Celiachia, sensibilità al glutine o solo una moda? Gli esperti: “Necessario fare chiarezza”

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Tra diete prive di glutine, celiachia, sensibilità al glutine non celiaca e diete prive di glutine fai da te cresce il numero di chi si preoccupa dell’intolleranza al glutine. È necessario per questo fare oggi un po’ di chiarezza sull’argomento grazie all’aiuto di professori e ricercatori che hanno dedicato una vita all’argomento

Genova, 6 luglio 2018 – In Italia ad oggi sono stati diagnosticati 198.427 celiaci, un fenomeno in crescita del 9% su base annua secondo l’ultimo rapporto del Ministero della Salute. La crescita della commercializzazione di diete e prodotti privi di glutine dimostra poi che sono in tanti oggi a preoccuparsi dell’intolleranza al glutine, anche se in molti non sanno che si può soffrire veramente di celiachia o si può essere solo sensibili al glutine.

Il gruppo di ricerca dell’Università di Genova, diretto dal Prof. Antonio Puccetti, in collaborazione con il gruppo di ricerca diretto dal Prof. Claudio Lunardi e dalla Dr.ssa Dolcino, ha recentemente pubblicato uno studio sulla sensibilità al glutine non celiaca, che ha rivelato che la malattia potrebbe avere un’origine autoimmune, come la malattia celiaca.

“A seguito del nostro comunicato stampa abbiamo ricevuto molte richieste da persone preoccupate dato che su consiglio del proprio nutrizionista seguivano una dieta priva di glutine. Molti tra i soggetti con presunta sensibilità al glutine non celiaca, magari autodiagnostica tramite Google, si sono quindi chiesti se  avessero una malattia autoimmune” racconta il Prof. Puccetti.

E’ necessario per questo fare chiarezza su alcuni punti con l’aiuto del professore.

1) Innanzitutto specifichiamo che la celiachia è una malattia autoimmune, che provoca un’infiammazione cronica all’intestino tenue, dovuta a una intolleranza al glutine. Si tratta di una malattia molto frequente che colpisce una persona ogni 100-150 circa in Nord America ed Europa.

L’incidenza stimata in Italia è alta visto che secondo l’Associazione italiana celiachia (Aic), i celiaci italiani potrebbero essere 600mila. Ma si arriva ad una diagnosi solo in un caso ogni sette persone affette da celiachia.

Attualmente sono stati diagnosticati 198.427 casi (rapporto del Ministero della Salute), con un incremento annuo molto alto pari al 9%, dovuto, pare, soprattutto al perfezionarsi degli screening.

La celiachia è quindi l’intolleranza alimentare più frequente e la stima della sua prevalenza si aggira intorno all’1% (link: www.epicentro.iss.it/problemi/celiachia/epidItalia.asp).

2) La sensibilità al glutine non celiaca è una nuova entità clinica che comprende tutti quei casi in cui un paziente ha sintomi caratteristici della celiachia, e trae beneficio da una dieta priva di glutine, nonostante gli accertamenti medici escludano la presenza di malattia celiaca o di allergia ai cereali. La sensibilità al glutine sembra essere molto più frequente della celiachia e si ritiene colpisca il 6-10% della popolazione. Le manifestazioni cliniche comprendono sintomi gastrointestinali e/o extraintestinali che regrediscono con l’eliminazione di glutine dalla dieta. 

Per entrambe le situazioni esistono precisi criteri diagnostici per esempio per la celiachia esistono dei test di laboratorio che permettono di fare diagnosi quali la presenza di anticorpi anti-transglutaminasi e presenza del gene predisponente DQ2/DQ8.

Per la sensibilità al glutine non celiaca la diagnosi è di esclusione, vale a dire dopo aver escluso che il paziente sia affetto da celiachia o da allergia al grano: in questo caso c’è un preciso iter diagnostico che deve essere eseguito da personale medico in centri specialistici.

Diverso è il caso di chi da se, o su consiglio di un’amico o perché ha letto articoli su internet, intraprende una dieta priva di glutine perché ritiene che il glutine faccia male e vada eliminato dalla dieta.

“Ci sono varie opinioni in proposito riguardo il fatto se faccia bene o meno eliminare il glutine dalla dieta. Personalmente penso che abbassare il contenuto di glutine in soggetti con determinate patologie infiammatorie/autoimmuni sia una scelta condivisibile, ma dovrebbe essere fatto dietro consiglio medico o di un nutrizionista” specifica il prof. Puccetti.

Se si decide di fare da sé e di privarsi di pasta e pane senza una ragione specifica non si può però sostenere che sia una scelta giusta e salutare. Anche perché oggi ognuno vuole essere medico, farsi la propria diagnosi e darsi la propria terapia, parlando di cibo non sempre a proposito” conclude il professore.

