Continua il bluff del Governo sui rinnovi contrattuali. Per la FSI: “I lavoratori meritano rispetto”

Roma,  17 ottobre 2016 – “Si è ancora molto lontani dal vedere la luce sul rinnovo contrattuale ed i 900 milioni messi a disposizione dal governo per il triennio 2016-2018 sono del tutto insufficienti visto che in busta paga si trasformerebbero in un aumento di 25-30 euro lordi al mese, che al netto sarebbe una cifra talmente ridicola da risultare un insulto per i lavoratori del pubblico impiego” spiega infuriato il Segretario Generale della FSI, Sindacato del settore sanitario, Dario Luigi Cagnazzo.

Il rinnovo contrattuale non è più procrastinabile. Le risorse economiche ci sono e la FSI le rivendica ma la domanda vera è: il governo vuole migliorare la qualità dei servizi della pubblica amministrazione o sta tentando di ridimensionare tutto il comparto per altri scopi?

Dopo sette anni di blocco contrattuale, i lavoratori della sanità continuano a mandare avanti la macchina pubblica, e ad assicurare quotidianamente, con spirito di sacrificio, tra mille difficoltà, le funzioni dello Stato ai cittadini.

“I lavoratori meritano rispetto, e se i fondi resteranno invariati la FSI farà le sue valutazioni a tutela di tutti i dipendenti che rappresenta.

Altro nodo da affrontare con urgenza, è il superamento della Legge Brunetta che prevede l’assegnazione per legge dei premi in busta paga solo ai tre quarti dei dipendenti. Rimarrebbe senza premi l’ultimo 25 per cento dei lavoratori, coloro che saranno giudicati meno produttivi, per i quali il rinnovo del contratto potrebbe rivelarsi del tutto privo di aumenti retributivi.

Considerando che il numero totale di lavoratori del pubblico impiego è di oltre tre milioni – continua il Segretario Generale – si stima che tra i settecentomila e gli ottocentomila lavoratori rimarrebbero senza aumenti di stipendio, corrispondente al 25 per cento del totale”.

Per la FSI non è possibile trascurare o ignorare questo punto che non può e non deve passare in secondo piano.

“Per questo il sindacato è disponibile ad un vero confronto, ma non è disponibile a sottoscrivere accordi che mettano in discussione i punti fermi che rivendichiamo: rispetto per i lavoratori, un giusto salario e nessuna discriminazione matematica fissata per legge” conclude il Segretario Cagnazzo.

 

 

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