Blue Diary, per il suo valore sociale innovativo, è risultato finalista nel Bando FIA, la Fondazione Italiana Autismo, e del Programma Sodalitas Social Innovation 2017 e quindi è stato realizzato grazie al Premio Speciale Enjoy UBI Banca nell’ambito di tale programma.

Per questo motivo e per i valori che rappresenta, Blue Diary viene distribuita gratuitamente agli utilizzatori che ne facciano richiesta, nei limiti delle disponibilità.

Blue Diary verrà presentata a Milano sabato 16 novembre, alle ore 20:00 presso la Fondazione Feltrinelli in occasione di BookCity, durante l’evento di Smemoranda “L’agenda fatta di storie”, uno show letterario-musicale per festeggiare la ventesima edizione di Smemoranda 12 mesi, l’agenda letteraria con i racconti degli scrittori più amati.

Per maggiori informazioni sull’agenda visiva Blue Diary rivolgersi a autismogaudio@outlook.it o visitare il sito www.autismogaudio.org.

 

Cani in ufficio? Meno stress, più collaborazione e più produttività

Milano, 5 novembre 2019 – Portare il cane in ufficio è un’abitudine che si sta diffondendo anche in Italia e che può dare molti benefici. Per questo motivo molte grosse aziende si sono già attrezzate e hanno permesso questa pratica, aggiornando i loro regolamenti interni. Google, Amazon, Nintendo, Mars Italia, ad esempio sono solo alcune delle aziende più note come ‘dog friendly‘.

Ma come mai sta avvenendo questo?

Portare il cane in ufficio può portare molti benefici, sia al padrone che alle persone con cui condivide lo spazio. Un cane che gira per l’ufficio porta allegria e può contribuire così a migliorare la collaborazione tra le persone, alzando il morale e riducendo lo stress di tutti.

Secondo un recente sondaggio realizzato da IPSOS, nell’azienda Purina, circa il 55% dei lavoratori intervistati afferma di sentirsi meno stressato se a lavoro c’è un animale.

Questo si ripercuote in modo molto positivo sulla produttività e sul benessere generale. La condizione è che, ovviamente, il cane deve essere ben educato: non deve produrre rumore e nè sporcare in giro, ma si deve comportare esattamente come un collega discreto.

Ma quali sono i requisiti per portare il proprio pet friend anche a lavoro?

Per portare il cane in ufficio occorre sicuramente essere in regola con le visite veterinarie e la registrazione all’anagrafe canina. Inoltre ogni azienda o ogni spazio di coworking potrebbe specificare delle regole proprie.

Ad esempio, per portare il cane negli uffici Purina (la nota azienda del Pet Food) bisogna essere in possesso del patentino di ‘Buon Conduttore Cinofilo’ e di una polizza assicurativa adatta.

Al momento in Italia non esiste un quadro normativo preciso, e la scelta e la regolamentazione è lasciata al singolo ufficio.

Sono le stesse aziende e gli spazi di coworking infatti che, per rispondere alle richieste degli utenti, permettono a dipendenti e coworker di portare gli animali in ufficio ma con precise regole.

Molti uffici tradizionali, come anche i coworking più avveduti si stanno attrezzando per ospitare gli amici a quattro zampe di chi lavora lì e condivide lo spazio, valutando gli accessi di volta in volta.

“Al momento non c’è una regolamentazione specifica al riguardo ma noi li accettiamo ben volentieri, valutando caso per caso le esigenze dei singoli e di tutti gli usufruitori degli spazi comuni”, dice Delia Caraci, responsabile del Loft Coworking di Milano (www.loft-coworking.it).

”Siamo orgogliosi di essere tra i primi spazi di coworking in Italia a valutare questa opzione, a patto di rispettare tutti coloro che vi lavorano. Anche perché il benessere sul luogo di lavoro si ottiene dalla condivisione e non dalla imposizione” conclude Delia Caraci.

Una presenza piacevole quindi, ma che deve essere valutata dai responsabili degli spazi affinché venga condivisa da tutti, per non ottenere l’effetto contrario.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Ristrutturazioni Casa: per il 2019 arrivano anche il Bonus Verde e il Sisma Bonus

Bonus ristrutturazioni 2019: oltre alle detrazioni del 50% delle spese per rinnovare un immobile arrivano il Bonus Verde e L’ecobouns

Milano, 10 aprile 2019 – Anche per quest’anno è stata prorogata nella nuova legge di bilancio 2019 l’agevolazione fiscale che permette al contribuente di portare in detrazione il 50% delle spese sostenute per interventi di restauro, manutenzione e messa in sicurezza di un immobile. Ma non solo: quest’anno arrivano anche i nuovi bonus casa.