Visto quanto detto dal Prof. Puccetti possiamo quindi trarre a proposito alcune semplici conclusioni:

1) Noi siamo cio’ che mangiamo e Feuerbach aveva ragione, mangiare alimenti sani e cotti in maniera opportuna è essenziale per la salute.

2) Privarsi di pane e pasta può essere una scelta di vita, non necessariamente una scelta razionale da un punto di vita medico.

Riguardo il Prof. Antonio Puccetti

Il Prof. Antonio Puccetti si occupa di celiachia e sensibilità al glutine da oltre 12 anni e insieme al gruppo del Prof. Lunardi dell’Universita di Verona ha pubblicato lavori scientifici di fondamentale importanza per queste condizioni morbose.

Per chi volesse maggiori delucidazioni sull’argomento è a disposizione il team del prof. Puccetti alla mail apuccetti@gmail.com o tramite Whatsapp al numero 327 2591563 (martedì e giovedì).

 

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Contatti stampa:
Prof. Antonio Puccetti
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Ricerca italiana: “Identificati geni che regolano la comparsa di tumori nella sclerodermia”

Verona, 18 giugno 2018 – Ricercatori dell’Università di Verona e dell’Università di Genova, guidati rispettivamente dai Prof. Claudio Lunardi, dalla Dr.ssa Marzia Dolcino e dal Prof. Antonio Puccetti hanno pubblicato sulla prestigiosa rivista “Frontiers in Immunology” i risultati di una ricerca che dimostra che nella sclerodermia, alcune molecole regolatrici (microRNA) del nostro genoma possono controllare lo sviluppo di tumori quali, ad esempio, le neoplasie mammarie, polmonari e ematologiche.

La Sclerodermia, o SSc, sclerosi sistemica progressiva, è una rara malattia autoimmune sistemica caratterizzata da:

1) alterazione del sistema immunitario con presenza di anticorpi e cellule dirette contro i nostri tessuti (reazione autoimmune)

2) vasculopatia con proliferazione e morte delle cellule di rivestimento (endoteliali) dei vasi sanguigni, proliferazione delle cellule muscolari dei vasi che comportano una ridotta circolazione e ossigenazione a livello della cute e degli organi interni (rene, intestino, polmone etc) con conseguente

3) indurimento ed ispessimento della cute e degli organi interni. Nella SSc vi può essere un aumento della frequenza di alcuni tipi di neoplasie, in particolare neoplasie mammarie, polmonari e ematologiche. La ragione di questa associazione era ancora sconosciuta.

“Nella nostra ricerca abbiamo voluto indagare se particolari fattori genetici possano giocare un ruolo nel favorire lo sviluppo di tumori nei pazienti con SSc” dice il Prof. A. Puccetti, uno degli autori dello studio.

“Attraverso un’approfondita analisi genetica condotta su 540 mila geni umani abbiamo dimostrato che le varie categorie di geni legati allo sviluppo della SSc (ad es. geni che controllano le lesione vascolari, lo sviluppo della fibrosi cutanea e degli organi interni, la risposta autoimmunitaria e infiammatoria) comprendono anche geni che partecipano allo sviluppo di tumori o che sono coinvolti nei processi di carcinogenesi” continua il ricercatore.

“Poiché si ritiene che alcune molecole regolatrici del nostro genoma, come i microRNA (miRNA), svolgano un ruolo centrale nello sviluppo delle malattie autoimmuni, neoplastiche e cardiovascolari, abbiamo valutato se specifici miRNA associati ad alcuni tumori potessero essere alterati nei pazienti con SSc. Abbiamo identificato 4 miRNA (miR-21-5p, miR-92a-3p, miR-155-5p e miR-16-5p) la cui espressione era significativamente più alta nei pazienti con SSc rispetto agli individui sani. La nostra ricerca dimostra che la presenza di particolari combinazioni di geni svolge un ruolo predisponente nello sviluppo di neoplasie in corso di SSc ed ha importanti risvolti applicativi per una migliore identificazione dei pazienti a rischio e la messa a punto di nuove strategie di medicina di precisione.

Il Prof. C. Lunardi, uno degli autori dello studio infine precisa che “l’identificazione di questi fattori genetici, nei pazienti con SSc non significa assolutamente che chi è affetto da SSc svilupperà una neoplasia: si tratta di altro piccolo passo avanti per capire alcuni aspetti poco o nulla conosciuti della malattia sclerodermica che ci aiuteranno a mettere in atto misure preventive e terapeutiche più mirate nel singolo paziente. Vogliamo altresì precisare che tali indagini non sono ancora eseguibili di routine al momento attuale” conclude il ricercatore.

