Roma, 21 ottobre 2019 – È sempre più alto il numero di giovani maschi infertili in Italia. È questo il dato che emerge dall’ultimo Congresso Nazionale scientifico della Federazione Italiana dei Pediatri di famiglia svoltosi quest’anno a Salerno, dove si sono riuniti oltre 1.000 pediatri di famiglia.
Il dato che emerge da questo congresso è che la percentuale di infertilità maschile in Italia è sempre più presente, e questo obbliga una stretta collaborazione professionale fra andrologo e pediatri di famiglia.
“L’Infertilità maschile si deve considerarla non come una malattia a sé stante ma come un problema che ha delle importanti implicazioni sia di carattere politico che sociale. Purtroppo molte delle cause collegate alla infertilità maschile non sono conosciute, ma dobbiamo ad esempio riconoscere che circa il 20% dei nostri ragazzi diciottenni presenta nelle visite effettuate a scopo preventivo un volume testicolare ridotto”, spiega il Dottor Prof. Andrea Militello, urologo andrologo di Roma perfezionato in fisiopatologia della riproduzione umana.
Questa situazione aumenta esponenzialmente nel nostro paese e obbliga una precoce interazione fra pediatri di famiglia e andrologi.
“Spesso le problematiche andrologiche possono essere evidenziate sin nel loro esordio in età infantile e sappiamo che alcune di esse possono avere un’origine prenatale. Tra queste ad esempio possiamo ricordare il criptorchidismo, patologia in cui il testicolo non scende nella sacca scrotale, rallentando il proprio sviluppo e bloccando quindi la sua attività specifica che è quella di produrre ormoni maschili e spermatozoi”, spiega ancora il prof. Militello.
Obbligatoria quindi un efficace e coordinato dialogo tra pediatra di famiglia e andrologo.
La visita andrologica nell’età pediatrica e adolescenziale rimane secondo il Dr. Militello l’unica possibilità di anticipare le patologie dell’apparato sessuale maschile, responsabili di problematiche soggettive ma anche spesso di infertilità maschile.
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