Per tutto il 2019, infatti, i contribuenti potranno beneficiare della detrazione 50% sulle spese di ristrutturazione edilizia, sostenute e pagate con bonifici parlanti e fino al limite massimo di 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare, oltre ai Bonus mobili (ed elettrodomestici) e all’Ecobonus. La legge di bilancio 2019 riconferma il bonus mobili che include la possibilità di acquistare arredamento e anche e elettrodomestici per l’immobile oggetto dell’agevolazione.

Si tratta di agevolazioni in vigore ormai dal 2012, prorogate per tutti i lavori di ristrutturazione casa effettuati fino al fino al 31 dicembre 2019. Oltre alla proroga dei bonus fiscali già esistenti, sono state introdotte anche tante altre novità. A partire dal nuovo Bonus verde che permette la detrazione del 36% (per un massimo di spesa pari a 5.000 euro) sui lavori di sistemazione di giardini, terrazzi e balconi anche condominiali, e i lavori di recupero di giardini d’interesse storico.

Introdotto inoltre il così detto Sismabonus, con una detrazione che arriva al 100% per la diagnosi sismisca e fino al 75% per gli interventi di adeguamento antisismico sulle parti comuni degli edifici ubicati nelle zone ad alto rischio.

Non solo: per quanto riguarda l’Ecobonus 2019, le detrazioni fiscali sono state rinnovate e anche modulate in base al livello di efficientamento energetico ottenuto con l’intervento edilizio, e inoltre è anche stata ampliata la tipologia d’interventi agevolabili, facendo rientrare nel nuovo Ecobonus 2019 anche i lavori rimozione dell’amianto dai tetti.

Inoltre, sempre nell’ottica di stimolare gli investimenti per aumentare l’efficienza energetica dell’abitazione, è stato introdotto anche il nuovo Bonus infissi 2019, che permette di usufruire della detrazione al 50% delle spese sostenute per acquistare ed installare nuovi infissi e finestre.

In più, i contribuenti potranno utilizzare le detrazioni IRPEF del 50% anche sulle spese sostenute per l’acquisto di zanzariere con schermatura solare (Bonus zanzariere) e per installare le tende da sole (Bonus tende da sole).

Per saperne di più rimandiamo a questo articolo dedicato alle Agevolazioni e Detrazioni Fiscali sul sito di Edilcostruzioni, dove è possibile trovare anche i documenti ufficiali 2019 dell’agenzia delle Entrate.

 

 

 

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Fattura elettronica, i più piccoli i più spaventati: ecco cosa cambierà dal 2019

Roma, 28 novembre 2018 – Dal 1° gennaio 2019 tutte le fatture diventano elettroniche. Questo significa che qualsiasi documento di vendita, emesso da un’azienda o da un professionista (ovvero da un soggetto con Partita IVA) e che rappresenta una “fattura” sarà considerato valido solo se generato in un particolare formato elettronico (.xml) e inviato tramite un sistema di certificazione dell’Agenzia delle Entrate, detto SdI.

Un cambiamento radicale che interesserà tutte le attività commerciali italiane, con alcune eccezioni: per il 2019, infatti, sono esonerati dall’obbligo di emissione i professionisti che applicano il regime forfettario e il regime dei minimi o regime di vantaggio, i medici e i farmacisti, le società sportive dilettantistiche che hanno incassato proventi inferiori a 65mila euro, e tutte le cessioni di beni e le prestazioni di servizi che sono rese nei confronti di soggetti non residenti, comunitari ed extra comunitari (eccetto il “Tax Free” che prevede l’obbligo anticipato già al 01/09/2018).

Sebbene nel processo di rivoluzione digitale l’Italia sia ancora abbastanza indietro rispetto al resto d’Europa, in tema di Fatturazione elettronica saremo tra i primi (dopo il Portogallo) a introdurre l’obbligatorietà: tappa che, entro il 2020, dovrà essere implementata in tutti i paesi dell’Unione.

Risparmiare tempo, ridurre la documentazione cartacea e soprattutto snellire il processo della digital transformation saranno i vantaggi che il nuovo sistema di fattura elettronica darà alle aziende. Tuttavia, come ogni cambiamento, oggi aziende e commercialisti italiani sono letteralmente nel panico.