 

 

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Contatti stampa:

Prof. A. Puccetti

apuccetti@gmail.com

Cell. 334 1989039

 

 

 

 

Il Prof. A. Puccetti, tra gli autori della ricerca

 

 

Ricerca italiana: scoperta l’origine autoimmune della malattia di Behcet

Genova, 14 giugno 2018 – Ricercatori dell’Università di Genova e dell’Università di Verona guidati rispettivamente dai Prof. Antonio Puccetti, dal Prof. Claudio Lunardi e dalla Dr.ssa Marzia Dolcino hanno pubblicato sulla rivista “Journal of Immunologic Research” due  lavori che dimostrano che la malattia di Behcet è una malattia autoimmune e che alcune molecole regolatrici (microRNA) del nostro genoma controllano il decorso clinico della malattia e le fasi di riacutizzazione.

La malattia di Behçet è una malattia infiammatoria multisistemica recidivante caratterizzato da ulcere orali e genitali, e manifestazioni oculari (uveite). La malattia è una vasculite dei piccoli vasi con infiltrati linfomonocitari. Colpisce le articolazioni, la cute, il sistema nervoso centrale e il tratto gastrointestinale. La causa della malattia è a oggi ancora sconosciuta anche se, in passato, è stata ipotizzata un origine autoimmune e colpisce prevalentemente soggetti tra i 20 e i 30 anni

“Attraverso un approfondita analisi genetica condotta su 540 mila geni umani abbiamo dimostrato che la malattia di Behcet ha un’origine autoimmune, confermata dalla presenza nei pazienti studiati di una sottopopolazione di linfociti, detti TH17, e di marcatori sierologici, tipici dell’autoimmunità” spiegano i ricercatori protagonisti della scoperta.

“Nel secondo studio abbiamo identificato, nel genoma dei soggetti con Behcet, delle molecole, microRNAs (miRNA), che sono i prinicipali regolatori delle risposte immuni. Abbiamo potuto identificare miRNA che regolano geni che controllano i diversi aspetti della malattia: la risposta infiammatoria/autoimmune (TNF e interferon), il danno ai vasi (VEG/VEGFR), la riacutizzazione del quadro clinico” raccontano.

Questi studi forniscono nuove conoscenze per capire i meccanismi immunologici che contribuiscono all’origine autoimmune della malattia di Behcet, di cui si sa ancora molto poco ma che rivestono molta importanza dato il grave tipo di manifestazioni cliniche.

Queste ricerche permettono inoltre l’identificazione di specifici regolatori di malattia (miRNA), che possono rappresentare candidati promettenti come biomarcatori e/o per la progettazione di nuove strategie terapeutiche per la cura della malattia di Behcet.

 

 

Ricerca: nuova scoperta sulla sensibilità al glutine non celiaca

Roma, 15 febbraio 2018 – Ricercatori dell’Università di Verona e dell’Università di Genova guidati rispettivamente dai Prof. Claudio Lunardi, dalla Dr.ssa Marzia Dolcino e dal Prof. Antonio Puccetti hanno pubblicato oggi sulla rivista Journal of Immunologic Research un lavoro che dimostra la Sensibilità al glutine non celiaca (NCGS: non coeliac gluten sensitivity).

Si tratta di una malattia autoimmune, che l’infezione da Rotavirus potrebbe contribuire a scatenare, analogamente a quanto precedentemente dimostrato dallo stesso gruppo di ricercatori nella malattia celiaca.

La sensibilità al glutine non celiaca (www.my-personaltrainer.it/nutrizione/glutine) è una nuova entità clinica che comprende tutti quei casi in cui un paziente manifesta sintomi caratteristici della celiachia, e trae beneficio da una dieta priva di glutine, nonostante gli accertamenti medici escludano la presenza di malattia celiaca o di allergia ai cereali.

La sensibilità al glutine sembra essere molto più frequente della celiachia (www.my-personaltrainer.it/celiachia) e si ritiene colpisca tra il 6 ed 10% della popolazione.

Le manifestazioni cliniche comprendono sintomi gastrointestinali (meteorismo, addominalgie, diarrea) e / o extraintestinali (malessere generale, stanchezza, testa ovattata, artromialgie) che regrediscono con l’eliminazione di glutine dalla dieta.

Lo studio è stato condotto su una casistica di pazienti selezionati in collaborazione con la Dr.ssa G. Zanoni, dell’Istituto di Immunologia dell’università di Verona, seguiti nel tempo per un periodo di 2 anni.

Attraverso un approfondita analisi genetica condotta su 22 mila geni umani abbiamo dimostrato che la NCGS ha molto probabilmente un’origine autoimmune, confermata dalla presenza nei pazienti studiati di una sotto-popolazione di linfociti, detti TH17, e di marcatori sierologici, tipici dell’autoimmunità.

Questo studio fornisce quindi nuove conoscenze per capire i meccanismi immunologici che contribuiscono all’origine dell’intolleranza al glutine non celiaca, di cui si sa ancora molto poco ma che riveste molta importanza sia per il medico che per il paziente, vista la sua elevata frequenza.

 

 

 

 

 

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