Benchè gli ultimi aggiornamenti normativi abbiano ampliato la platea di soggetti esonerati dall’emissione della fattura elettronica tutti dovranno attrezzarsi per ricevere le fatture passive dai propri fornitori. Questo significa che tutti dovranno cambiare le proprie abitudini, digitalizzando anche quei flussi che fino ad oggi erano manuali” racconta Nunzio Caraci, titolare di Datalog Italia, software house associata Assosoftware e Hub certificato per la trasmissione delle fatture elettroniche .

Sono proprio i più piccoli ad essere spaventati; ma non solo: “Anche i commercialisti stanno vivendo un periodo difficile. Ogni giorno ci chiamano nuovi studi da ogni parte d’Italia, per chiederci informazioni, supporto e soluzioni applicative“.

Molte software house hanno cercato infatti di approfittarsi della fatturazione elettronica, attuando politiche commerciali vessatorie nei confronti dei commercialisti.

La fattura elettronica è un’evoluzione proprio perché porta con sé l’interoperabilità tra sistemi: tuttavia, alcune software house hanno cercato di sfruttare la situazione e imporre agli studi commercialisti dei canoni di aggiornamento esorbitanti. Una politica scorretta, che ha portato l’Antitrust ad aprire un fascicolo nel mese di ottobre 2018, che ha messo nel panico migliaia di studi” conclude Caraci.

Cosa cambia quindi di preciso e come districarsi nella nuova normativa?

A rendere tutto più chiaro la Guida alla Fatturazione Elettronica di Datalog, in cui è possibile trovare una risposta completa.

Rendere elettronico il processo di fatturazione significa aver fatto il primo passo verso per digitalizzare l’intero ciclo dell’ordine e, in generale, i processi amministrativi e gestionali delle imprese.

Non sarà un lavoro semplice, tuttavia, presto si coglieranno gli immensi vantaggi di aver “trasformato” un semplice documento cartaceo in una serie di dati, che diventano così più facilmente condivisibili e fruibili ai fini gestionali, finanziari e strategici.

 

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‘Bonus Casa’, annunciata la proroga per altri 3 anni

Roma, 15 ottobre 2018 – È stata annunciata la proroga per tre anni, fino al 31 dicembre 2021, di tutte le agevolazioni dedicate ai lavori in casa: ecobonus, bonus ristrutturazioni e relative detrazioni. A renderlo noto il presidente della commissione Industria del Senato, Gianni Girotto (M5S) al Sole 24 Ore.

«I bonus casa – spiega Gianni Girotto – storicamente vengono prorogati solo di anno in anno. Questo non dà una prospettiva certa a cittadini e imprese. Noi, invece, vogliamo dare un orizzonte temporale più ampio, che arrivi fino al 2021».

Sarà quindi confermata la proroga delle agevolazioni, questa volta triennale?
Sembra di sì, anche se per avere delle certezze, dobbiamo attendere la pubblicazione della nuova Legge di Bilancio.

Non sono, però, solo notizie positive: sempre come riportato dal Sole 24 Ore, il governo sta anche valutando la possibilità di un «decalage» delle aliquote di detrazione, ovvero un ipotesi per la quale dopo il primo anno le percentuali andranno a calare.

L’obiettivo è incentivare gli interventi immediati, anche se la riduzione si presume sarà contenuta: ad esempio, dal 65% potrebbe progressivamente scendere al 63% e poi al 60%.

Girotto parla anche del così detto «ecoprestito», una misura che possa consentire anche a chi ha poche risorse di realizzare gli interventi di ristrutturazione e quindi accedere agli sconti fiscali.

«Puntiamo a introdurre l’ecoprestito – dice ancora Girotto al Sole – È una forma di prestito nella quale un soggetto pubblico, come Cdp, dà ai cittadini a tasso agevolato una parte delle risorse necessarie ad avviare le opere. Servirà per chi vuole fare ristrutturazione o efficientamento senza avere i soldi a disposizione».

Ma facciamo il punto ad oggi: allo stato attuale, la norma prevede che la detrazione fiscale arrivi fino al 50% delle spese sostenute e sia attiva fino al 31/12/2018. Dal 2019 dovrebbe ritornare al 36% (in mancanza di una proroga). Oggi le agevolazioni possibili sono:

  • Detrazioni fiscali del 50% per le ristrutturazioni
  • Bonus mobili (arredamento)
  • Ecobonus (spese energetiche)

Per saperne di più e per scaricare anche le guide dell’agenzia delle entrate basta recarsi alla pagina Agevolazioni e detrazioni fiscali ristrutturazioni.

Sempre sul sito di Edilcostruzioni è disponibile una guida completa ai costi per ristrutturare casa.

Intanto, per il momento, possiamo essere certi che le agevolazioni fiscali sono attive e che fino al 31 dicembre 2018 si può di certo ancora approfittare di questi sconti.

 

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GDPR e cookies: ancora molte aziende non adeguate

Milano, 1 ottobre 2018 – Dopo l’approvazione del nuovo Regolamento Generale sulla protezione dei dati personali n. 679/2016 o GDPR, entrato in vigore dal 25 maggio 2018, si stima in circa il 65% il numero delle aziende non ancora in regola. Con la nuova normativa assumono particolare rilievo il trattamento dei dati, la tematica dei cookies e tutte le tecnologie assimilabili (come i web beacon o clear gift) per la tracciatura e il monitoraggio degli utenti on line.

L’utilizzo di queste tecnologie su web è già stata in precedenza oggetto della normativa detta “ePrivacy”, tuttavia l’entrata in vigore del GDPR impone ai gestori dei siti web un’attenzione particolare nel trovare nuove soluzioni tecniche, in particolare sul tema del consenso dell’utente, per rendere il proprio sito GDPR compliant.

La compliance del sito web al GDPR è una tematica delicata visto richiede molta attenzione e l’integrazione di competenze sia tecniche che normative. In realtà, l’attenzione del legislatore europeo verso il tema dei cookie iniziò già nel 2002, con un susseguirsi di normative che hanno più volte affrontato e aggiornato questo tema.

Ma come mai i cookies sono presi così di mira anche dal GDPR?

I cookies sono dei file di testo inviati sul computer dell’utente nel momento in cui sta visitando un sito web: in origine, sono nati come strumenti per migliorare la navigazione, in quanto permettevano di leggere e/o memorizzare delle informazioni (es. preferenze sull’aspetto grafico, ultima lingua scelta dall’utente sul sito, etc…) che al successivo accesso venivano direttamente riproposte, migliorando l’esperienza dell’utente.

Ben presto, tuttavia, i cookies iniziarono ad essere utilizzati anche per identificare, riconoscere e classificare il visitatore del sito. Le aziende ne compresero il potenziale e insieme ai “cookie tecnici” (necessari per il funzionamento del sito) iniziarono a sviluppare cookie statistici (per analizzare le visite al sito) e anche cookies di profilazione, con il fine di creare annunci personalizzati e aderenti ai gusti del visitatore.

La tecniche di profilazione dei visitatori su web diventarono così sempre più avanzate e spesso all’insaputa dell’utente: i cookie iniziano ad essere distribuiti anche da siti terzi, e nacquero società come DoubleClick (acquisita a marzo 2008 da Google) che tracciavano gli utenti durante tutta la loro navigazione online, per poi mostragli annunci personalizzati sui vari siti.

“Questo è un aspetto sottovalutato da molti web master” – osserva Delia Caraci, consulente e owner di Digitalsfera, agenzia specializzata in web marketing – “per questo da quando è entrato in vigore il GDPR, stiamo affiancando un team di consulenti privacy sugli aspetti tecnologici legati al web, ed in particolare relativi ai cookie. In più occasioni, negli ultimi 4 mesi, ci siamo imbattuti in siti web che non erano stati adeguati correttamente al GDPR, in quanto i webmaster stessi non sapevano esattamente cosa fare, esponendo così ad un alto rischio il titolare dello stesso sito web”.

Ed è l’uso dei cookie di “profilazione” ad essere preso di mira soprattutto dalle diverse normative, e non meno dal GDPR, perché questi cookie tracciano il percorso di navigazione di una persona fisica anche su siti differenti, acquisendone a sua insaputa informazioni comportamentali, tracciandone il profilo e usando queste informazioni a fini di marketing.

“Oggi molti siti web devono integrare obbligatoriamente procedure di analisi delle performance e dei cookies di profilazione pubblicitari che però devono richiedere il consenso del visitatore web, in mancanza del quale il titolare del sito rischia pesanti sanzioni” conclude Caraci.

Per saperne di più sulle normative e gli adempimenti consigliamo la lettura dell’articolo dedicato sul sito di Digitalsfera, nel quale è possibile trovare tutti i riferimenti alle normative e alle fonti ufficiali.

 

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Contatti stampa:

Delia Caraci
Mail: delia.caraci@digitalsfera.it
Digitalsfera.it

 

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